Giovanni Vantaggi*
Quali rischi per la
salute dal trattamento dei rifiuti
Lorenzo Tomatis, fondatore e direttore della IARC
(Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) di Lione scomparso purtroppo
il 21 settembre 2007, in ogni incontro che presiedeva, nelle sue relazioni
metteva sempre in evidenza con passione e sofferenza questa frase: «Cosa diranno di noi le generazioni future
del mondo che abbiamo lasciato loro?», pensando ai cambiamenti
dell’ambiente di vita che l’uomo con la produzione delle migliaia di nuove
sostanze chimiche che ormai fanno parte del nostra aria e del nostro “pane”
quotidiano. Da qui gli studi dell’epigenetica che si stanno sviluppando
e che stanno mettendo in dubbio, come ribadito anche nel libro della Devra
Davis La Storia segreta della guerra al cancro, le ricerche sul genoma
per cercare di individuare la causa dell’insorgenza dei tumori e delle malattie
croniche degenerative in così forte aumento nei nostri tempi.
È così vero che Tuckfelt,
direttore del NCI (National Cancer Institute) dal 1972, afferma:
Pochi di noi facevano attenzione alle cose che
ci stavano intorno e che facevano una differenza sull’insorgere del
cancro. I nostri pensieri si
concentravano tutt’al più sui geni e su quelle menti brillanti che scoprivano
in che modo i geni stessi influiscono sul cancro. Erano loro a vincere i premi Nobel [cit. da Davis, p. 197].
Venendo alla situazione
che riguarda la mia Regione, l’Umbria, considero scellerata la chiusura del
ciclo integrato dei rifiuti con l’incenerimento.
La storia parte dal
precedente piano regionale (assessore all’ambiente Monelli) che aveva indicato
come soluzione per lo smaltimento del CDR, il suo coincenerimento nelle
cementerie, tanto che una delle due (Colacem) già coinceneriva pneumatici usati
(circa 32.000 ton/anno per 5 anni). Il coincenerimento cessò nel 2006 grazie
all’intervento del comitato di cittadini che si è costituito contro “Comitato
di Ghigiano”, poi divenuto “Comitato per la tutela ambientale della conca
eugubina”, e a cui io ed altri di ISDE abbiamo fatto da supporto
tecnico-scientifico. Il nuovo piano di incenerimento di sicuro non si
realizzerà mediante la costruzione di un inceneritore (quanti milioni di euro e
quanti anni per costruirlo?) ma molto probabilmente avverrà mediante il
co-incenerimento in industrie insalubri di classe 1 come i cementifici: ce ne
sono tre nella nostra regione: Cementir di
Spoleto, Cementerie A. Barbetti e Colacem a Gubbio. Per il biomonitoraggio di
api e licheni finanziato dalla Provincia di Perugia per il periodo 2001/2004
riguardo alla distribuzione e ai rilevamenti nel comune di Gubbio (si può prendere visione dello studio e in
particolare delle tabelle riportate nella parte finale:
www.ilpianetanaturale.org/immagini/data/Biomonitoraggio_Ambientale_nel_Comune_di_Gubbio_2001_04.pdf )
Se la Raccolta
Differenziata Porta a Porta arrivasse anche solo al 65% (ma non capisco perché
solo al 65%, visti gli esempi già in
atto in altre zone dove si sfiora o si supera l’80%) cosa resterà da bruciare? È
forse un caso che Brescia, che ha l’inceneritore più grande d’Europa, ha la
raccolta differenziata che a malapena raggiunge il 20-25%? Non solo, ma
bruciare non significa eliminare
ma trasformare materiale (i rifiuti) di per sé innocui per la salute in
prodotti della combustione, cioè polveri ultrafini che contengono sostanze
create ex novo dalla combustione quali:
- diossine
- furani,
- policlorobifenili,
e i metalli pesanti:
- cadmio,
- piombo,
- cromo,
- arsenico,
- mercurio…
Tutte queste sostanze rientrano nella
classificazione IARC, che indica la
cancerogenicità delle sostanze, tra la classe 1 (cancerogeni certi) o la
classe 2A (probabili cancerogeni).
Riporto qui i dati della
mia personale statistica come medico di famiglia (Gubbio (PG), ASL n 1 –
Umbria, 1549 assistiti) riguardante i casi di tumore
1980-1992: 68
casi: 5,3 all’anno
1993-1999: 42 “
: 7,0
all’anno
2000-2006: 67 “
: 9,6 all’anno
2007 – 2010 (agosto) 65 “ : 16,2 all’anno
Fino al 2000 per il sarcoma
(uno dei tumori più rari): zero casi; ad oggi
(agosto 2010): 4 casi.
Incidenza di linfomi, in 26 anni solo
due casi; negli ultimi sei anni: 6 casi.
I miei dati sono solo una
“osservazione” e non hanno alcun valore epidemiologico, ma comunque numeri che
meritano una riflessione, come si pronunciò a suo tempo il Dr P. Comba
epidemiologo dell’ISS ad una riunione tenutasi a Gubbio in preparazione del
convegno che si tenne il 17 novembre 2006 “Ambiente e salute”. Anche per questo
nel 2007 era stata avviata un’indagine epidemiologica che coinvolgeva tutti i
medici di famiglia ed i pediatri di base dell’Alto Chiascio: Gubbio, Gualdo
Tadino, Scheggia, Costacciaro, Sigillo, Fossato di Vico. Si trattava di
riempire una scheda: in cui si indicavano i dati anagrafici, la residenza il
lavoro, eventuali hobby, le abitudini alimentari, la famigliarità e
naturalmente la malattia con la diagnosi istologica. Tempo per la compilazione
appena cinque minuti! L’indagine è fallita per la mancata collaborazione dei
medici. Con l’indagine si sarebbero potuti avere dati, per verificare se l’Alto
Chiascio ha veramente o no delle zone con incidenza di tumori diversa dalle
altre zone dell’Umbria, non solo, ma anche la eventuale distribuzione
particolareggiata frazione per frazione nell’ambito di ciascun comune: tutte
informazioni che non si riescono a ricavare dai dati resi disponibili dal
Registro Tumori Umbro di Popolazione che riporta solo i dati relativi alle ASL
e non per comune o per zone: www.rtup.unipg.it/rtupWebSiteNew .
Perché correre
rischi quando, dei rifiuti secchi raccolti con la raccolta
differenziata, solo circa il 12% è considerato irriciclabile? Anzi era considerato
irriciclabile, perché con il sistema messo a punto con il concorso
dell’Università di Padova: estrusione per attrito (premiato nel 2010 dalla UE con un finanziamento di
470.000 euro per essere una tecnica innovativa e risolutiva per il ciclo dei
rifiuti) questi rifiuti vengono trasformati, senza combustioni e rilascio di
sostanze dannose, in sabbia sintetica che trova il suo utilizzo dall’edilizia
alla costruzione di mobili per esterno (riciclabili
all’infinito!!!). Per maggiori dettagli si vada al sito: www.centroriciclo.com.
Una domanda che pongo
fortemente ai nostri decisori e amministratori che noi abbiamo “bene o
male” scelto come nostri rappresentati
per la gestione anche dei beni comuni, è questa: perché non si ascoltano
quei cittadini, comitati tecnici, che propongono soluzioni alternative e
vogliono collaborare alla soluzione dei problemi? Perché questo distacco
tra base ed istituzioni?
Termino riportando una
parte di un intervento di Dominique Belpomme [2004], presidente di ARTAC
(Association pour la Recherche Thérapeutique Anti-Cancéreuse):
L'incenerimento dei rifiuti domestici è un
metodo di trattamento condannato dalle autorità scientifiche
internazionali. L'inceneritore Isséane
d'Issy-les-Moulineaux, situato nella prima periferia di Parigi, è un vero
scandalo sanitario. Deve essere preso come
esempio di ciò che non si deve fare […] i
nostri amici italiani non devono fare lo stesso errore, lasciandosi
ingannare da una propaganda menzognera.
[…] L'incenerimento è una totale assurdità, sul piano sanitario,
ambientale e socio-economico […] UN VERO SCANDALO!
Riferimenti
Belpomme D.
2004: “Ces maladies
créées par l'homme”, conferenza tenuta il
30 novembre
http://leruisseau.iguane.org/spip.php?article881]
Davis D. 2008 : La storia segreta della guerra al cancro
[2007], trad. dall’inglese, Torino, Codice.
Inserito: 4 ottobre 2010; riveduto: 5 ottobre 2010
Scienza
e Democrazia/Science and Democracy