Gianni Tamino
La vivisezione al parlamento italiano
Considerazioni sulla proposta di legge 2157 di Della Vedova
Sinceramente
pensavo che non saremmo arrivati a perdere del tempo prezioso in diatribe ormai
superate sull’opportunità o meno di essere parte attiva
in una proposta di legge che legittima la vivisezione, metodo scientificamente
sbagliato (un errore metodologico, come ci ha insegnato Pietro Croce).
Ho
espresso questo dubbio fin dall'inizio del tavolo proposto a suo tempo
dall'onorevole Schmidt: ho partecipato ad una sola
riunione, nella quale era ben chiaro che, per quella strada, avremmo permesso
ai vari Garattini e a Farmindustria
di continuare ad utilizzare animali col consenso di associazioni
animaliste.
Questo
è il motivo per cui in quasi dieci anni di attività
alla Camera dei Deputati non ho mai presentato una proposta di regolamentazione
della sperimentazione animale, ma solo una proposta sulla sperimentazione umana
e un'altra sull’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale (ripresentata
con successo nella legislatura successiva da Stefano Apuzzo).
Avevo invece firmato la proposta Fiandrotti,
totalmente abolizionista, corrispondente all'attuale proposta dell'on. Zanella.
Anche
al Parlamento Europeo mi sono sempre battuto, sia nell'Intergruppo sugli
animali, sia nella Commissione Ambiente, per l'abolizione della vivisezione, a
partire dall'attuazione della Direttiva che elimina la sperimentazione sugli
animali nella produzione di cosmetici (il fallimento dell'obiettivo finora è stato
determinato da governi sensibili alle industrie chimico-farmaceutiche,
ma dal 2009, se non vi saranno ulteriori proroghe, il
divieto entrerà in vigore anche in assenza di metodi alternativi validati).
La
logica della proposta Schmidt, ora Della Vedova, è
quella delle 3R, da sempre caldeggiata dai
vivisezionisti. Da questo punto di vista condivido quanto affermava Marina Berati nel 2001 (tratto da
http://www.novivisezione.org
)
Il concetto di alternativa alla
sperimentazione animale risale alla definizione elaborata da Russel e Burch nel 1959 e
comunemente definita delle 3R: Refinement
(Raffinamento), Reduction (Riduzione) Replacement (Rimpiazzamento).
Con Raffinamento si intende il
miglioramento delle tecniche sperimentali, compiute pur sempre su animali, in
modo da ridurre la loro sofferenza; in alcuni casi, si cerca di usare animali filogeneticamente meno evoluti; con Riduzione si intende la
riduzione del numero di animali usati, o l'aumento di informazioni ottenute con
lo stesso numero di animali; con Rimpiazzamento si
intende la sostituzione dell'animale con l'utilizzo di metodi alternativi.
Di queste, solo l'ultima "R" è
davvero accettabile: da un punto di vista scientifico non ha alcun senso
continuare a sperimentare sugli animali, cambiando solo il numero di animali, o
la specie, e le modalità dell'esperimento. Quanto ricavato sugli animali non
sarà applicabile all'uomo. Potrà esserlo o non esserlo, ma lo si saprà solo
DOPO aver provato la sostanza in esame sull'uomo. Ed allora sarà troppo tardi,
e l'esperimento sugli animali sarà stato del tutto inutile, perché non avrà
fornito alcuna informazione.
In generale, comunque, quando si parla di
"metodi alternativi" si continua ad applicare la regola delle 3-R, e
quindi non tutti quelli che sono definiti come "alternativi" sono
metodi senza l'uso di animali (vivi o morti).
Del
resto anche la LAV afferma: «Delle 3 R teorizzate da Russell
e Burch, la LAV sostiene solo il replacement.
Ci sono invece organizzazioni che sostengono anche il refinement
ed il reducement».
Ma
purtroppo caldeggiare la proposta Della Vedova significa appoggiare tutte e tre
le R!
Infatti
in tutta la proposta di legge non c'è alcun aspetto che metta in discussione la
validità della vivisezione, e per questo ha trovato l’appoggio di chi da sempre
sostiene in Italia le 3R, come la dott.sa Flavia Zucco,
che nel 2004 affermava: «L'animale, però, è un modello che riproduce al meglio
la complessità del nostro organismo. È quindi importante valutare
l'attendibilità che può essere attribuita a test su cellule e tessuti, proprio
in riferimento alla complessità del corpo umano».
Un
simile cedimento alla logica delle 3R avviene proprio mentre la situazione
sembra più favorevole del passato per affermare la fallacia della
sperimentazione animale e quindi per aprire rilevanti varchi a favore di metodi
scientifici senza l'impiego di animali. Basterà citare l'articolo apparso sul British Medical Journal (n.328 del 28 febbraio del 2004) in cui alcuni studiosi,
coordinati da Ian Roberts,
in una recensione sistematica degli esperimenti sugli animali, concludono che
«non si dovrebbero effettuare nuovi esperimenti su animali fino a quando non
sarà stata valutata la loro validità». Oppure le dichiarazioni di Alison Abbott sul numero del 10
novembre 2005 di Nature: «La maggior
parte dei test su animali sovrastimano o sottostimano la tossicità,
semplicemente non sono in grado di fornire dati precisi sulla tossicità
riferita all’uomo», e inoltre: «Le pressioni commerciali e politiche spingono
l’Europa a mettere fine all’uso della sperimentazione animale in tossicologia.
Un cambiamento che porterà ad una scienza migliore». Ma vanno ricordati anche
altri articoli recentemente apparsi in altre prestigiose riviste, come New Scientist,
Scientific American, Sapere, ecc.
Credo
che l'unica via percorribile dal punto di vista legale sia quella che ci hanno
insegnato Ruesch e Croce: mettere al bando un metodo
mai validato, che non ha basi scientifiche e che ha
favorito non certo la salute dei cittadini ma i profitti delle aziende
farmaceutiche. In tal senso occorre operare sia verso il governo italiano che
verso le autorità europee. Nel suo programma elettorale questa coalizione di Governo
aveva scritto:
[...] in linea con la normativa
comunitaria e alla luce dei più recenti studi scientifici in materia, occorre
promuovere e favorire la ricerca effettuata con metodi alternativi all'utilizzo
di animali e progressivamente abolire la ricerca e la sperimentazione che ne
facciano uso.
Si
tratta di una proposta, ben più forte della logica delle 3R e della proposta di
legge 2157, da cui chiunque abbia a cuore l'abolizione della vivisezione
dovrebbe partire, pretendendo il rispetto dell'impegno assunto alle elezioni
dall'attuale maggioranza! Ma anche a livello europeo è possibile agire almeno
affinché l'ECVAM sia coerente con quanto affermato sulle pagine di Nature dal suo attuale direttore, Thomas Hartung, cioè che la
sperimentazione sugli animali non è mai stata validata
e che è una «cattiva scienza». Pertanto, considerata la scadenza del 2009 per
l'eliminazione della vivisezione a livello dei cosmetici e la necessità di validare metodi scientifici senza uso di animali, vi sono
le condizioni per un'azione seria per la messa al bando in ogni settore del
metodo vivisezionista.
Questi,
a mio avviso, sono argomenti più che sufficienti per non appoggiare una
proposta voluta da Farmindustria e basata sulle
famigerate 3R, come la PdL Della Vedova. Quest’ultima non sembra avere, neanche nel merito,
carattere migliorativo rispetto alla norma vigente.
Condivido
infatti pienamente i vari documenti firmati, fin dal 2005, dalle Associazioni Equivita (di cui sono il Presidente), Movimento Ecologico
Nazionale UNA, Animalisti Italiani, Movimento Antispecista
ed ENPA, ai quali rimando per un'analisi dettagliata del testo e che, in
sintesi, affermano che la proposta :
1)
peggiora in maniera
evidente e in diversi aspetti importanti il precedente D.Leg.
116/92;
2)
perde l'opportunità
storica di dichiarare la necessità di una severa valutazione dei metodi che
utilizzano animali;
3)
introduce il gravissimo criterio di silenzio-assenso generalizzato per le
autorizzazioni.
Ma in
particolare vorrei soffermarmi su alcuni presunti miglioramenti della proposta
in questione, cioè la riduzione del numero di animali da sottoporre a
sperimentazione, la riduzione della loro sofferenza e la loro riabilitazione in
rifugi dopo il trattamento vivisettorio.
Si
afferma che bisogna essere realisti, che non si può proporre l’abolizione della
vivisezione come “vuota dichiarazione di principio”, che comunque è importante
salvare la vita di migliaia di animali. Ma sulla base di calcoli approssimati
il Movimento Antispecista ha calcolato che probabilmente
il numero di animali che sarebbero utilizzati in più come conseguenza
dell’approvazione della proposta supererebbe il numero di quelli salvati dalla
stessa (essenzialmente a livello di didattica); in ogni caso il calcolo, a mio
avviso, va fatto rispetto a quegli animali che si potrebbero salvare attraverso
una adeguata azione per porre al bando la vivisezione o quanto meno rispetto a
quelli che non verrebbero impiegati con lo sviluppo di metodi scientifici senza
vivisezione.
Per
quanto riguarda la riduzione della sofferenza, siamo in un tipico ambito da 3R.
Comunque non mi sembra che si riducano le sofferenze prevedendo che: «Nessun
animale può essere impiegato in più di una procedura che ha provocato forte
dolore o danni durevoli», testo simile alla norma in vigore, ma con l’aggiunta
peggiorativa: «tranne quando la procedura successiva è praticata sotto
anestesia generale da cui l’animale non si risveglia». In ogni caso mi pare si
dimentichi completamente che la vera sofferenza per gli animali da laboratorio
è la vita di laboratorio, in condizioni totalmente innaturali e senza vita di
relazione, al di fuori delle caratteristiche ecologiche ed etologiche
della specie.
L’unico
aspetto parzialmente positivo della proposta è forse la maggiore possibilità di
affidare gli animali già sottoposti a vivisezione a strutture di accoglienza (o
rifugi, come previsto anche dalla legge in vigore), tuttavia è confuso e
farraginoso il meccanismo di affidamento (sono coinvolte tre diverse figure:
veterinario, responsabile del progetto e responsabile delle procedure).
Condividere
una proposta di legge a favore della vivisezione solo perché si riduce il
numero di animali impiegati nella didattica (ma possono crescere in altri
settori) e perché c’è qualche speranza in più che, se restano vivi, siano
affidati a centri di riabilitazione, mi sembra veramente incredibile! Del resto
preoccuparsi dei rifugi più che della fallacia del metodo è come, a livello di
salute, preoccuparsi delle cure palliative, senza fare nulla per prevenire le
malattie.
Non può
dunque stupire che la proposta Schmidt, ora Della
Vedova, abbia suscitato l’entusiasmo di Farmindustria,
che nel documento presentato il 16/10/05 all’audizione alla Camera dichiarò:
È stato cancellato ogni carattere di
eccezionalità all’utilizzo degli animali per fini scientifici e tecnologici […]
è previsto il silenzio assenso […] Farmindustria,
pertanto, conferma la condivisione sui contenuti della pdl
Schmidt ed auspica che sia rapidamente esaminata ed
approvata.
Ed
abbia fatto contento il Prof. Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerca Mario Negri,
da sempre difensore accanito della sperimentazione animale, che, sul Corriere della Sera del 17/12/05, ha
auspicato l’approvazione della proposta di legge 5442, attuale 2157.
NOTA DEL COORDINATORE DEL SITO
L’articolo di Garattini citato (vedilo
riprodotto integralmente sul sito del Mario Negri, http://www.marionegri.it/1135010286.d2.asp
) come al solito non perde l’occasione per fare l’apologia della vivisezione e,
sulla proposta di legge Schmidt, dichiara appunto:
«[...] oggi esistono leggi – una presentata dall’On. Schmidt in accordo con le società per la protezione degli
animali [sic!] si spera che venga approvata prima della fine della legislatura
– che determinano specifiche e severe regolamentazioni per l’impiego degli
animali». Qualunque animalista, antivivisezionista o cittadino con un senso di
rispetto per la scienza che si senta rassicurato da questa affermazione,
probabilmente sa molto poco della storia del movimento antivivisezionista, e ha
un urgente bisogno di leggere Hans Ruesch, La medicina
smascherata, Editori Riuniti 2005 (per Garattini
vedi le pp. 12-3, 23 (n. 12), 32, 86 ecc.) oltre che Imperatrice nuda (1976; Civis,
2005) e La figlia
dell’imperatrice (Stampa Alternativa, 2006) dello stesso autore, nonché
Vivisezione o scienza (Edagricole, 20006) di Pietro Croce (per
acquistare questi libri vedi anche
http://www.equivita.it/pubblicazioni.htm
).
Inserito: 16 luglio 2005
Scienza e
Democrazia/Science and Democracy