PAOLO DE BERNARDI
Le
vaccinazioni di massa:
panacea o
strumento maltusiano della tecnocrazia?
In un quotidiano locale si legge che i bambini di una scuola elementare
di provincia hanno confezionato e venduto tante bamboline di pezza, offrendo il
ricavato all’UNICEF, che si impegna ad acquistare da
una casa farmaceutica 400 vaccini destinati ad altrettanti bambini africani, e
“liberarli così da moltissime malattie”.
Le osservazioni che stiamo per fare nulla tolgono al valore morale e civico del gesto di tanti bambini, dei loro genitori e insegnanti. Essi hanno agito in buona fede, credendo sia quello il bene da farsi, così come avrà certamente agito in buona fede il responsabile locale dell’UNICEF che ha promosso l’opera buona a favore dei bambini africani.
L’Africa ha trovato sulla sua strada molti benefattori, forse troppi. E paradossalmente stava meglio quando le sue regioni ricche e selvagge erano percorse dagli “avidi” mercanti d’avorio e schiavi, prima arabi, poi portoghesi; i quali l’avevano esplorata fin dove il profitto commerciale lo rendeva conveniente.
Gli “aiuti” verranno ormai alle soglie del sec. XX e saranno innanzitutto di tipo spirituale. I missionari evangelizzatori portarono il battesimo, col quale dovevano liberare da almeno una delle due gravi conseguenze del peccato originale : la perdita dell’amicizia con Dio che rende indegni della grazia. Mentre, per l’altra grave conseguenza che era la morte, quegli stessi missionari non promettevano ancora nulla .
In epoca coloniale classica, ai primi del Novecento, l’Africa inizierà ad essere “aiutata a civilizzarsi” con la costruzione di strade, alberghi, ferrovie, scuole, dighe, ecc. anche se -più tardi si comprese- molte di queste strutture dovevano servire come apparato logistico allo sfruttamento coloniale; del resto gli stati colonialisti non possono essere paragonati ai missionari; se quelli portano civiltà, in cambio vogliono qualcosa.
Una terza grande fase di “aiuti” avverrà in concomitanza con la decolonizzazione; intorno agli anni ’70 la FAO promuove anche in Africa la cosiddetta “rivoluzione verde”, quella che doveva introdurre l’economia agricola di mercato e di “sviluppo”. Un’ economia che ai paesi occidentali faceva vendere macchine agricole, fertilizzanti, pesticidi,sementi, piani di irrigazione con dighe, canali, ecc.; mentre i paesi che ricevevano tali aiuti erano messi in condizione di… pagare i debiti. Per i popoli che videro distrutte le proprie economie di sussistenza ( quelle “primitive”!) “sviluppo” significò “fame”, oppure “emigrazione”, necessaria a far posto al latifondo (quello che garantisce “produttività”).
L’Africa così aveva ricevuto: il 1) battesimo, 2) la civiltà 3) lo “sviluppo”. Quest’ultimo avrà, sì, comportato la fame delle masse, come piccolo effetto collaterale, però aveva consentito di importare la modernità (le infrastrutture, la telematica), e messo in condizione di pagare parte dei colossali debiti con la vendita di colture specializzate e molto richieste dai mercati (arachidi, cotone, tabacco, materie prime, ecc.).
Mancava un quarto fattore. L’Africa non era stata liberata dalla seconda grave conseguenza del peccato originale: la morte e la malattia; quest’ultima si era affacciata sotto la forma dell’AIDS, comparso in un’epoca in cui – si dice – il colonialismo era finito per davvero.
Per capire quanto colonialismo oggi ancor viga rispetto a ieri probabilmente può servire un confronto tra le diverse mentalità che si sono succedute negli stessi paesi, ex metropolitani. Prendiamo un attuale settantacinquenne che ha conosciuto la gioventù balilla e un ragazzo quindicenne dell’attuale scuola superiore: se il primo (formato dalla propaganda fascista) non ha dubbi che in Etiopia si è portata la civiltà, quando nacque l’Impero Fascista nel ’38; l’altro (formato dalla propaganda tecnocratica) è convinto che gli Africani abbiano cominciato a mangiare (naturalmente i soliti latte in polvere e farina) solo dopo l’arrivo degli occidentali; mentre prima quel continente sarebbe stato un inferno di epidemie, fame e miseria. Per respingere tanta presunzione si è costretti a metter mano ai resoconti di viaggio di Livingstone e Stanley, subito dopo la metà del XIX sec., per mostrare che non solo l’Africa non moriva di fame prima dell’arrivo dei bianchi, ma che, se molte popolazioni non allevavano né coltivavano, ciò era dovuto alla grande abbondanza di frutti, cacciagione, pesca, offerti dalla natura che rendeva quasi inutile il lavoro, come biblicamente e drammaticamente lo intendiamo noi.
Una delle certezze incrollabili dell’uomo medio occidentale è che le vaccinazioni, oltre ad essere un efficace mezzo per impedire l’insorgere di molte malattie, siano anche innocue (cioè prive di effetti collaterali) . Aver radicato questa certezza è il vero grande capolavoro della virologia, più che l’aver sconfitto – come crede e fa credere – le epidemie. Mostrare, con grafici alla mano che molte epidemie, in certi paesi del mondo, già erano in calo prima dell’introduzione delle vaccinazioni (grafici riportati ad esempio negli studi di N. Miller[1], P. Croce[2], ecc.) provoca nell’interlocutore, sia medico che uomo comune, una sorta di reazione isterica: non è vero, è impossibile che il calo delle epidemie non sia dovuto alle vaccinazioni. Non si può negare il dogma delle vaccinazioni.
Approfittando di questo stato di prostrazione in cui versa l’intelletto dell’uomo medio occidentale, ecco che chi li produce avanza un vaccino contro il cancro, un vaccino contro l’abitudine del fumo, un vaccino contro l’impulso allo shopping[3] (quello che l’occidentale medio non vuol assumere in altra forma, propinateglielo come vaccino, funziona!). Se uno si vaccina contro l’influenza e poi si ammala è pronto ad ammettere, non che il vaccino non funziona, ma che si trattava di un altro ceppo di virus… ecc. Ecco il vero capolavoro della virologia–immunologia.
Consapevole di tanta paralisi degli intelletti, finalmente e con molta tranquillità Luc Montagnier ha rivelato la vocazione teologico–messianica della medicina contemporanea dichiarando che un vaccino contro la morte “è ipotesi da prendere in considerazione”. Poiché la via tecnocratica verso l’immortalità richiederebbe (oltre al vaccino) una rinuncia alla produzione sessuata (con beneficio della fecondazione artificiale e della genetica che potranno programmare l’umanità come vogliono), il giornalista chiede a Montagnier se non sia pericoloso modificare ciò che è scritto nella natura; il virologo–tecnocrate risponde: “da almeno un secolo la medicina va contro natura….già ci troviamo in una lotta contro la natura, e non vedo perché non dovremmo andare fino in fondo”[4]. Non si poteva incontrare definizione più appropriata della hybris.
Chi è ancora sveglio si dovrebbe preoccupare, perché ciò significa che è imminente nel nostro paese come in tutto il mondo, un’ondata di vaccinazioni di massa, non appena qualche gruppo farmaceutico potente dirà di aver pronto il vaccino contro il cancro, il vaccino contro l’AIDS, il vaccino contro la sfiga, quello contro la morte, ecc. Quale genitore si opporrà alla vaccinazione del proprio figlio? Se la sentirebbe di violare uno dei fondamentali diritti umani, quale il diritto alla salute? I tribunali dei minori sono già allertati, pronti a togliere le patrie potestà…
Al missionario vestito di nero che libera dalla indegnità alla grazia, segue il missionario vestito di bianco che libera dalla seconda conseguenza del peccato: la malattia e la morte. E come nel medioevo e in età moderna vi furono crociate e roghi contro catari e anabattisti che non volevano il battesimo di Roma, ora sono pronte crociate contro quei gruppi di “radicali”, “fanatici” o “sette” che rifiutano i vaccini per sé e per i propri figli, non fidandosi dei troppi metalli pesanti in essi contenuti e dei non sempre dichiarati materiali genetici ricombinanti destinati a oscure mutazioni del DNA, nella direzione voluta da una nuova casta di salvatori, per i quali, come al solito, l’intelligenza è peccato. Prima, tutto era legittimato da una dottrina teologica, ora da una dottrina medica, i cui autori sono una quanto mai ambigua e sfuggente “comunità scientifica internazionale” (chi ne tiene la fila?) che si avvale di un concetto di “prova scientifica” che non è più quello democratico, controllabile proprio della nascita della scienza moderna.
L’aggiornatissimo e acuto segretario del Comilva, Walter Pansini[5] scriveva nel 1993:
Le vaccinazioni costituiscono il capitolo più
misterioso della storia della medicina. Non siamo riusciti a trovare prove
inoppugnabili che dimostrino la reale efficacia di
queste…Infatti alla luce di una assolutamente incompleta conoscenza dei
meccanismi immunitari, solo la comparazione di grandi gruppi di vaccinati e non
(doppio cieco), proverebbe qualcosa, ma stranamente non si vuole mai farlo
(tranne la disastrosa esperienza indiana).
Detto bene: si tratta di uno dei capitoli più misteriosi della storia della medicina e quello che qui si intende fare è di provare a gettarvi un po’ di luce.
Chi tira le fila di questo misterioso capitolo della medicina
Facciamo un po’ di storia. I più credono che la medicina occidentale sia ormai planetaria per il fatto che è scientifica ed efficace; mentre le cose stanno un po’ diversamente:
Dal 1910 al 1925, in base alle regole stabilite dal
Rapporto Flexner, l’American Medical Association e l’Association of
American Medical Colleges eliminarono la maggioranza
dei terapisti non ufficiali, in particolare le donne e i neri. In nome della
scienza e della qualità terapeutica, si imponeva alle
scuole di medicina di attenersi ai dettami del Rapporto Flexner:
un vero regime del terrore sanitario. Le università dovevano assumere
l’impostazione ‘scientifica’ stabilita da questo rapporto e finanziata dalla
Fondazione Rockefeller, altrimenti erano minacciate di chiusura…le fondazioni Carnegie e Rockefeller avevano infatti
sovvenzionato il Rapporto Flexner e la sua
applicazione. La grande finanza assunse quindi il
controllo della salute [… ] Nel 1977 la Dichiarazione di Alma Ata attribuiva all’Organizzazione Mondiale della Sanità la
facoltà di estendere l’applicazione del Rapporto Flexner
al mondo intero. Proclamando il diritto alla salute e al benessere per tutti i
popoli della terra, si stabilivano criteri e regole internazionali per le
pratiche terapeutiche. Il controllo della salute passava così dai governi
nazionali al governo mondiale. I singoli paesi venivano insomma spossessati della sovranità in campo
sanitario, che veniva attribuita a un potere internazionale, il cui ministero
era l’OMS. Ma chi è a capo dell’OMS? Nient’altro che i finanzieri mondiali, i responsabili del Rapporto Flexner e della sua applicazione. E
cosa significa diritto alla salute? Vuol dire diritto alla medicalizzazione.[6]
La Holding Rockefeller, produttrice del vaccino Salk, ed altri iniziarono per primi ad influenzare con sistemi
discutibili il mondo politico, scientifico, gli ordini professionali e i mass
media. Utilizzando la paura della polio ottennero finanziamenti statali enormi,
che in USA furono di decine di milioni di dollari
all’anno negli anni Cinquanta.[7]
Davvero efficaci?
Il primo argomento a favore della presunta efficacia delle vaccinazione consiste nell’affermare che a seguito della vaccinazione di massa le principali malattie infettive sarebbero scomparse e a volte si esibiscono dei grafici. Ma approfondiamo avvalendoci di uno degli studi più seri[8] che siano mai stati fatti sulla questione vaccini, che si avvale di grafici e statistiche della stessa OMS, nel quale si mostra che la regressione delle epidemie ha una regressione analoga nei paesi vaccinati e nei paesi non vaccinati.
Ungheria, anni Trenta, la popolazione delle campagne viene vaccinata contro la difterite, quella di Budapest no; ebbene il calo del tasso di mortalità per difterite fu pressoché identico nei due gruppi[9].
Ancora anni Trenta: il cantone di Ginevra viene vaccinato (1932) contro la difterite, quello di Vaud solo 12 anni più tardi; ebbene, nel corso di questi 12 anni, nel cantone vaccinato i casi di difterite scendono da 137 a 20, mentre in quello non vaccinato scendono da 135 a 25[10].
Spesso si rimane estasiati davanti alla caduta
vertiginosa dei decessi per difterite in Inghilterra durante la grande
“crociata per la vaccinazione”, ma si dimentica di
osservare che, se in quel paese sono stati necessari 10 anni di vaccinazione
intensiva (1940-1950) per far calare il numero di decessi da 2.480 a 49, a
Berlino, 6 anni di non vaccinazione hanno portato allo stesso risultato.[11]
Se si comparano i grafici di 19 paesi europei dove si è attuata la vaccinazione contro la difterite tra il 1946 e il 1952, con quelli della Germania Occidentale, non vaccinata degli stessi anni, si scopre che sia i casi di malattia che i decessi sono inferiori in Germania Occidentale[12].
Se si confronta casi e decessi per difterite tra Canada (vaccinato) e Giappone (non vaccinato), negli anni 1944-1952, si osserva che se in Canada la vaccinazione ha fatto meraviglie, in Giappone la non vaccinazione ha fatto prodigi[13].
La crescita della difterite nell’Olanda vaccinata e nella Svezia non vaccinata, tra il 1941-1944, è pressoché identica[14].
Quelli di Germania e Giappone, paesi che sconfitti in guerra non hanno proceduto a vaccinazioni di massa, sono casi eclatanti che parlano da soli, mostrando come tanto il vaccinare quanto il non vaccinare hanno consentito spettacolari riduzioni delle malattie infettive. E siccome i grafici comparati delle due guerre mostrano come durante e subito dopo ciascuna di esse si sono avuti picchi di malattie infettive, ecco che questo ci dà già una indicazione: verosimilmente le migliori condizioni alimentari e igieniche quali si possono ottenere fuori da una guerra sono la vera condizione determinante per la regressione delle malattie infettive. Non lo si riconosce forse ancor oggi quando una catastrofe naturale o delle guerre provocano profughi che vivono ammassati in tende e campi con poco cibo e cattive condizioni igieniche, non si dice allora che si teme lo scoppio di epidemie?
Senza il BCG (vaccino antitubercolare), in
Inghilterra, dal 1851 al 1939, il numero dei decessi è diminuito del 75%. Il calo
della mortalità in Gran Bretagna (senza BCG) è del tutto simile a quello della
Danimarca e della Norvegia (con BCG), due paesi spesso citati come esempio
dell’efficacia del BCG. In generale, anche senza l’impiego di BCG, da un secolo
a questa parte si assiste ad una straordinaria diminuzione della mortalità da
tubercolosi in tutti i paesi ad alto tenore di vita. Il BCG non è stato usato a
New York dal 1924 al 1944 e la caduta della mortalità ha raggiunto il 95%[15].
Per quanto riguarda il tetano:
Nell’esercito francese, il più vaccinato degli eserciti alleati (più di 4.000.000 di vaccinazioni tra
l’ottobre 1936 e il giugno 1940), il tasso di morbilità tetanica ogni mille
feriti fu durante la campagna del 1940 lo stesso che nella guerra del 1914-18.
Nell’esercito greco, non vaccinato, la frequenza del tetano durante l’ultima
guerra è stata sette volte minore che nell’esercito
francese.[16]
Quanto al vaiolo:
The
Lancet del
23 II 1884, a proposito dell’epidemia del Sunderland,
fornisce i seguenti dati: 100 di cui 96 tra i vaccinati; durante quella di Browley: 43 casi di vaiolo in 43 soggetti vaccinati…A
Londra, nel 1901-02 su quasi 10.000 casi 7000 riguardavano persone vaccinate….La prova più incontestabile della inefficacia
di quella vaccinazione, che non protegge neanche per 2 mesi, è data dal
rapporto di 2 medici militari, pubblicata dal Lancet il 25 XI 1944, a proposito di 100 casi di vaiolo nell’esercito di
stanza in Egitto nel 1944. Tutti i malati, tranne 4 erano vaccinati.[17]
A New York, prima della vaccinazione obbligatoria,
c’era addirittura una media annuale di 220 morti per vaiolo; ma dopo le
vaccinazioni ad oltranza, un’unica epidemia provocò
1100 malati all’anno.[18]
Nel 1905, quando gli americani occuparono le Filippine, la mortalità per vaiolo era del 10%; dopo la campagna di vaccinazioni del 1905-06 la mortalità passò al 25%; dopo l’intensificazione delle vaccinazioni del 1918-20, col 95% di vaccinati, la mortalità passa al 54%[19].
Quanto alla efficacia (presunta) dei vaccini, noi disponiamo di una sola grande esperienza, fatta su un numero vastissimo di casi, e condotta rigorosamente a doppio cieco e il cui responso ha per questo valore scientifico. Si tratta della vaccinazione antitubercolare sperimentata in India dalla OMS nei primi anni Settanta su 260.000 individui, solo metà dei quali vennero vaccinati. Ebbene, negli anni successivi si constatò che l’incidenza della tubercolosi era maggiore proprio tra i vaccinati[20].
In Italia nel 1887-89, la morte per vaiolo tra i soldati era uguale a quella tra le donne non vaccinate[21]. In Italia l’antipolio viene introdotta nel 1956 (quando ancora c’era il Salk), ebbene i casi di polio tra il ’55 e il ’58 sono aumentati di 5 volte[22].
Nel 1976, il dottor Jonas Salk, creatore del vaccino ucciso usato durante gli anni
Cinquanta, testimoniò che il vaccino vivo (usato quasi elusivamente negli Stati
Uniti dai primi anni Sessanta in poi) era “la causa principale, se non l’unica’
di tutti i casi documentati di poliomielite negli Stati Uniti dal 1960”. (Il virus permane nella gola per una o due settimane e nelle
feci per circa due mesi. Di conseguenza, le persone vaccinate sono a rischio e
sono potenzialmente contagiose, fintanto che continua l’eliminazione fecale).
Recentemente, i Centri Federali per il Controllo delle Malattie (CDC) hanno
ammesso che il vaccino vivo è diventato la causa
dominante della poliomielite negli Stati Uniti oggi. Infatti, secondo le cifre
rilasciate dal CDC, l’87% di tutti i casi di polio negli USA
registrati tra il 1973 e il 1983 (eccetto casi importati) sono stati causati
dal vaccino.[23]
Secondo il dott. Atkinson,
del CDC, “la trasmissione del morbillo tra persone vaccinate è chiaramente
documentata. Durante alcune epidemie…oltre il 95% dei casi
riguardava persone vaccinate”.[24]
Nel 1986, nel Kansas, furono riportati 1300 casi di
pertosse. Il 90% dei pazienti di cui era noto lo stato di vaccinazione
era stato “adeguatamente” vaccinato.[25]
Albert Sabin, inventore del vaccino contro la polio e premio Nobel negli anni Cinquanta, a Piacenza nel 1985, in un aula gremita dell’Ordine dei medici, ha affermato:
Cari Medici, secondo me i vaccini antinfluenzali non
servono. Le campagne per le vaccinazioni di massa organizzate
dai ministeri della sanità sono soldi sottratti alla ricerca seria.
Orientamenti e mode. So bene che rischio di provocare polemiche, ma è
esattamente questo il mio pensiero.
A chi stupito gli aveva chiesto chiarimenti, Sabin aveva esibito i dati ufficiali degli Stati Uniti, dove si evidenziava che chi era stato vaccinato contro l’influenza si ammalava nella stessa percentuale di chi non si era fatto vaccinare[26]. E si potrebbe continuare a lungo,[27] ma questo dovrebbe bastare per mettere in luce che una prova scientifica della efficacia delle vaccinazione non la possediamo, anzi semmai possediamo molte indicazioni in senso contrario.
In sostanza, i difensori delle vaccinazioni presentano i dati di regressione delle malattie a partire dagli anni in cui vengono introdotte le vaccinazioni, omettendo di evidenziare il periodo antecedente che mostra essere l’epidemia già in calo, oppure omettendo di confrontare i grafici tra paesi vaccinati e non vaccinati. In questo modo producono l’illusione che tali regressioni siano dovute ai vaccini.
Se il livello di vita è uguale, le malattie evolvono
secondo curve simili nei paesi vaccinati e in quelli non vaccinati.
In assenza di vaccinazioni, le malattie regrediscono
in tutti i paesi in cui si eleva il livello di vita.
Nonostante le vaccinazioni, le epidemie non regrediscono in quei
paesi in cui le condizioni igieniche o il livello di vita vi si oppongono.
Nulla permette di affermare che le vaccinazioni
abbiano fatto scomparire o regredire le epidemie: tutto porta
a credere che l’evoluzione delle une non abbia niente a che fare con
l’evoluzione delle altre.[28]
Per essere più modesti, possiamo affermare che noi oggi non conosciamo le vere ragioni del comparire o del regredire delle epidemie, così come ci resta ignoto il perché della scomparsa della famosa peste nera affacciatasi in Europa per la prima volta nel 1348. E la lebbra, è forse scomparsa grazie ai vaccini? “Per ragioni tuttora ignote la lebbra comincia a regredire a partire dalla metà del XIV secolo”[29].
Cosa contengono
i vaccini?
La vaccinazione non intende
essere una misura terapeutica, bensì profilattica, cioè
si tratta di agire su persone sane per impedire che si ammalino in futuro di
una certa malattia. Il vaccino è un preparato derivante da una sospensione di
batteri o virus, che possono essere vivi attenuati o
uccisi. Sono perciò detti “antitossici” quelli costituiti da
batteri (del tifo, della tubercolosi, della peste, ecc.); sono detti
“antivirali” quelli costituiti da virus (polio, rabbia, vaiolo, influenza,
ecc.); altri vaccini sono ottenuti per manipolazione genetica. Il
principio sul quale si basano le vaccinazioni pretende che inoculando
nell’organismo questi virus o batteri, vivi, attenuati o uccisi, naturali o
manipolati geneticamente, si sviluppino poi degli anticorpi che dovrebbero
proteggere l’organismo contro la malattia di cui ha già ricevuto il virus o
batterio, iniettatogli nel sangue, o assunto per via orale.
Di fatto il vaccino del vaiolo è coltivato sulla pelle di vitelli e pecore, oppure occhi di coniglio; quello del tetano è ricavato da tessuti di cavallo; quello della rabbia da tessuti di cane, pecora, scimmia, coniglio, criceto, ratto, topo, uovo di gallina, uovo di anatra; Quello della tubercolosi usa le arvicole o le mammelle di mucca; quello della polio usa reni e testicoli di scimmia; quello contro la rosolia usa reni di coniglio; il vaccino contro il morbillo usa tessuti di cani, reni di porcellini d’india, uova di quaglia giapponese, embrioni di pollo; quello contro la pertosse è coltivato su tessuti di topo, oppure su muco tratto dalla gola di bambini infetti; quello antinfluenzale su embrioni di pollo; quello antidifterite su sangue putrefatto di cavallo; quello antitifo è ricavato da materia fecale decomposta di ammalati di tifo. Quasi sempre, su questi tessuti animali vi sono altri virus o batteri diversi da quelli di cui si vorrebbe l’immunizzazione, con la conseguenza che la loro introduzione nel sangue costituisce un salto nel buio: non si sa quali effetti potrebbero avere, a breve o a lungo termine.
Prima che un bambino abbia raggiunto l’adolescenza,
nel suo sangue saranno stati iniettati vaccini con sieri antitossine per
vaiolo, idrofobia, tetano, meningite cerebrospinale, febbre tifoidea,
difterite, polmonite, scarlattina, ecc….il sangue di
un adulto diventerà una mistura di dozzine di sporchi estratti batterici, di
materie contaminate da malattie e di veleni utilizzati in farmaci distruttivi.[30]
In generale, va detto, e la cosa è provata anche dalla letteratura scientifica della medicina occidentale, che qualsiasi intromissione nel sangue (iniezione) di qualsivoglia sostanza (anche le più innocue), è potenzialmente dannosa per l’organismo, che è programmato a usare l’apparato digerente per l’introduzione di qualsiasi sostanza proveniente dall’esterno, mai direttamente nel sangue[31].
Le sostanze che accompagnano il vaccino vengono dette “formulazione” e contengono anzitutto dell’idrossido di alluminio (sostanza con alto potere di assorbimento che accoglie il vaccino vero e proprio); poi c’è un battericida e fungicida che è il thiomersal (tiosalicilato di mercurio); seguono formaldeide (nota sostanza cancerogena) e antibiotici (come neomicina, ecc). Le sostanze più pericolose sono l’idrossido di alluminio, Al(OH)3, e il mercurio. Il primo, depositandosi nel cervello è indicato, in generale, come responsabile del morbo di Alzheimer; il secondo è noto come metallo pesante ad alta tossicità che si accumula nei reni e nel fegato, con tempi di eliminazioni che vanno da 12 a 15 anni. Ma il mercurio è anche capace di produrre aberrazioni cromosomiche, capaci di riverbero sulle generazioni successive.
Sono dannosi?
Col termine SIDS (Sudden Infant Death Sindrome) si intende la morte improvvisa e apparentemente senza cause del bambino intorno al terzo mese di età; anche indicata come “morte bianca”, il cui picco massimo di incidenza si colloca tra il secondo e il quarto mese di età, guarda caso proprio quando il bambino riceve il primo ciclo di vaccinazioni. Un conformismo che nasce dal tabù, proprio delle menti idolatriche, conduce medici di base e commissioni sanitarie ad evitare ogni indagine sulla possibile responsabilità del vaccino, nonostante che il picco statistico e spesso le testimonianze dei genitori diano indicazioni in quella direzione. Infatti alla vaccinazione seguono effetti collaterali che al genitore non sfuggono, avendo osservato il comportamento del bambino prima e dopo la somministrazione. E comunque, come acutamente ipotizzato da Coulter, al Congresso di omeopatia LIGA a Barcellona, nel 1990, potrebbe trattarsi di paralisi del nervo vago:
Quest’idea era stimolata dall’osservazione che i
bambini danneggiati dai vaccini soffrono di molte
altre paralisi dei nervi craniali. Il nervo vago è il punto di
origine di gran parte dell’innervazione dei polmoni e più specificamente
fornisce il controllo riflesso della respirazione. Se questo nervo viene indebolito da un’encefalite da vaccino, il riflesso
della respirazione viene necessariamente compromesso. Tale osservazione è
rafforzata dal netto aumento dell’asma e di altre
patologie respiratorie osservate negli Usa dall’avvento della vaccinazione di
massa. Vale la pena notare che molte di queste patologie vengono
considerate ‘congenite’ (cecità, sordità, epilessia, incapacità di parlare,
ritardo mentale). Tuttavia esse raramente vengono
identificate alla nascita. È più frequente invece che i genitori si rendano
conto che il bambino non può vedere, udire o parlare o che è mentalmente ritardato quando ha nove mesi o un anno. Poiché non si può
determinare alcuna altra causa per tali malattie, il
medico decide che queste erano presenti alla nascita. Tuttavia, a questo punto,
il bambino avrà già ricevuto tre volte il vaccino DPT (difterite, pertosse e
tetano) e si sa che questa vaccinazione è in grado di provocare le malattie già
citate.[32]
Molto difficilmente una commissione medica sarà disposta a riconoscere una connessione tra tra morte del bambino e precedente vaccinazione anche quando la connessione sia evidente:
Molti dei medici legali che indagano sui casi di
morte sospetta sono addirittura maestri nell’arte del sotterfugio. La
vaccinazione viene raramente indicata come causa del
decesso. Invece usano termini di grande effetto per falsificare i certificati
di morte: arresto cardiaco, possibile miocardite, polmonite bronchiale
bilaterale, setticemia causata da tonsillite purulenta, leucemia linfatica, streptococcal cellulitis,
meningite tubercolare, paralisi infantile e SIDS, per elencarne soltanto alcuni.[33]
Non mancano gli studi sui possibili
danni da vaccino
...Anzi, per chi lo voglia ho a disposizione una bibliografia scientifica sui danni da vaccino fatta di oltre un migliaio di titoli! Qui mi limiterò a citarne solo pochissimi, dal contenuto e titolo più significativi. Negli Usa l’autismo colpisce l’infanzia con una percentuale altissima: un bambino ogni 166; senonché, nel 2005, un reporter del Washington Times ha voluto confrontare questi dati con quelli degli Amish della Pennsylvania, una comunità religiosa di origine olandese, che vive separata dal resto della popolazione Usa e che non vaccina i propri figli. Ebbene, il reporter ha scoperto che presso gli Amish, invece di riscontrare i 200 casi di autismo, come avrebbe dovuto essere se quelli fossero stati in linea con la media nazionale, ne ha trovati solo tre (su bambini peraltro arrivati di recente da paesi dove erano stati vaccinati)[34]. Risultato questo che è in linea con lo studio del 2004 del Center for Disease Control di Atlanta, che concludeva rilevando come i bambini vaccinati abbiano 27 volte in più la possibilità di sviluppare autismo, rispetto a quelli non vaccinati. La correlazione tra mercurio e autismo è stata messa in evidenza recentemente da un ricercatore dei Centers for Disease Control federale, Tom Verstraeten, epidemiologo che ha esaminato i grandi archivi del CDC che contengono cartelle cliniche di 100.000 bambini. Da lì è risultata evidente la relazione tra vaccinazioni (thimerosal) e aumento dei casi di disturbi mentali, dall’autismo, all’iperattività, al “disordine da deficit di attenzione”. L’autismo, sconosciuto in America fino al 1943, ha avuto la sua forte impennata nel 1991, proprio quando si sono introdotti altri tre vaccini per l’infanzia, facendo così passare la statistica da 1 caso su 2500, prima del ’91 all’attuale 1 caso su 166[35]. Sulla tossicità dei singoli eccipienti, capaci di stimolare, in maniera altamente variabile, il sistema immunitario, in primo luogo abbiamo il mercurio del Thimerosal. L’Agenzia americana per le sostanze tossiche annovera il mercurio tra le sostanze più pericolose e tossiche che esistono, dopo arsenico e piombo. La letteratura medica ne ha ovviamente riconosciuta la pericolosità quando lo si introduce nell’organismo coi vaccini[36]. Per quanto riguarda il secondo importante componente dei vaccini, l’allumino, esso è risultato responsabile di iperplasia linfoide cutanea, anche detta pseudolinfoma cutaneo[37], ma è anche riconosciuto responsabile delle principali forme di encefalopatia, tra cui Alzheimer e Parkinson[38] (in generale, l’accumulo di alluminio porta alla demenza). Il terzo importante componente della formulazione, la formaldeide, è una sostanza notoriamente citotossica e cancerogena[39].
Nel 2002, due importanti studi mettono in evidenza la connessione tra vaccinazione e allergie[40]. Quanto alle patologie autoimmuni, come conseguenza di vaccinazione, oramai gli studi sono numerosissimi[41]: la vaccinazione difterica-tetanica-pertossica è riconosciuta causa di anemia emolitica autoimmune dai ricercatori della Humboldt University di Berlino[42]. Il vaccino antihaemophilus B è riconosciuto in grado di provocare la sindrome di Guillain-Barré (poliradiculoneuropatia infiammatoria acuta)[43]. La stessa sindrome può essere provocata dai comuni vaccini anti-parotite, anti-morbillo, anti-rosolia[44], come dal comunissimo antinfluenzale[45] fino al vaccino antipolio Sabin[46]. Una delle conseguenze più riscontrate a seguito della pratica vaccinale è l’encefalopatia acuta[47]. Si sono registrati danni al sistema nervoso centrale, sclerosi multipla[48] e danneggiamenti della guaina mielinica[49], specialmente dopo l’introduzione del vaccino antiepatite B di tipo ricombinante (cioè frutto di manipolazione genetica). È recentissima in Inghilterra la polemica scoppiata sui giornali a proposito del MPR (anti morbillo, parotite, rosolia), allorché una delle maggiori autorità sanitarie del paese, il medico Peter Fletcher ex capo dell’ufficio scientifico del dipartimento di salute britannico e membro della commissione sulla sicurezza dei medicinali, ha dichiarato alla stampa a proposito del vaccino MPR:
“il rifiuto del governo di valutare propriamente il
rischio rappresenta uno dei più grossi scandali della storia della
medicina…I dati clinici e scientifici che si stanno accumulando dimostrano che
il virus vivo contenuto nel vaccino può causare danni al cervello,
all’intestino, al sistema immunitario in bambini vulnerabili. È troppo per
poter ignorare ogni cosa, eppure le autorità governative paiono felici di
farlo. Perché il governo non considera questo problema più
seriamente?”[50].
Una delle prove più eloquenti
della pericolosità di tale vaccino era il fatto che in
bambini con autismo regressivo, comparso dopo la vaccinazione, era stato
riscontrato il virus morbilloso (il cui codice genetico provava esser derivato
da vaccino) nel liquido spinale, mentre in bambini non autistici, pur se vaccinati,
non è stata individuata la persistenza del virus[51]. E questo unito ad altre statistiche che mostrano come ad
esempio in Danimarca, dopo l’introduzione del MPR l’autismo sia aumentato del
400%, è abbastanza eloquente, se non probante[52]. Cose che ampiamente smentiscono chi, depistando, vuol far passare
l’autismo per malattia genetica (ignota prima del
1943 e negli ultimi decenni in vertiginosa ascesa percentuale).
Certamente il vaccino ricombinante contro l’epatite B è dalla letteratura medica messo in evidenza come uno dei più dannosi in assoluto, capace di provocare le patologie più disparate, dall’eritema nodoso[53], alla poliartrite[54], dalla trombocitopenia[55], dall’antigenemia di superficie[56], a danni alla vena centrale della retina[57]; danni al fegato di vario tipo[58], demielinizzazioni[59]. Ma anche il diabete, sempre più diffuso anche nei bambini, trova nelle vaccinazioni in generale una delle sue cause prioritarie[60]. Che la vaccinazione antinfluenzale giovi agli asmatici, perché li farebbe respirare meglio, è un altro mito della propaganda, uno studio sul “Lancet” del 1998, ha provato il contrario[61]. Non mancano danni ai reni[62], immunosoppressione[63]…
Non mancano
i casi
Eccone una selezione:
· Napoli: “Vaccino sequestrato dopo la morte di 4 bambini” (Corriere della Sera, 22.VII.1970).
· Cagliari: “Ragazza di 14 anni uccisa dal vaccino (contro l’asma)? Scoppia una polemica tra i medici” (L’Unione sarda, 12.V.1971).
· Isernia. “Il vaccino bivalente sequestrato in Molise (dopo la morte di un bimbo)” (Il Tempo, 15.X.1980).
· Milano: “Prese la Poliomielite dal figlio vaccinato (e rimane paralizzato)” (La Repubblica, 21.VIII.1986).
· Como: “Va in coma a causa di encefalite postvaccinica (giovane recluta)” (Il Manifesto, 13.III.1987).
· Verona: “Muore una bambina di 15 mesi: avvelenata da una vaccinazione?” (eseguita la settimana prima; L’Arena, 22.III.1987).
· Cagliari: “Muore nell’ambulatorio di Sinnai (uomo di 28 anni). Forse è stato fatale il vaccino contro l’asma” (L’Unione sarda, 8.IV.1987).
· Roma: “Donna di 28 anni muore dopo vaccino antinfluenzale” (L’Unità, 3 IV.1988).
· Cassino: “Vaccinato contro la vita (recluta muore dopo antimeningite)” (Panorama, 1.V.1988).
· Roma: “Esposto alla procura: contrasse la polio dopo il vaccino” (Giornale di Sicilia, 18.IX.1988).
· Roma: “Vaccino per neonati sospesa la vendita (dopo la morte di una bambina abruzzese cui era stato somministrato quel preparato)” (La Repubblica, 18.I.1989).
· Lecco: “Bimba di due anni muore nel sonno. È stato il vaccino contro il morbillo?” (somministratole il giorno prima; Il Giornale Nuovo, 17.VI.1989).
· Roma: “Fa vaccinare il figlio: contagiata (e paralizzata)” (La Stampa, 1.II.1990).
· Milano: “Bambine stanno male dopo la vaccinazione” (10 di 20 che avevano ricevuto antirosolia, hanno accusato conati di vomito, vertigini, cefalee; Il Secolo XIX, 4.II.1990).
· Verona: “No al vaccino obbligatorio: il figlio morì” (è il caso di Giorgio Tremante che ha fondato un’associazione contro l’obbligatorietà dei vaccini dopo aver avuto 2 figli morti a seguito di vaccinazione; Il Giorno, 12.XII.1995).
· Milano: “Sanità: ministero responsabile per contagio da vaccino antipolio” (l’uomo contrae la polio a seguito della vaccinazione del figlio e infine muore; Messaggero, 19.I.1996).
· Venezia: “Muore in caserma dopo il vaccino” (Nazione, 22 I.1996).
· Firenze: “Risarcito dopo aver contratto paralisi a seguito di vaccino antipolio” (Corriere dell’Umbria, 21.IV.1996).
· Firenze: “Colpito dall’encefalite (e ridotto allo stato vegetativo) dopo l’antipolio: per la prima volta lo Stato condannato. Alla famiglia arrivano 2 miliardi” (Messaggero, 3.X.1996)
· Roma: “Danni da vaccinazioni: in 200 saranno risarciti dal ministero” (Messaggero, 4.X.1996; risarcimento che avviene in base alla legge 210 del 1992)
· Roma: “Donna muore, bloccato vaccino antinfluenza” (Messaggero, 31.X.1997).
· Mantova: “Paralizzata dall’antipolio” (bimba di 5 mesi; Corriere dell’Umbria, 12 XI 1997).
· Mantova: “Sei mesi, perde l’uso di una gamba dopo l’antipolio” (Messaggero, 11.I.1998).
· Nel 1998 “la Francia blocca il vaccino contro l’epatite B, dopo aver recensito in un anno 1400 casi di danneggiati” (Nazione, 3 X 1998).
· Latina: “I genitori di 8 bambini colpiti da polio a seguito del vaccino fondano una associazione” (Messaggero, 2 XII 1999).
· Caltanissetta: “Bimba muore dopo il vaccino (Nazione, 25 I 1999).
· Gela: “Neonato morì dopo il vaccino, medici sotto inchiesta” (Nazione, 25 IX 2000).
· Roma: “Indennizzo a uomo che ha contratto epatopatia cronica a seguito di vaccinazione antiepatite B” (Nazione, 17 X 2000) .
· Ascoli (Acquasanta Terme): “Bambina muore dopo il vaccino” (era antipolio, Il Messaggero, 18.VII.2004).
· Ravenna: Paralizzato dal vaccino influenzale. Il giudice allo Stato “risarcitelo” (Nazione, 27.XII.2006; viene così riconosciuto il diritto al risarcimento anche per vaccini non obbligatori).
·
Pisa: Emorragia
cerebrale, morta bimba di sei mesi (nei giorni precedenti la bimba aveva
ricevuto le vaccinazioni di rito, e i medici, prima ancora dell’autopsia, già
escludevano qualsiasi causalità; Nazione, 4.VI.2007).
·
Sarzana: “Autistico dopo l’antipolio. Il
tribunale lo risarcisce con 2500 euro al mese” (Nazione, 5.XI.2007. La vaccinazione
avvenne nel 1987, la battaglia legale inizia nel 2000 e si conclude nel 2007)
Nel 2003 erano 400 le famiglie indennizzate per danni da vaccino ai sensi della 210/92, e questo numero non include le numerosissime famiglie, specie meridionali, che per estremo di deferenza alla classe medica non osano discutere il responso delle commissioni mediche che escludono sistematicamente la connessione tra danno, anche letale, e vaccino; questo numero non include tutti coloro che ignorano l’esistenza della legge 210/92, e che non sono inclusi nel novero ufficiale dei danneggiati; e tra chi ignora questa legge vanno inclusi persino numerosissimi sanitari.
Ecco esempi di casi della mia regione, dove le commissioni mediche delle ASL hanno stornato i sospetti che in un primo momento e con ogni evidenza cadevano sul vaccino.
· Terni: “Bimbo si ammala di leucemia, sospetti su un vaccino” (Messaggero Umbria, 2 XII 1997).
· Terni: “Bimba muore nella culla. Ultimo addio a Flavia (di 4 mesi)” (La Nazione Umbria, 8 XII 1997).
· Ancona: “Muore a tre mesi: inchiesta sulle vaccinazioni” (Messaggero, 22 IV 1998).
· Perugia: “Si indaga sulla morte di una bambina, che il giorno prima aveva fatto un vaccino” (Nazione Umbria, 30 IX 1999).
· Perugia: “Neonata muore, è giallo” (a 48 ore dopo il vaccino; Nazione Umbria, 5 IV 2006)
Si tenga conto che
1. I casi di solito non vengono riportati sui giornali (chi scrive lo ha verificato personalmente: il caso di un medico perugino ucciso da vaccino antinfluenzale nel 2005);
2. Se i casi vengono riportati sono nella cronaca locale, cosicché non salgono alla ribalta nazionale;
3. La maggior parte delle commissioni mediche chiamate a pronunciarsi sui casi di morte a seguito di vaccino, assolvono meccanicamente il vaccino da ogni responsabilità, con fare da foche ammaestrate, e invocano le cause più disparate: morte bianca (sic!: appunto per indicare una morte di cui non si vuol accertare la causa, è il caso di Terni 8.XII.1997), epatite, epiglottide infettiva (questa si invoca nel caso di Perugia 1999), oppure si invoca l’insufficienza epatica (come ho verificato nel caso di Perugia 2006); tutte patologie di cui, in quei soggetti, non si era registrato segno prima del vaccino, ma che sarebbero repentinamente comparse proprio dopo la vaccinazione.
Per rendersi meglio conto della situazione, riportiamo i dati che seguono, riguardanti il nostro paese. In Italia, nel 1991, l’allora ministro della sanità De Lorenzo emana una circolare ministeriale (circolare n. 9 del 1991) nella quale raccomanda ai medici di non notificargli danni da vaccino riferiti da mamme troppo allarmiste…Guarda caso siamo nell’anno in cui in Italia viene introdotta – primo paese al mondo! – l’obbligatorietà della vaccinazione contro l’epatite B.
A carico di De Lorenzo c’è stato un esposto da parte dell’Associazione per la Libertà di Scelta Terapeutica del 19 luglio 1993 del seguente tenore:
Nel mese di febbraio 1991 il Presidente della Smith- Kline (produttrice del vaccino Engerix B) avrebbe versato per sua ammissione 600 milioni al Ministro De Lorenzo per ottenere vari favori. Poiché la predetta ditta è l’unica produttrice del vaccino Engerix B, vaccino reso obbligatorio contro l’epatite a maggio 1991, si chiede di verificare se vi sia una relazione diretta o indiretta tra detto pagamento e la proposta da parte del Ministro della Sanità di adottare –unico paese- una normativa che rendesse obbligatoria detta vaccinazione antiepatite B in Italia.[64]
In Italia le morti da vaccino non vengono annoverate neppure come SIDS; siamo l’unico paese europeo (con la Grecia) dove, ancora nel 1994, l’Istat neppure la prevede nel registro delle cause di morte[65]. Un’inchiesta interna del Ministero della sanità (Ministro era Raffaele Costa) nel 1992 ha scoperto che l’80% delle Asl del nostro paese (516 su 632) non registra affatto gli effetti collaterali e indesiderati da farmaci[66]!
Tenuto conto di questi tre fattori, si può concludere che le morti da vaccino sono enormemente superiori a quanto abbiamo di ufficiale; mentre il numero dei danneggiati se davvero fosse inventariabile avrebbe dell’incredibile, secondo la convinzione che mi sono fatto, dopo un decennio di monitoraggio, condotto anche sul territorio in cui vivo. È infatti paradigmatica questa vicenda del 1989, di cui leggiamo alcuni passi. Chieti:
Silvia
Valentini, di Crecchio non
è l’unica vittima delle vaccinazioni. Solo tre mesi prima era morta un’altra
bimba, ma il caso era stato taciuto…Valentina
Mirabilio… cinque ore dopo la vaccinazione inizia a
star male, cade in coma e dopo 20 giorni di agonia
muore…Il suo caso resta però nel silenzio e non viene aperta un’inchiesta sui
motivi del decesso…durante tutto quel periodo –racconta la madre- all’ospedale
ci hanno detto che si trattava di un virus che aveva attaccato il fegato. [Il Centro, 4.I.1989]
Una successiva autopsia fatta al Bambin Gesù a Roma stabilisce che si trattava di encefalopatia a seguito del vaccino trivalente.
Infine non vengono minimamente registrati i danni da vaccino che si verificano anche anni dopo la somministrazione del preparato, quale effetto dei virus di origine animale in esso presenti, come vedremo in seguito.
Nuovi
vaccini
Riproduciamo qui
integralmente una nota di 3 pagine sul Gardasil, il vaccino contro il papillomavirus
recentemente introdotto anche in Italia. La nota è tratta da Xagena, il più noto sito di informazione
medica in Italia, nato nel 1999[67],
che attinge queste notizie da Judicial Watch, 2007 e da FDA
2007.
NOTA SUL GARDASIL
Judicial Watch,
un’associazione di interesse pubblico, ha ottenuto
dall'FDA (Food and Drug Administration
) la possibilità di visionare gli effetti indesiderati correlati al vaccino
contro il papilloma virus umano(HPV),Gardasil. All'11 maggio 2007, il sistema di farmacosorveglianza post-marketing sui vaccini VAERS (
Vaccine Adverse Event Reporting System ) degli Stati Uniti, annoverava 1.637
reazioni avverse digitando la sigla HPV4, che corrisponde
alla vaccinazione con Gardasil,un vaccino quadrivalente. Di queste reazioni, 371 sono definite gravi.
Delle 42 donne che hanno ricevuto Gardasil mentre erano incinte, 18 sono andate incontro a reazioni
avverse, che variavano tra l'aborto spontaneo e di danni fetali. La paralisi,
la paralisi di Bell ( paralisi
facciale ), la sindrome di Guillain Barré e le convulsioni sono alcuni dei gravi eventi avversi
neurologici associati alla vaccinazione con Gardasil.
Nel database sono segnalati anche 3 casi di 3 persone morte dopo aver ricevuto
il vaccino. Una ragazza è morta per trombosi 3 ore dopo aver assunto Gardasil. Due ragazze di 12 e 19 anni sono morte per
problemi cardiaci e/o per trombosi. Secondo l'FDA
queste morti non sarebbero correlate al vaccino. Riguardo ai 1.637 effetti
indesiderati riportati da Judicial Watch, l'FDA ritiene che siano in
linea con i quasi 3 milioni di persone vaccinate negli Stati Uniti con Gardasil. Inoltre non tutte le
reazioni avverse sarebbero correlate alla vaccinazione contro il papilloma virus.Nonostante la
rassicurazione dell'FDA rimangono dubbi sulla
sicurezza del Gardasil[68].
Descrizione di 20 casi dopo vaccinazione
con Gardasil, scelti con modalità random,
presenti nel VAERS line list Report dell'11 Maggio 2007
Caso 1 definito grave: ragazza di 14 anni che immediatamente dopo
somministrazione di Gardasil ha avvertito un dolore
intenso al sito di iniezione. E' caduta ed ha perso i
sensi per 10-15 secondi. La ragazza, che ha manifestato cefalea,
visione offuscata, è stata inviata al Dipartimento d'Emergenza. L'esame
neurologico è risultato normale. I medici hanno
diagnosticato disidratazione e sincope vasovagale
secondaria al dolore prodotto dall'iniezione al sito di somministrazione.
Caso 2 definito grave: una ragazza di 18 anni con nessuna storia di allergie è stata vaccinata con Gardasil.
Il giorno dopo ha manifestato rash ed orticaria, non
al sito di iniezione. Quando si è presentata al
proprio medico curante presentava orticaria in tutto
il corpo. E' stata trattata con Benadryl (Difenidramina), un antistaminico per os,
e sottoposta a trattamento con Metilprednisolone (Solu Medrol).
Caso 3 definito grave, minacciante la vita: una ragazza di 17 anni
dopo essere stata vaccinata con Gardasil ha
presentato intorpidimento e formicolio ai piedi e alle mani, che
sono persistiti e peggiorati. Dopo 25 giorni dalla vaccinazione la
ragazza ha manifestato una grave forma di debolezza. E' stata ricoverata e gli
è stata diagnosticata la sindrome di Guillain-Barré.
E' stata trattata con Immunoglobulina. La ragazza sta lentamente migliorando,
ma soffre sempre di debolezza.
Caso 4 definito grave: una ragazza di 15 anni, che era stata precedentemente
vaccinata per l'epatite A e vaccinata con vaccino meningocicco
A CYW, dopo essere stata vaccinata con Gardasil, ha
presentato convulsione in forma lieve. Inoltre ha avvertito un forte dolore al
sito di iniezione. La ragazza è stata ricoverata per 1
giorno.
Caso 5 definito grave: una ragazza di 17 anni affetta da asma,
è stata vaccinata con Gardasil. Il giorno successivo
alla vaccinazione ha presentato pollice di aspetto
edematoso, e le palme della mano sono diventate rosse e calde. La ragazza ha
poi avvertito senso di oppressione a livello toracico.
Alla ragazza è stato somministrato immediatamente una
dose massiccia di Cetirizina (Zyrtec;
in Italia: Zirtec ), un antistaminico, ed Acetaminofene ( anche detto Paracetamolo
).
Caso 6 definito grave: una ragazza di 17 anni che presentava
allergia alle sulfonamidi, è stata vaccinata con Gardasil. Cinque giorni dopo la vaccinazione
la ragazza ha presentato ingrossamento dei linfonodi a livello della
clavicola, con problemi di movimento del braccio. Alla ragazza è stato
consigliato l'intervento chirurgico per l'asportazione dei linfonodi.
Caso 7 definito grave: una ragazza di 18 anni affetta da asma e
sindrome dell'ovaio policistico, è stata vaccinata
con Gardasil. La ragazza stava assumendo
contemporaneamente Bupropione ( Wellbutin
XL ), Litio e Risperidone (Risperdal).
Alla sera dello stesso giorno della vaccinazione la ragazza ha sviluppato
gonfiore del braccio sinistro e difficoltà respiratorie. Il giorno successivo
la ragazza ha sviluppato gonfiore al volto.
Caso 8 definito grave: una ragazza di 15 anni, affetta da asma,
allergia alle arachidi ed una storia di anafilassi, è
stata vaccinata con Gardasil. Dopo alcune ore la
ragazza ha presentato una reazione anafilattica. Alla ragazza è stato
somministrato immediatamente EpiPen (autoiniettore di Adrenalina), ed è
stata trasportata al Dipartimento di Emergenza.
Caso 9 definito grave: una ragazza di 18 anni è stata vaccinata
con Gardasil. Dopo circa un'ora la ragazza ha
avvertito brevità del respiro e stato febbrile. La paziente è stata subito
ricoverata presso il Dipartimento d'Emergenza e sottoposta a terapia.
Caso 10 definito grave, con disabilità
permanente: una donna di 24 anni è stata vaccinata con Gardasil.
Alcune ore più tardi la donna ha manifestato gonfiore agli occhi e prurito. E'
stata trattata con Benadryl, un antistaminico, ed è
stata mandata a casa. Successivamente è comparsa
visione offuscata.
Caso 11 definito grave: una ragazza di 16 anni, che era stata
vaccinata con Gardasil, ha sviluppato debolezza alle
estremità inferiori ed è stata ricoverata con diagnosi di sindrome di Guillain-Barré in forma lieve. Dopo trattamento con
Gammaglobuline, la ragazza ha recuperato in modo quasi completo, ma è perdurato
l'intorpidimento alle estremità degli arti.
Caso 12 definito grave, con disabilità
permanente: una ragazza di 15 anni con una storia di ipersensibilità
agli allergeni, è stata vaccinata con Gardasil. La
ragazza stava assumendo Ortho Tri-Cyclen
LO, una pillola contraccettiva
a base di Etinil Estradiolo
e Norgestimato. La ragazza ha sviluppato prurito ed
orticaria alle gambe e alle braccia.
Caso 13 definito grave, minacciante la vita: una donna di 25 anni che aveva
iniziato ad assumere Nitrofurantoina per un’infezione
del tratto urinario qualche giorno prima della vaccinazione con Gardasil, ha manifestato orticaria. La donna è stata
trattata con Metilprednisolone ( Medrol
). Venti giorni dopo, la donna ha presentato gonfiore della lingua e
restringimento laringeo. Alla donna è stata somministrata immediatamente Epinefrina (EpiPen).
Caso 14 definito grave: una ragazza di 15 anni affetta da
diabete di tipo 1 ed in terapia con Insulina, è stata vaccinata con Gardasil. Il giorno dopo la vaccinazione
la ragazza è andata incontro a crisi di grande male ed è stata
ricoverata per 3 giorni in ospedale.
Caso 15 definito grave. Una donna di 20 anni dopo 2 ore che era
stata vaccinata con Gardasil
ha presentato vomito e dolore addominale, con successivo peggioramento tale da
impedirle di stare supina. E' stata ricoverata in ospedale e sottoposta ad
appendicectomia.
Caso 16 definito grave, minacciante la vita: una ragazza di 13 anni è stata
ricoverata in ospedale con debolezza agli arti sia superiori che inferiori. La
ragazza era stata vaccinata con Gardasil. Alla
ragazza è stata diagnosticata una forma grave della sindrome di Guillan-Barre, ed infezioni delle vie respiratorie. Per il
presentarsi di insufficienza respiratoria è stata
sottoposta a ventilazione meccanica, e a tracheostomia
con intubazione. Ha sviluppato dolore neuropatico ed
ipertensione.
Caso 17 definito grave, minacciante la vita: una ragazza di 13
anni è stata vaccinata con Gardasil, con successiva
presentazione di intorpidimento e formicolio ai piedi,
che si è poi esteso alle mani. Ha presentato difficoltà a camminare, per la
mancanza di sensibilità ai suoi piedi. Alla ragazza è stata diagnosticata la
sindrome di Guillain-Barre.
Caso 18 definito grave: una ragazza di 12 anni affetta da
emicrania, è stata arruolata in uno studio clinico ed ha ricevuto le 3 dosi del
vaccino per il papillomavirus, Gardasil.
Tre mesi dopo l'ultima dose di vaccino, la ragazza ha presentato difficoltà a
camminare ed è stata ricoverata in ospedale. La debolezza muscolare sofferta
dalla ragazza è stata ritenuta essere correlata alla vaccinazione con Gardasil.
Caso 19 definito grave, con disabilità
permanente: una donna di 19 anni è stata vaccinata con Gardasil.
La donna stava assumendo un antistaminico, Zyrtec (Cetirizina), e contraccettivi ormonali per os. La donna, subito dopo la vaccinazione, ha sviluppato un
rash non al sito d'iniezione, ma nel braccio in cui è
stata eseguita la vaccinazione. Inoltre, la donna ha accusato una forte mialgia
sia agli arti superiori che agli arti inferiori, e la
sua mano si è scolorita. Un esame ha rivelato un’infezione streptococcica,
e la donna è stata trattata con antibiotici. E' stata evidenziata un'elevata
conta leucocitaria.
Caso 20 definito grave, con disabilità
permanente: una donna di 18 anni senza storia di allergie,
è stata vaccinata con Gardasil (una sola dose), e
dopo aver manifestato rash maculopapuloso
bilaterale alle estremità inferiori, gonfiore bilaterale agli arti inferiori
con la gamba destra di dimensioni maggiori rispetto alla gamba sinistra, dolore
muscolare intenso, particolarmente sotto le ginocchia,con difficoltà a
camminare, è stata ricoverata in ospedale. Alla dimissione la donna era in
terapia con Percocet (Ossicodone
ed Acetaminofene), e Prednisolone.
Ebbene, verso la
fine dello stesso anno si dovevano registrare ben otto casi di morte[69]
riconducibili al vaccino antipapilloma, che in
Italia, al servizio sanitario pubblico, dovrebbero
costare,tra i 200 e i 300 euro a ciclo completo di dosi. Il “nostro” ex ministro
della sanità U. Veronesi, oncologo direttore dell’Istituto Europeo di Oncologia, raccomanda vivamente la vaccinazione antipapilloma alle donne italiane per prevenire il cancro
alla cervice dell’utero.
Politiche
maltusiane?
Tecnocrazia
significa che il reale governo degli stati non è in mano a coloro
che sono stati eletti coi criteri della democrazia rappresentativa,
bensì è detenuto da una élite,
proprietaria di banche, risorse energetiche, case farmaceutiche, e media, la
quale resta nell’anonimato perché espressamente questo chiede ai direttori dei
propri giornali, che non debbono parlare delle riunioni del Bilderberg,
del Codex Alimentarius,
della Banca dei regolamenti internazionali, della Commissione Trilaterale, ecc.
Sono questi circoli ristrettissimi, dove si entra solo se cooptati, nei quali
si prendono le decisioni che riguardano l’umanità, applicate poi dai politici,
con l’impressione che siano stati loro a emanare simili decisioni. Ebbene è
all’interno di questi circoli, rigorosamente “liberali” e liberisti, in campo
politico ed economico, che nella seconda metà del secolo scorso sono maturate preoccupazioni maltusiane. Ossia
essi ritengono che un eccesso di popolazione minacci il loro potere, quindi
fanno ripetere a politici e intellettuali, che in qualche modo gravitano nella
loro orbita, quella che fu la convinzione di uno dei padri fondatori del
“liberalismo”: Malthus. La popolazione crescerebbe in
maniera geometrica, mentre le risorse in maniera
aritmetica. Fatto passare questo, Malthus proponeva
di ridurre la natalità tra i poveri, e anzi proponeva di favorirne la
mortalità, abolendo quella che allora si chiamava poor law, una forma di assistenza
per gli indigenti. Oggi, ritengo che gli obiettivi maltusiani vengano perseguiti dalla élite
favorendo le guerre, la sterilità ma anche le malattie, soprattutto il cancro,
e in seconda misura, probabilmente, l’Aids. Vediamo se ci sono elementi che
possono avvalorare questa ipotesi.
Risale al 24 aprile 1974 il “Memorandum” per la Sicurezza Nazionale dal titolo eloquente: “Implicazioni della crescita mondiale della popolazione per la sicurezza degli Stati Uniti e i suoi interessi all’estero”. In questo memorandum confidenziale, desecretato nel 1989, Henry Kissinger proponeva: “lo spopolamento (depopulation) dovrebbe divenire la prima priorità della politica USA verso il Terzo Mondo”, in particolare verso 13 paesi, in testa ai quali c’è l’America Latina[70]. Kissinger trasformò poi questo memorandum in un vero manifesto ambientalista per l’allora presidente Jimmy Carter che si chiamava “Global 2000”: dove anche si prevedeva la scarsità alimentare programmata per ridurre la popolazione nel Terzo Mondo[71].Questo obiettivo è anche in agenda di importanti organismi ONU, come l’UNFPA (United Nations Population Fund) e UNICEF. Negli Usa la United States Agency for International Development ha speso e spende enormi risorse per promuovere in tutti gli ambienti una cultura del controllo demografico e della “depopulation”, specie nel Terzo Mondo.
Il programma di una riduzione demografica forzata
è da allora più volte riemersa. Robert
Mc Namara, ex presidente
della Banca Mondiale, ex segretario degli Stati Uniti e uno dei maggiori
fautori del programma mondiale di vaccinazioni ha
dichiarato “Bisogna prender misure drastiche di riduzione demografica, contro
la volontà delle popolazioni. Ridurre il tasso di natalità si è rivelato
impossibile o insufficiente; bisogna quindi aumentare il tasso di mortalità.
Come? Con mezzi naturali: la carestia, la malattia”[72]. Il
mondo accademico in Usa, dietro le pressioni governative e di
enti e fondazioni che finanziano i programmi di “depopulation”,
sta perseguendo una linea maltusiana e di darwinismo sociale, che nelle aule
delle università ha assunto toni martellanti, fino ad assumere i tratti del
fanatismo antiumano in molti ambienti studenteschi. Nel 1991, il celebre Jacques
Cousteau diceva che “il danno che la gente impone al pianeta è in
proporzione alla demografia e anche allo sviluppo. Il danno è direttamente
proporzionale al consumo, e la nostra società avanza verso consumi sempre
maggiori e superflui. È un circolo vizioso
paragonabile al cancro”. Quindi Cousteau concludeva: “per stabilizzare la popolazione mondiale, dobbiamo eliminare 350 mila
persone al giorno. È una cosa terribile a dirsi, ma è anche peggio non dirla”[73]. Uno scienziato in vista,
come Eric R. Pianka,
zoologo evoluzionista dell’università di Austin in
Texas, in una relazione tenuta (2006) alla Texas Academy
of Science ha dichiarato: “I carburanti fossili stanno finendo: sicché dobbiamo tagliare
la popolazione fino a due miliardi, un terzo di quella che c’è attualmente”;
con toni da fondamentalismo ecologista, al motto di
“salviamo la Terra”, lo scienziato invocava qualcosa di molto più rapido
dell’Aids nell’uccidere, un virus tipo l’ebola, che
dovrebbe portare la popolazione alla cifra ideale indicata[74].
Per quanto le posizioni di Pianka e Cousteau, dal punto di vista ecologico e politico siano da
differenziare, al nostro scopo interessa solo
evidenziare come da più parti, con motivazioni anche diverse, l'élite
intellettuale atlantica promuova preoccupazioni maltusiane, non prive di
fanatismo.
Altro tassello: si sa dalla stampa americana[75] che il Salk Institute, produttore di vaccini e reagenti biologici (con un dipartimento che lavora per il Pentagono) aveva concluso con l’esercito americano un contratto da 32,3 milioni di dollari per la produzione di vaccini.
Margaret Sanger, la femminista che aveva
fondato (con finanziamenti Rockefeller) la International Planning Parenthood Federation, nel 1939
aveva dato vita al “Negro Project”, che consisteva, come lei stessa scriveva in
una lettera ad un amico, nel procedere allo sterminio della popolazione nera
(per la salvezza della “civiltà americana”), da ottenere innanzitutto con
programmi anticoncezionali, abortivi e di sterilizzazione, senza escludere
altri mezzi[76]. A tutt’oggi,
la Planned Parenthood ,
benché si dichiari epurata da intenti eugenetici e razzisti, propone in tutto
il mondo, ma soprattutto per i paesi del terzo mondo, programmi di “salute
sessuale” e di “educazione familiare e affettiva” il cui nucleo centrale sono
l’uso degli anticoncezionali e il ricorso all’aborto. In Italia essa opera
anche attraverso organismi che si incaricano di fare
educazione sessuale nelle scuole, anche elementari, quali l’UICEMP[77].
Questo documento è interessantissimo, perché rivela una tecnica sociologica
classica e
ricorrente dell’élite tecnocratica che ormai domina il mondo: si tratta di
mettere in mano al gruppo dirigente di una popolazione di scarto e da eliminare
(human waste), dei
protocolli di comportamento creduti utili alla salute sessuale da parte di chi
li subisce e da parte del gruppo dirigente che li impone (in questo caso sono i preti neri che
li promuovono-impongono presso i propri fedeli),
mentre chi ha elaborato tali protocolli sa che essi servono a ridurre-eliminare
la popolazione di scarto.
Stessa dinamica si ha in campo medico nei paesi occidentali,
anch’essi oggetto di preoccupazioni malthusiane:
l’élite elabora protocolli sanitari,
profilattici e terapeutici volti a minare la salute delle masse e a favorirne
indebolimento e sterilità; questi protocolli vengono messi in mano alla classe
medica, nella quale le masse hanno fiducia e dalla quale si attendono la cura
della salute; la classe medica in buona fede applica i protocolli, con la cieca
e incrollabile certezza che essi sono davvero terapeutici, perché elaborati e
testati dalle solite università saldamente
in mano all’élite (Yale, Hopkins,
MIT, Harvard, Princeton…infatti la stessa dinamica si
ha anche in economia); élite che anche gestisce le riviste “scientifiche”, cioè
quelle che stabiliscono ciò che è scientifico e ciò che non lo è (Nature, Lancet, Scientific American…etc). E così i nostri sacerdoti in
camice bianco fanno in buona fede per i popoli occidentali ciò che la Sanger chiedeva di fare a sacerdoti in camice nero verso i
propri consimili… da scartare. E i risultati si vedono: solo in Italia, il
sistema sanitario tenuto a battesimo dal protocollo Flexner,
produce ogni giorno 90 morti[78],
ai quali corrispondono un numero di danneggiati e invalidati, che potete
ottenere moltiplicando quel 90 per un numero a due cifre…Questa è la stima
ufficiale, che non include le morti non riconosciute da vaccino, non solo
pediatriche, ma anche quelle dei soldati in “missioni umanitarie”; non include le morti da effetti collaterali di farmaci come il Viagra, farmaci tipo Vioxx; non
include i morti da abuso di antidolorifici, cortisoni ed eritropoietine
del mondo sportivo, dove la SLA aumenta vertiginosamente; non include le morti
da chemioterapia, radioterapia e chirurgia oncologica, essendo ormai noto che
uccidono molto più del cancro i protocolli terapeutici ad esso riservati;
stesso discorso va fatto per il chemioterapico AZT
riservato ai malati di Aids. Allora si avrebbero cifre spaventose, non solo di
morti, ma anche di danneggiati, che rivelerebbero i retroterra e gli obiettivi malthusiani della medicina “scientifica” occidentale.
Nel 1995 si è scoperto che l’OMS, di concerto con la Banca Mondiale, i Centers for Disease Control e la “filantropica” Fondazione Rockefeller, aveva da 25 anni finanziato la ricerca per la produzione di un vaccino defertilizzante, che alla fine prese la forma di vaccino antitetanico, nel quale era stato segretamente introdotta della gonadotropina coriale umana (hCG), che veniva veicolata nell’organismo grazie al tossoide del tetano. In questo modo l’organismo vaccinato doveva produrre anticorpi di hCG, sicché che nell’eventualità di una gravidanza, essendo basso nel sangue il livello di hCG, sarebbe stato altissima la probabilità di aborto[79]. Col proclama di dover sconfiggere il “tetano neonatale” (sic!) l’OMS fece vaccinare milioni di donne delle Filippine[80] del Messico e del Nicaragua, tra i 15 e i 45 anni. In questo programma di vaccinazione è stata coinvolta poi anche la Tanzania. Ci fu chi ebbe il coraggio di sospettare (anche perché un protocollo che prevedeva 5 richiami di antitetanica in un anno appariva desueto) e di affidare le fiale di antitetanica ad un laboratorio indipendente, che scoprì la strana e non dichiarata presenza della gonadotropina umana; anticorpi di hCG furono trovati in 27 donne vaccinate su 30. Gli ufficiali dell’OMS cercarono dapprima di negare, poi di minimizzare, infine presentarono scuse pubbliche ed ufficiali[81].
In molti stanno abboccando a quell’esca chiamata P.S. Huntington (autore de Lo scontro delle civiltà), gettata da chi vuol far credere che ciò da cui noi oggi ci dovremmo difendere sia l’Islam o la Cina. Questo serve a distogliere l’attenzione dal vero pericolo che abbiamo in casa, e che avanza contro di noi: e cioè una politica genetica fuori controllo che può introdurre, ormai nei nostri figli, pericolose mutazioni genetiche, per finalità politiche che non vanno certo nella direzione della salute né della libertà e per mezzo dei questo è destinato a compiersi attraverso i programmi di vaccinazione ai quali docilmente ci sottoponiamo.
Se davvero sono in corso politiche maltusiane, attuate mediante i vaccini, i più indiziati sono l’antiepatite B e l’antipolio; quest’ultimo aumenta il rischio di linfoma non-Hodgkin[82], e dei tumori in generale come del resto fanno tutti i vaccini[83], cosa messa in evidenza già 40 anni fa[84]. Scrivono gli autori di una delle monografie più complete e aggiornate sul tema delle vaccinazioni:
Verso la
metà degli anni sessanta comincia, in quasi tutti i paesi industrializzati, la
campagna di vaccinazione di massa contro la polio e qualche anno dopo emerge
che la vaccinazione antipolio rappresenta un fattore che aumenta il rischio di linfomi e
leucemie. Nel 1975 viene pubblicato uno studio
finlandese in cui si attesta come il vaccino antipolio comporti un aumento del
rischio per leucemia, e l’anno successivo viene documentata linfadenite postvaccinale trasformatasi in linfoma di Hodgkin[85]. A
partire dagli anni Novanta questo genere di pubblicazioni scientifiche è
diminuito; sarebbe interessante sapere da cosa dipende questo fenomeno. Da una
minore attenzione verso il problema? Dalla necessità di non far calare un così
imponente punto interrogativo sulla ormai consolidata pratica della
vaccinazione di massa? Dalla totale scomparsa di casi simili?[86]
Proviamo a rispondere con una citazione:
Ci sono
poi scienziati che denunciano una sistematica censura anche su altri aspetti
inquietanti della ricerca sul vaccino antipolio. Uno di questi è il professor
J. Cribb che pubblica le proprie conclusioni su una prestigiosa rivista [...] nel
giugno 2001[87]: “La discussione
scientifica sull’ipotesi che il vaccino antipolio sia all’origine della
sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) è stata sistematicamente
soppressa per oltre 12 anni”.
Si può forse dichiarare apertamente che sono in corso politiche maltusiane contro gran parte dell’umanità?
Nel 1985,
Robert Strecker, gastroenterologo e farmacologo (autore di un video e volumetto dal titolo Bio-Attack), ha concluso che l’Aids era stato provocato tramite la
vaccinazione contro l’epatite B praticata sugli omosessuali… Nel 1987, Alan Cantwell Jr, dermatologo e
ricercatore, giunse alle stesse conclusioni nel libro Aids, and the Doctor of Death”[88];
“…v’è una somiglianza tra le sindromi cliniche dell’H.I.V.
e quelle dell’SV40 delle scimmie verdi dell’Africa. In certi individui,
infatti, è stato riscontrato l’SV40. Il solo modo in
cui un essere umano può assumere questo virus scimmiesco
è per ingestione (mangiando la carne di scimmia) o per inoculazione insieme a
un vaccino. Questo stesso SV40 è stato in effetti
riscontrato anche nel vaccino Sabin contro la
poliomielite con cui per anni sono stati vaccinati milioni di bambini. È
provato che l’SV40 provoca anomalie congenite,
leucemia, cancro[89] e immunodepressione:
tutti sintomi simili a quelli dell’AIDS. La dottoressa Eva Lee
Snead (Some Call It Aids…I Call
It Murder – The Connection Between Cancer, Aids, Immunization, And Genocide,San
Antonio 1992) ha quindi dimostrato la relazione esistente tra leucemia, SV40 e
Aids, che non sarebbe altro che una forma di leucemia.[90]
È significativo, dal punto di
vista medico-clinico, che in quei bambini che hanno
manifestato anomalie intestinali (enterocolite cronica, iperplasia linfoide, ulcerazione aftoide, ma
anche disturbi neurologici) a seguito di vaccinazione MPR, si siano
riscontrati, nel tessuto intestinale un eccesso di virus del morbillo di
origine vaccinica[91] (in
bambini che non avevano mai avuto la malattia del morbillo). Ebbene, allo
stesso modo, tanto in coloro che avevano ricevuto
l’antipolio di tipo Salk, tra il 1955 e il 1963,
quanto in coloro che avevano ricevuto il Sabin, negli
anni successivi, si sono riscontrate presenze del virus. Frammenti del DNA del virus
proveniente dal vaccino Sabin sono stati trovati in
alcuni tumori umani[92]; ma
è soprattutto nel mesotelioma pleurico che si
riscontra una straordinaria presenza del virus di origine vaccinica[93]. Scrive J. Martin, del
Center for Complex Infectious Disease:
Il virus
può essere individuato nel fluido spermatico ed è possibile che venga trasmesso in maniera congenita alle future
generazioni, come spiega Martini e colleghi in uno studio pubblicato su Cancer Research nel 1966, che conferma anche
come l’SV40 sia presente in una porzione significativa di tumori cerebrali. Un
altro studio di Bergsagel sul New England Journal of Medicine nel 1992,
ha mostrato come l’SV40 sia presente in alcuni cancri
al cervello. L’SV40 è anche presente in elevate
proporzioni nel mesotelioma umano e nei tumori delle
ossa, come spiega Carbone negli studi pubblicati su Oncogene nel 1994 e nel 1996. La FDA [Food and Drug
Administration, organo Usa di controllo su cibi e
medicine] si è mostrata riluttante ad agire, ma ha dovuto far fronte agli
articoli pubblicati sul New Yorker e sulla rivista Money. Una dipendente federale, la dottoressa Bernice
Eddy, decise di sua iniziativa di sottoporre a test di
cancerogenicità gli estratti delle cellule renali di scimmia usati per produrre
vaccini antipolio. Usò criceti e scoprì che sviluppavano tumori simili a quelli
già indotti nei topi. Questi risultati però vennero
ignorati; allora la dottoressa Eddy decise di illustrarli pubblicamente durante
un convegno scientifico nel 1990. Fu punita con il divieto di effettuare ulteriori test e con la proibizione di pubblicare
studi per oltre un anno. (Il consiglio di non
utilizzare tessuti di scimmie per produrre vaccini) non fu mai seguito,
specialmente a fronte della pressione della Lederle/American Cynamid per continuare a usare le scimmie. Semplicemente si
è passati dal macaco alla scimmia verde africana. Inoltre le scorte di vaccino
antipolio con SV40 non furono eliminate dal mercato, né si sospese la
somministrazione ai militari di vaccino adenovirale,
anch’esso contenente SV40…Ora la storia rischia di
ripetersi di fronte alla resistenza della FDA e delle industrie a dirigere gli
studi su altri virus delle scimmie che potrebbero essere trasmessi all’uomo
attraverso il vaccino antipolio. Infatti le scimmie
verdi africane generalmente non presentano l’SV40, ma portano a corredo altri
virus, come il citomegalovirus delle scimmie (SCMV).[94]
Altro elemento che fa sospettare essere il vaccino antipolio strumento di politiche maltusiane è questo: il San Francisco Chronicle ha rivelato, nel 2001, documenti che provano come lotti di vaccino antipolio siano stati messi in commercio anche dopo che vi era stato individuato l’SV40[95]
Altri elementi a favore della nostra ipotesi.
Nel corso del processo intentato alla Cia, il dottor Gotlieb, oncologo
(che sarà direttore del National Cancer
Institute), ha ammesso di avere versato, nell’ottobre del 1960, una grande quantità di virus nel fiume Congo (nello Zaire) allo scopo di inquinarlo e contaminare le
popolazioni che ne utilizzavano l’acqua.[96]
Un altro medico, William Champbell Douglass[97] ha accusato il National Cancer Institute di aver prodotto il virus dell’Aids per scopi militari , combinando il virus della leucemia bovina con uno della capra. Con questo virus sarebbero stati deliberatamente inquinati i vaccini antivaiolosi usati in Africa fino agli anni Ottanta e anche i vaccini antiepatite B offerti gratuitamente agli omosessuali statunitensi a fine anni Settanta. Insomma anche il Times, attraverso il suo responsabile scientifico Pearce Wright[98], non può far a meno di notare che dove l’OMS ha patrocinato tra il 1967 e il 1980 la vaccinazione antivaiolosa a circa cento milioni di persone in Africa Centrale (Zaire, Zambia, Tanzania, Uganda, Malati, Ruanda e Burundi) proprio lì si è avuto il più vasto focolaio di Aids al mondo. Significativo quanto avvenuto in Uganda: nel gennaio 1987 inizia il programma di vaccinazione (antipolio e varicella) di tutti i bambini ugandesi; in ottobre dello stesso anno già si contano 2396 casi di Aids, nel giugno 1988, 4006, mentre prima delle vaccinazioni la malattia era sconosciuta[99].
Altri fatti inquietanti…
Durante la seconda guerra mondiale sono iniziate le sperimentazioni di armi biologiche. Nel 1942, ad esempio i Giapponesi, in Nuova Guinea, iniettarono all’inconsapevole tribù dei Fore tessuti di cervello di pecore malate del morbo della mucca pazza (Creutzfeld-Jacob). Dopo 5 anni i Fore cominciarono a soffrire di “kuru”, come dicevano loro, ossia deperimento, fatto di tremori, perdita di appetito e poi morte. Il loro cervello era ridotto in poltiglia.
Nel 1948 a Camp Detrick, presso Frederick, nel Maryland, ci fu un incidente dove molti lavoratori furono infettati da una forma terribile di brucellosi: stavano lavorando per fare della Brucella un’arma biologica di maggior efficacia. Ebbene combinando il batterio Brucella con un virus visna, se ne ottiene una forma che non è propriamente virus né batterio, una forma talmente microscopica che non è rilevabile, quando presente, dalle comuni analisi del sangue, bensì solo ricorrendo alla reazione della catena della polimerasi fatta su tessuti danneggiati: si tratta del micoplasma, che possiamo considerare il principio attivo della Brucella.
Scrive Donald Scott:
Sono in possesso di tutti i documenti ufficiali che dimostrano che il micoplasma è l’agente patogeno della sindrome da
affaticamento cronico (fibromialgia), così come
dell’Aids, della sclerosi multipla e di molte altre malattie; di questi
documenti l’80% sono governativi ufficiali canadesi o statunitensi, mentre il
restante 20% è costituito da articoli destinati a riviste e recensite da JAMA,
New England Journal of Medicine ed il Canadian Medical Association
Journal. Gli articoli delle riviste e i documenti governativi si completano a vicenda.[100]
L’ulteriore passo della ricerca militare (gli Usa sono i maggiori produttori al mondo di armi batteriologice e il paese dove, per legge, le case farmaceutiche sono affiliate all’esercito) è riuscito a trasformare l’agente patogeno in forma cristallina, in modo che lo si potesse veicolare senza deteriorarsi per irrorazione aerea, inserito nella catena alimentare oppure facendone come veicolo trasmettitore insetti come zanzare. Una tazza di questo agente è in grado di far ammalare l’intera popolazione del Canada. Ebbene già nel lontano 1969 si sapevano anche i dosaggi. Aumentandone la virulenza alla settima potenza l’agente procura deperimento fisico e depressione; all’ottava potenza è in grado di provocare la sindrome da affaticamento cronico (encefalomielite mialgica); alla decima potenza si ottengono i sintomi tipici dell’Aids, con morte entro un certo lasso di tempo. Del micoplasma, derivato dalla Brucella modificata e cristallizzata, il mondo medico non sa nulla, essendo tecnologia militare, non deve esser resa nota. Essa come tale è brevettata dall’esercito[101]. Sono noti vari episodi in cui fu testata sulla popolazione l’efficacia di questa arma biologica, usando come vettore di diffusione la zanzara: nel 1957, a Punta Gorda in Florida, dove una settimana dopo esserci stata una enorme invasione di zanzare si verificò una mai registrata epidemia di sindrome da affaticamento cronico, con 450 ricoveri[102]. Il secondo test avvenne nel 1984 nella valle di St Lawrence Seaway, tra Kingston e Cornwall: 5 settimane dopo la solita misteriosa invasione di zanzare si ebbero 700 casi di encefalomielite mialgica.
Nel febbraio del 1962 negli USA fu varato lo “Special Virus Cancer Program”, che ufficialmente si doveva occupare di ricerca anticancro, mentre poi è venuto a galla che esso fu varato dalla Cia insieme al National Institute of Health allo scopo di metter a punto un agente patogeno contro il quale l’uomo non abbia alcuna immunità naturale[103]. Scott ritiene che questo tipo di ricerca sia stato avviato al fine di “tenere sotto controllo la popolazione”[104]
Nel 1997 il Pentagono ha rivelato[105] che nel 1953 il governo americano chiese e ottenne da quello canadese di poter testare sui 500.000 abitanti della città di Winnipeg una nuova arma chimica, il cancerogeno solfuro di zinco cadmio, che fu spruzzato da aerei e camion per 36 volte successive. Al povero sindaco della città fu detto che si trattava di una nebbia chimica che avrebbe protetto la città da un possibile attacco nucleare. Consentitemi d’ora in poi di definire “sindrome di Winnipeg” la cieca fiducia nelle versioni ufficiali dei fatti.
Sulle scie chimiche c’è assoluto silenzio mediatico e pochissimi ne hanno sentito parlare. Si tratta delle scie chimiche lasciate da certi aerei che solcano i nostri cieli. Non è vapore acqueo, o residuo della combustione del motore; ne è prova il fatto che persistono a lungo in cielo, mentre altri semplici aerei di linea non lasciano quelle lunghissime scie, che tra le altre cose pare contengano silicio, alluminio, sali di bario (qualcuno parla anche di torio radioattivo).Sulla vicenda c’è stata perfino un’interrogazione parlamentare a firma di Ruzzante e Sandi del 27 X 2003, rivolta a ben 4 Ministeri, che non hanno fornito risposta. Il ministro Antonio Di Pietro ha detto che si tratta di una tecnologia militare che deve restare segreta. Ebbene chi ne è al corrente all’interno delle istituzioni, grazie alla sindrome di Winnipeg, dorme sonni tranquilli, pensando che sicuramente si tratta di una tecnologia militare volta a proteggerci, oppure volta a migliorare la nostra salute.
Assodato che esiste una ricerca volta a mettere a punto armi biologiche[106] per la guerra o per la riduzione della popolazione, dobbiamo chiederci se la presenza nei vaccini di microrganismi, virus e amebe (anch’esse producono encefaliti) sia puramente casuale. Dichiara un ex ricercatore dei National Institutes of Health:
Nel vaccino contro il morbillo Rimavex
abbiamo rilevato la presenza di virus dei polli; nel
vaccino antipolio la presenza di acanthamoeba, la cosiddetta “ameba mangiacervello”,
nonché il citomegalovirus della scimmia. Virus
schiumoso della scimmia nel vaccino antirotavirus.
Virus del cancro aviario nel vaccino MMR. Vari microrganismi nel vaccino contro
l’antrace. Ho riscontrato la presenza di inibitori di
enzimi potenzialmente pericolosi in vari vaccini. Virus di anatra,
cane e coniglio nel vaccino antirosolia.
Virus della leucosi aviaria nel vaccino
antinfluenzale. Pestivirus nel vaccino MMR.[107]
Questi ricercatori, per lo più guidati da Robert Gallo,e per lo più facenti parte della Litton Bionetics (della galassia Rockefeller, come le principali case farmaceutiche produttrici di vaccini) dalla fine degli anni Sessanta, guarda caso proprio a seguito dello Special Virus Cancer Program, hanno iniziato a combinare virus di scimmia col virus RNA della leucemia felina, o con quello del sarcoma della leucemia dei polli (che causa consunzione e immunosoppressione), per poi coltivarli lungamente su tessuti umani (globuli bianchi) in modo che sviluppassero quello che in gergo si chiama “apparato di attaccamento”(proteine tipo la gp 120), che consente il salto di specie[108].
Questo tipo di ricerca, nella quale il virus
scimmiesco SV40 ed altri virus di scimmie vennero
adoperati e poi mutati o incrociati con altri virus cancerogeni animali, iniziò
negli anni Sessanta. I Contratti che sono riprodotti nel libro
Emerging Virus dimostrano che fu il 12 febbraio
1962 che iniziò lo Special Virus Cancer Program. Esso
era un programma estremamente segreto e ben finanziato
che venne reso noto dopo che alcune persone all’interno dell’Istituto Nazionale
di Sanità compresero di aver appena inoculato vaccini infestati da virus
cancerogeni in più di cento milioni di persone in tutto il mondo.[109]
L’ex direttore della sezione di Oncologia virale del Dipartimento di Biologia dell’americana FDA, W. J. Martin, che ha scritto l’introduzione al libro di Horowitz, dice che non c’è ragione per cui le autorità non ripuliscano i vaccini da tali virus essendoci capacità e tecnologie per farlo[110]. Horowitz conclude l’intervista dicendo che: “questo adempie ad un evidente e ben articolato, ben documentato programma di riduzione della popolazione”[111]. Il nome del progetto segreto di sviluppo di armi batteriologiche sarebbe stato, secondo Horowitz e altri autori, quello di “MK Naomi”, capitolo particolare del più generale “MK Ultra Mind Control and Population Control Program”, guidato dalla Cia, per il quale solo nel 1970 il Dipartimento della Difesa statunitense stanziò 10 milioni di dollari per un quinquennio di ricerche[112].
Per coloro che, Horowitz in testa, ritengono senz’altro essere i vaccini uno strumento maltusiano, e che ritengono i virus in essi contenuti deliberatamente e segretamente introdotti per produrre malattie inventate nei laboratori di ricerca, le affermazioni di autori come Robert Gallo e dello stesso Hooper (vedi nota 93) sull’origine dell’Aids e di altri virus emergenti, come l’Ebola, sono da riguardare come disinformazione scientifica. Infatti Gallo nel 1984, circa l’origine dell’Aids avallò, attraverso la stampa, la tesi del passaggio “fortuito” di virus scimmieschi, attraverso i vaccini, nell’uomo, nel cui organismo poi si sarebbe compiuto l’adattamento e il salto di specie di tali virus. Ebbene questa tesi sarebbe stata data in pasto al grande pubblico e al mondo scientifico proprio per nascondere che l’adattamento e il salto di specie dei virus venivano realizzati con lunghe procedure nei laboratori di ricerca della Litton Bionetics e della Hazeltine, dove si trattava di coltivali su tessuti umani per molto tempo prima che i virus sviluppassero l’ “apparato di aggrappamento”, cioè proteine compatibili con l’organismo umano. Questo è il dibattito, il lettore si faccia la propria idea.
Questi virus “accidentalmente” o meno inoculati nell’organismo coi vaccini, ovviamente scavalcano (proprio in quanto iniettati) le naturali difese immunitarie. Essi anche producono alterazioni dell’RNA che danno luogo a forme aberranti di provirus che restano silenti nel corpo anche per molto tempo, e finchè non trovano il terreno adatto restano in quello stato, ma quando, anche dopo anni, nell’organismo si verifica una forte variazione o uno squilibrio, che porti il PH medio su valori desueti (o troppo acido o troppo alcalino) ecco che quel virus dormiente della leucemia felina, o del sarcoma dei polli, se è stato adattato con opportuna coltura a vivere anche sull’uomo, si moltiplica e fa virulento. Se questo avviene dopo 8 anni dalla vaccinazione, quale commissione medica ne riconoscerà la causalità? La cosa non può esser fatta neppure di diritto. Che vuol dire? Che ufficialmente una commissione medica non sa e non deve sapere se nei vaccini vi siano o no citomegalovirus o pestivirus, in quanto essendo i vaccini brevettati la loro formula non può essere indagata-rivelata (sembra davvero tutto congegnato bene), cosicché la scoperta di virus in questo o quel vaccino la dobbiamo a soffiate di ricercatori che rischiano querele e mettono a repentaglio il proprio lavoro, e non solo, nel comportarsi così. Nessuna rivista scientifica può rivelare la presenza di virus cancerogeni e immunosoppressori nei vaccini. E questo è anche una conseguenza del fatto grave (per noi) che l’onere della prova nello stabilire efficacia e sicurezza dei vaccini non è a carico di chi li produce, ma di chi li subisce. Così hai l’onere della prova, ma non hai la possibilità di provare a causa del sistema dei brevetti. Ebbene se si dovessero includere tra i danneggiati da vaccino non solo coloro ai quali il danno si manifesta nelle poche ore successive all’inoculazione, come avviene di solito, e come previsto dalla definizione di “reazione alla vaccinazione”, ma anche coloro ai quali il danno si manifesta dopo anni, ecco allora che avremmo numeri spaventosamente diversi.
Pare che in Africa stiano guarendo dalla sindrome di Winnipeg, perché durante la Conferenza internazionale sulle Vaccinazioni del 2003, membri del governo nigeriano hanno chiesto di sospendere immediatamente la campagna di vaccinazione antipolio con le seguenti parole:
“Abbiamo ricevuto da diverse parti del mondo
importanti documenti che ci mettono in guardia dal vaccino antipolio orale, che
può causare esso stesso la poliomielite…Ora noi in Nigeria abbiamo molte
malattie più importanti (come tubercolosi, malaria, tifo, epatite) che stanno
uccidendo e menomando i bambini molto più della polio;
ma chi ci offre aiuti non è disposto a pagare nulla per darci qualcosa che
combatta queste malattie. Sono
preoccupati solo della poliomielite. Sono
pronti a spendere cifre altissime per combattere la polio, ma nemmeno un soldo
per il resto. Questo atteggiamento ha creato sospetto nella gente della
comunità nigeriana”[113]
Tutte coincidenze casuali o siamo di fronte a una ben congegnata –e ovviamente non dichiarata- politica maltusiana?
È vero, i vaccini sono uno dei capitoli più misteriosi della medicina; e volete sapere da quando lo sono diventati? Da quando il loro destino si è sinistramente intrecciato con quel ramo della virologia; quella che dal 1942 in poi è andata in cerca di armi batteriologiche; quella che alla fine degli anni Sessanta disponeva di ben 700 tipi diversi di virus, da manipolare, ibridare, coltivare su tessuti umani per consentire di divenire efficaci e letali anche sull’uomo; quella sulla cui storia giornalisti e ricercatori, che non vogliono guastarsi le carriere, evitano di indagare; sessant’anni di ricerca virologica, apparentemente e ufficialmente volta a cercare le cause del cancro, ma realmente e sinistramente protesa alle armi batteriologiche, per fini bellici o maltusiani; quella che prima agiva dietro lo Special Virus Cancer Program, e metteva a punto con l’SV40 uno dei virus cancerogeni più potenti, mentre oggi col Progetto Genoma Umano lavora per trovare (questa è la mia non documentabile convinzione) l’arma batteriologica etnica, cioè quei microrganismi che colpiscano selettivamente solo certe razze; E i vaccini sono stati e sono il veicolo di una guerra maltusiana contro i popoli; ecco perché il sistema dei brevetti deve impedire di rivelare quali virus essi veicolano insieme al vaccino vero e proprio. Ma più efficace del sistema dei brevetti c’è il collaborazionismo, il dogmatismo, la superstizione e il conformismo di intellettuali, medici e ricercatori, che non osano indagare, non vogliono vedere, temono di dire cose diverse da quelle che tutti dicono, non vogliono sentirsi soli.
I bambini e i genitori che hanno confezionato bambole di pezza per consentire a 400 piccoli africani di essere vaccinati non sanno se è veramente di un vaccino che hanno bisogno quei bambini, così come non lo sanno quegli industriali a cui è stata data la possibilità di detrarre dalle tasse quanto hanno offerto ai bambini del Terzo Mondo… per farli vaccinare. Facendo credere che un intero continente abbia bisogno di vaccini, si richiedono e ottengono dagli Stati e dalla Organizzazione Mondiale della Sanità montagne di finanziamenti, che invece di servire per ristabilire quelle economie di sussistenza che sfamavano i popoli, vanno agli istituti di ricerca e ai loro progetti di un supervaccino che nelle loro ingenue intenzioni dovrebbe liberare l’umanità dalla sofferenza, dalla fame, dalla morte… mentre chi commissiona tutto questo potrebbe conseguire consapevolmente e sinistramente obiettivi di riduzione della popolazione, nel modo più proditorio possibile. L’élite tecnocratica propone e impone protocolli finalizzati ad eradicare i casi di tetano neonatale nel Terzo Mondo (!), oppure vuole sconfiggere la polio in paesi dove ci sono decine di malattie maggiormente diffuse e mortali; oppure impone protocolli per cancro e Aids a base di sostanze altamente citotossiche, ecc; ebbene alla classe medica vorremmo chiedere di trovare la capacità e il coraggio del sospetto, della valutazione autonoma e critica, fatta con scienza e coscienza, di ciò che vien loro proposto in corsi di formazione e testi di medicina, onde evitare il rischio di fare da catena di trasmissione ad una struttura di potere che non ama la vita[114]. Riabilitare il giudizio autonomo e cessare di dipendere in toto da quello che vogliono far credere corsi di aggiornamento, pubblicità farmaceutiche, convegni e riviste accreditanti, organizzate e gestite da fondazioni che si fanno passare per filantropiche – questo si deve fare se non si vuol passare dal campo di quelli che son chiamati a difendere la vita (come vuole il principio ippocratico, recentemente e abilmente soppresso dalla medicina tecnocratica) al campo di quelli che l’hanno in odio, in quanto ostacolo ai loro piani di domino globale. La tecnocrazia, con fare messianico, promette un vaccino contro la morte, mentre in realtà potrebbe vaccinare contro la vita.
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Inserito: 13 ottobre 2006; ultima
revisione: 4 gennaio 2008
Scienza e Democrazia/Science and Democracy
[1] MILLER 1994, pp
18, 26, 35
[2] CROCE 1993.
[3] Così ne danno notizia i giornali, ad es: Nazione 20 XII 1999
[4] Corriere della sera 29 I 1999
[5] PANSINI 1993, p.3
[6] LANCTÔT
1997, pp. 39-41. La mafia medica: un titolo che può sembrare esagerato. Nel
1972 Salvator Allende, presidente del Cile, istituì
una Commissione nazionale di medici che doveva
decidere quali farmaci, dei quasi 250.000 in commercio, fossero davvero
efficaci. La Commissione, a conclusione dei lavori, ne dichiarò davvero utili
solo due dozzine circa. Poco dopo tutti i medici componenti
la commissione furono uccisi (JONSEN et al. 1974).
[7] PANSINI 1993, p. 9.
[8] DELARUE 1979.
[9] Ivi, p. 21
[10] Ibidem.
[11] Ivi, p. 22.
[12] Ivi, p. 26.
[13] Ivi, p.25-27.
[14] Ivi, p. 52.
[15] Ivi, p.31.
[16] Ivi, p. 34.
[17] Ivi, p.40
[18] Ivi, p.41.
[19] Ivi, p. 64
[20] Bollettino
OMS , 1979
57/5
[21] PANSINI 1993, p.7.
[22] Ivi, p.10.
[23] MILLER 1994, pp. 20-21.
[24] Ivi, p. 27.
[25] Ivi, p.36.
[26] La
Stampa, 8.XII.1985.
[27] Scrive, dopo 30 anni di carriera, R.S. MENDELSOHN (1992, p. 117),
noto pediatra americano, Direttore Nazionale del Servizio di Consulenza medica,
coautore di Dissent in Medicine, (Chicago 1985) e fondatore
della rivista The People’s
Doctor Newsletter: “le vaccinazioni sono state
pubblicizzate così abilmente e aggressivamente che la maggior parte dei
genitori le ritiene il miracolo debellatore di molte spaventose malattie.
Conseguentemente, chiunque vi si opponga è considerato
ai limiti della pazzia. Per un pediatra contestarle equivale alla negazione
dell’infallibilità del papa da parte di un prete.
Molto di ciò che vi hanno fatto credere sulle vaccinazioni
non è vero. Non solo nutro su di esse gravi dubbi, ma,
se dovessi seguire le mie profonde convinzioni, vi esorterei su due piedi a
rifiutarvi di praticare a vostro figlio qualsiasi vaccinazione…Non esiste
alcuna prova scientifica convincente del fatto che si possa attribuire alle
vaccinazioni di massa l’eliminazione di alcuna malattia infantile”.
[28] DELARUE 1979, p. 63.
[29] BIRABEN 1993, p. 475.
[30] CHAITOW 1989, p. 103.
[31] McTAGGART 1999,
p.152:”Ora ci si comincia a
rendere conto che le iniezioni di qualsiasi tipo (incluse le vaccinazioni)
possono aumentare il rischio di contrarre la polio. H.
V. Wyatt [1992] del Dipartimento di Medicina
Comunitaria dell’Università di Leeds è stato uno dei
primi a studiare il collegamento stupefacente tra le iniezioni multiple di qualsiasi
genere, soprattutto di penicillina, fatte ai bambini piccoli, con la
poliomielite, in particolare in paesi in via di sviluppo dove i bambini
ricevono più iniezioni rispetto ai paesi sviluppati”.
[32] COULTER 1995. Coulter
Harris è coautore di un importante volume (COULTER,
FISCHER 1985), che è stato tra gli elementi determinanti
che hanno spinto il Congresso Usa a varare nel 1986 la legge per l’indennizzo
dei danneggiati da vaccino (Coulter è anche autore di
un volume dal titolo eloquente: Vaccination, Social Violence and Criminality. The
medical assault on the
american brain, Berkeley 1990).
[33] MILLER 1994, p.73.
Anche se non mancano studi di ricercatori che danno indizi su quale sia la vera
causa della SIDS: FULGINITI 1983, BARAFF et al. 1983; FLAHAULT 1988.
[34] OLMSTED D. in Washington
Times, 18 e 19 aprile 2005.
[35] Dati che il CDC e la FDA hanno cercato di
tenere nascosti e che KENNEDY
R. jr. [2005]
ha rivelato. Il dottor Kennedy è un
procuratore (senior attorney) specializzato in temi
ambientali e di salute per il Natural Resources Defense Council. Ha ottenuto parte delle informazioni che abbiamo
letto, anche quelle segretate dal CDC, in base al Freedom of Information Act. Nessuna legge simile esiste ovviamente in
Italia, dove il segreto del settore pubblico è inviolabile.
[36] SHENKER et
al. 1993; HALSEY 1999.
[37] MAUBEC et al. 2005; MIEDICO, BATTISTEL 2001.
[38] AAVV 1992, vedi il cap. 13: “Effetti di
deficit ed accumulo di metalli pesanti sulla funzionalità del sistema nervoso
centrale”.
[39] SAITO et al. 2005.
[40] HOPKIN 2002; ROOK et al. 2002.
[41] Tra i più recenti, vedi: VIAL, DESCOTES
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[42] SELTSAM et al. 2000.
[43] Vedi GERVAIX et
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[44] MORRIS 1994.
[45] Vedi: SCHONBERGER et
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[48] MILLER et al. 1967; NADLER 1993.
[49] Vedi: BONDAREV,
DADIOMOVA 1969; EHRENGUT 1986; HERROELEN et al. 1991; KAPLANSKI et al. 1995;
MATYSZAK, PERRY 1995; TORNATORE, RICHERT 1990.
[50] In Daily Mail, 5 II 2006.
[51]
BRADSTREET et al. 2004.
[52] GOLDMAN, YAZBAK 2004.
[53]
ROGERSON, NYE 1990.
[54] CATHEBRAS et al. 1996.
[55] MEYBOOM et al. 1995.
[56] KLOSTER et al. 1995.
[57] DEVIN et al. 1996.
[58] LILIC, GHOSH 1994.
[59] TREVISANI et al. 1993. Vedi nota 49
[60] Vedi: BLUMBERG et
al. 1993; CLASSEN 1996;
CLASSEN, CLASSEN 1999.
[61] NICHOLSON et al. 1998.
[62] TAN, CUMMING 1993.
[63] STICKL 1981.
[64] Leggo tale testo in APS 1995, p. 30.
[65] La
Repubblica, 26 II 1994.
[66] Mentre esiste
una legge, la 531 del 29 XII 1987 che obbliga ogni medico a fare alla propria Asl segnalazioni in tal senso.
[67] http://www.vaccinionline.net/index.php?show=12638&pageNum=0
- 5 luglio 2007.
[68] Cfr. «”It looks as
if an unproven vaccine with dangerous side effects is being pushed as a miracle
drug,” says Tom Fitton, president of Judicial Watch,
a public interest group responsible for investigating and prosecuting
government corruption. The organization released significant documents today,
obtained from the U.S. Food and Drug Administration (FDA) under provisions of
the Freedom of Information Act.
The documents
detailed 1,637 reports of negative reactions to Gardasil,
a vaccination for human papillomavirus (HPV). Three
deaths related to the vaccine were reported. One patient receiving the vaccine
died of a blood clot only three hours later, and two other patients, girls ages 12 and 19, died of heart problems and/or blood
clotting.
Of the 1637
negative reactions contained in the May 11th report, 371 were serious
reactions. According to the Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), out
of 42 women who received the vaccine while pregnant, 18 of them – a shocking
42% - experienced serious side effects such as spontaneous abortion and fetal abnormalities.
Patients are warned of side effects such as pain,
fever, nausea, dizziness and itching by the drug manufacturer, Merck & Co.
These typical side effects account for 77% of the 1637 adverse reactions to Gardasil. But more serious side effects including
paralysis, Bells Palsy, Guillain-Barre Syndrome,
seizures, and blood clots are not mentioned, and account for the remaining
instances of negative reactions to the drug. Merk
& Co is currently campaigning to make the HPV vaccine mandatory for young
girls. Fitton warns state and local governments to
take a look at these reports, which “reads like a catalog
of horrors” (FAGBIRE 2007) (Nota di PDB).
[69] 8 more
deaths connected to HPV vaccine, adverse reactions from Gardasil
number in thousands, 6 ottobre 2007 -
© 2007 WorldNetDaily.com
[70] Documento NSSM 200, par. 30, pp. 14-15..
[71] Ivi, par. 37, p. 23.
[72] LANCTOT 1997, p. 140
[73] WATSON
2006.
[74] Ivi.
[75] Wall Street Journal, 5 IV 1988
[76] “Sanger
knew blacks were religious people – and how useful ministers would be to her
project. She wrote in the same letter: “The minister’s work is also important
and he should be trained, perhaps by the Federation as to our ideals and the
goal that we hope to reach. We do not
want word to go out that we want to exterminate the Negro population, and the
minister is the man who can straighten out that idea if it ever occurs to any
of their more rebellious members [...]. The future program [of Planned
Parenthood] should center around more education in
the field through the work of a professional Negro worker, because those of who
believe that the benefits of Planned Parenthood as a vital key to the elimination of human waste must
reach the entire population [emphasis added]"."
She peppered her speech with the importance of "Negro professionals, fully
integrated into the staff, … who could interpret the program and objectives to
[other blacks] in the normal course of day-to-day contacts; could break down
fallacious attitudes and beliefs and elements of distrust; could inspire the
confidence of the group; and would not be suspect of the intent to eliminate
the race."” (GREEN
2007, p. 4). La lettera della Sanger,
inviata a C. Gamble, è del 10 XII 1939.
[77] Rimando a quanto ho scritto in Il diritto all’innnocenza.
Osservazioni sul progetto tecnocratico di educazione
sessuale nelle scuole dell’obbligo, reperibile nel sito <PDB>.
[78] Corriere
della sera, 24 X 2006.
[79] SCHUTZE et al. 1987; JONES et al. 1988.
[80] Per il dibattito sulla stampa locale,
vedi: Tetanus vaccine campaign
stopped, di Diana G. Mendoza e Bernadette Carreon in “Metro Today”
(giornale di Manila) 15
marzo 1995 .
[81] James Miller in Human Life International Reports Newsletter (vol 13, n. 6 giugno 1995).
Questa organizzazione di
difesa della vita e dei diritti umani (http://www.hli.org)
ha portato alla ribalta la vicenda insieme al National
Vaccine Information Center.
[82] È questo il risultato di una ricerca
dell’Istituto Mario Negri di Milano per la ricerca farmacologia (TAVANI et al. 2000).
[83] Già nel 1960 la cosa era emersa: RAMIOUL
1960; ancora: CASTAN, DEHING 1965; oppure: ANDERSEN et
al. 1965.
[84] REED, WILSON-JONES 1968. Non solo: PANIZZON 1980.
[85] BICHEL 1976. È dello stesso anno uno
studio che evidenziava l’oncogenicità dello stesso
vaccino del vaiolo: MICHEL
et al. 1976.
[86] AAVV 2006.
[87] CRIBB 2001, cit. in AAVV 2006, p. 116.
Scrivevano ricercatori
della S. Francisco University nel 1994: “È noto che i vaccini antipolio furono
contaminati con almeno un virus delle scimmie, l’SV40. Il trasferimento di
questo virus dalle scimmie all’uomo attraverso vaccini contaminati è
particolarmente rilevante per la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), poiché l’agente che causa l’Aids, il virus umano HIV,
si pensa derivi da un virus precursore delle scimmie. Noi supponiamo che la
pandemia di Aids possa esser stata originata dai
vaccini antipolio contaminati somministrati ad abitanti dell’Africa Equatoriale
dal 1957 al 1959”, ELSWOOD, STRICKER 1994 (citazione dallo abstract). Sin dal 1950 si sapeva
che vi erano virus, batteri e micoplasma capaci di
produrre cancro e altre malattie. Questo aspetto della ricerca sul cancro è
stato per decenni soppresso dalle maggiori autorità
sanitarie internazionali, proprio quando a scopi militari e maltusiani si dava
il via al segreto Special Virus Cancer Program,
avviato negli anni Sessanta; su questa delicata fase della storia della
virologia vedi CANTWELL 1984; e ancora dello stesso: CANTWELL 1988, 1990, 1993.
[88] LANCTÔT 1997, p. 157; “Il vaccino per
l’epatite B sembra esser stato scelto apposta per lo scopo. Viene
prodotto per manipolazione genetica ed è quindi molto più pericoloso dei
tradizionali poiché introduce nell’organismo cellule estranee al suo codice genetico.
Per giunta questo vaccino, ricavato da virus coltivati in ovaie di porcellini
d’india, è indicato come possibile causa del cancro al fegato”, in dosi di tale
vaccino somministrate in Alaska fu trovato il Rous Sarcoma Virus, (Ivi p. 141). CHAITOW 1989, p. 93: “Da
molto tempo, fautori di metodi terapeutici naturali e medici capaci di
riflessioni lungimiranti ci mettevano in guardia contro i rischi connessi con
l’immunizzazione. Tra i loro avvertimenti, uno dei più
frequentemente ripetuti era quello che la diretta introduzione nel sangue di
microrganismi estranei non andava in qualche modo esente da pericoli a lungo
termine. Cancro e malattie degenerative comparivano spesso tra le possibilità
da loro menzionate […] Il rapporto per il 1961-62 del Consiglio di Ricerca
Medica del Regno Unito includeva una sezione dal titolo: La trasformazione della cellula ad opera di un
virus tumorale, nella quale si poteva leggere, tra l’altro, la seguente
affermazione: ‘Il più importante è il virus SV40, che si trova naturalmente
nelle scimmie e causa sarcomi, in sede sperimentale, nei criceti. La cosa
appare di grande rilievo, soprattutto quando si
consideri che cellule renali di scimmia sono usate estensivamente per la
produzione di vaccini antivirali come l’antipolio’”.
[89] BARBANTI-BRODANO et al.
1998. Inoltre: FISCHER et al. 1999.
[90] LANCTÔT 1997, p. 158. Non sono stati
pochi gli studi che hanno indicato il vaccino antiepatite
B come veicolo di Aids: ANONIMO 1985; TAUBMAN, KUMAR 1984; KATO et al. 1985;
SCHWARTZ, CHORBA 1983; PAPAEVANGELOU et al. 1985.
[91]WAKEFIELD
et al. 1998. Il gastroenterologo canadese Andrew Wakefield,
dopo aver, coi suoi collaboratori pubblicato questo
studio sul Lancet,
fu incaricato da genitori i cui bambini risultarono danneggiati dopo vaccino MPR,
di verificare la connessione causale. La prova addotta era
proprio la presenza di virus del morbillo nei tessuti dei bambini
vaccinati (e che non avevano avuto la malattia), mentre bimbi vaccinati, che
non erano rimasti danneggiati, non presentavano virus del morbillo nei tessuti;
Wakefield divulgò i risultati sul Sunday Herald
di febbraio 2002.
[92] CARROL-PANKHURST et al. 2001.
[93]PEPPER et al. 1996.
[95] San
Francisco Chronicle, 22 luglio 2001.
[97] DOUGLASS 1987.
[98] Times, 11 V 1987.
[99] Sulla strettissima relazione tra antipolio
e Aids in Africa (e non solo) non si può ignorare il poderosissimo e documentatissimo: HOOPER 1999.
[100]Donald W. Scott, è presidente di The Common Cause Medical Research Foundation (Ontario, Canada), organizzazione dedicata alla
ricerca sulle malattie degenerative del sistema nervoso, nonché
direttore della rivista Journal of
Degenerative Diseases. Il passo citato è tratto
da SCOTT 2002.
[101] Si tratta del “Pathogenic
Mycoplasma”, US Patent No
5.242.820, del 7 settembre 1993, citato in SCOTT 2002, p. 22.
[102] Vedi il New England Journal of Medicine
[103] SCOTT 2002, p.18.
[104] Ivi, p.20.
[105] Vedi l’articolo di Robert
Russo (corrispondente a Washington) sul Toronto Star del
15 maggio 1997.
[106] Le notizie di sperimentazioni fatte 50 anni fa sono
state desecretate, perciò si sa quanto segue: San Francisco 1957: test di
attacchi batteriologici di Bacilllus globigii e Serratia
marcescens-
Minneapolis 1953: test di
rilasci di zinco-cadmio- St. Louis 1953: test di rilasci di zinco-cadmio- Washington DC 1953: test di
rilasci di zinco-cadmio- Florida 1955:
test di epidemia di pertosse- Florida 1956-58: test di diffusione di zanzare- New York City 1956: test di
irrorazione nella metropolitana del Bacillus
subtilis variant niger- Chicago 1960: test di irrorazione
nella metropolitana del Bacillus subtilis variant niger. Per non parlare del potente cancerogeno, simile
all’Agente Orange, da irrorare dall’alto, dal nome di
Malathion, i cui utilizzi
non sono stati desecretati.
[107] RAPPOPORT 2006; si tratta di
un’intervista fatta da Rappoport a
un ricercatore del NIH in pensione che ha preferito restare anonimo per non
subire ritorsioni.
[108] HOROWITZ 1996; questo libro, la cui
pubblicazione è stata per molto ostacolata, ha messo
in evidenza aspetti per nulla noti della storia della virologia che dovevano
restare segreti.
[109] Intervista ad Horowitz, pubblicata su Nexus ed it.,
1999, V, n. 19, p.22
[110] Ivi, p. 21.
[111] Ivi, p.22
[112] “La nomina del dott. Henry Kissinger nel 1968 come Consigliere della Sicurezza
Nazionale – la posizione più influente nella Casa Bianca di Nixon
– è degna di nota. Il vice di Kissinger era il sig. Roy Ash, presidente delle
industrie Litton – fra i maggiori appaltatori di armi militari, e collegate alla ditta che aveva in
appalto le armi biologiche dell’esercito, la Litton Bionetics, con cui lavorava il dott. Gallo del National Cancer Institute. I
contratti militari della Litton, durante la prima
amministrazione Nixon, superarono i 5 miliardi di
dollari. La Litton Bionetics
ricevette all’incirca 2 milioni di dollari all’anno in
questo periodo sotto uno dei contratti dell’NCI intitolato ‘Investigazioni
sulla cancerogenesi virale nei primati’. Un altro
contratto chiedeva alla Bionetics la fornitura ai
ricercatori dell’NCI in tutto il mondo di primati per
studi sul cancro. In questo stesso periodo, il Congresso assegnava al
Dipartimento della Difesa la stessa cifra, 2 milioni di dollari all’anno, per lo sviluppo di virus simili a quello dell’AIDS
[…] Fra il 1969 e il 1976, Kissinger ebbe anche la
direzione del potente Comitato dei 40, che autorizzava azioni della Cia sotto copertura in Africa Centrale, nelle vicinanze di
dove per la prima volta Aids e Ebola scoppiarono. Ebola inizialmente colpì una donna sudafricana nel 1975, e
poi diverse centinaia di persone nel Sudan meridionale e nello Zaire settentrionale nel1976. L’Aids, naturalmente, fu
visto inizialmente nello stesso momento in Africa Centrale e nella città di New
York nel 1978. Sotto le direttive del Consiglio per la Sicurezza Nazionale di Kissinger, la USAID (United States Agency
for International Development
[Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale]) cominciò a
concentrare verso la fine degli anni 1960 vaste risorse sul controllo delle
popolazioni del Terzo Mondo. Una ricerca su Internet di testi su ‘USAID’, ‘population control’,
‘vaccines’, e ‘World Health
Organisation [Organizzazione Mondiale della Sanità]’
tra il 1970 e il 1975 ha rivelato 733
studi ‘USAID population control’
[Controllo della popolazione da parte dell’USAIDS]. La stessa ricerca, dopo il
1975, non ne ha trovato nessuno. L’intero campo del ‘controllo
della popolazione’ è sparito dalla vista. Il titolo
di questa tematica è stato abolito e sostituito con il
più confortevole ‘sanità materna e infantile”, HOROWITZ L., How secret experiments may
have unleashed cancer causing viruses, in http://www.newdawnmagazine.com.
[113] In Weekly Trust, 11 agosto 2003, grassetto mio.
[114] Per fare altri esempi nel campo della
polluzione chimica, che viene tenuto alta
costantemente e anche quando non ve ne sia bisogno e della quale si tenta
di impedire perfino il monitoraggio. Un
esempio tra i più recenti sono le disposizioni europee. Quest’ultime invero
sono sempre molto elastiche, ma non dalla parte del consumatore, come ha
evidenziato il Comitato Veterinario della UE
nell’agosto 1999 (La Nazione 17 VIlI 99) che ha “innalzato”
(raddoppiato!) da 100 a 200 nanogrammi la quantità di
diossina (policlorati bifenoli)
tollerabile per ogni kilo di carne degli animali da
allevamento che consumiamo. Che è un po’ come autorizzare i mangimifici a continuare l’utilizzo degli oli esausti (sono
solo quelli di friggitura?) e quindi l’accumulo di
diossine e metalli pesanti che nell’uomo producono cancro e sterilità.
Paradigmatico e inquietante che in Italia, recentemente (2003, ministro della
sanità era Girolamo Sirchia) si sia abolita la
Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale, quella che insomma era chiamata
a individuare e denunciare i pericoli tossicologici
derivanti da esposizione professionale, ambientale, ma anche alimentare,
farmacologia e cosmetica a sostanze come alluminio, mercurio, manganese,
lantanio, cromo, ecc. evidenziandone i danni a livello di sistema nervoso,
reni, tessuto ematico, ecc. Oppure si
hanno direttive volte a determinare carenze di importanti minerali
nell’organismo, con pretesti di tipo igienico. Facciamo un esempio: Scrive un
noto esperto: “L’EDTA, detto anche sequestrene, è
consentito dalle norme vigenti quale additivo alimentare, E 385, in salse
emulsionate, legumi, funghi, carciofi, crostacei, molluschi e pesce in scatola
o in barattolo, nella marinatura e nei crostacei congelati e surgelati, a dose
massima di 75-250 mg/kg a seconda del prodotto
trattato, ma non appare tra i coadiuvanti tecnologici leciti. Sarebbe
interessante conoscere per esteso la giustificazione del suo impiego come
additivo, visto che l’ EDTA possiede una ben nota e forte azione demetallizzante che non si limita alle tracce di ferro o di
rame indesiderate nelle bevande più o meno alcoliche […] Oggi è di fatto
scomparsa la valutazione di una vera necessità di impiego di un additivo, in
molti casi evitabile operando secondo buona tecnica industriale, e cioè
applicando il calore, adottando norme serie di igiene lungo tutta la filiera, e
che può cominciare in campo e terminare
nel frigorifero domestico […] La tendenza ad ampliare il numero e i casi
applicativi di additivi vecchi e nuovi, naturali o sintetici, non conosce
sosta, come appare dalle ultime norme stabilite dalla Comunità Europea […] Le
norme più recenti tendono ad abbandonare del tutto, fra l’altro, un criterio
ritenuto necessario, e cioè che gli alimenti di base, come pane, latte, pasta,
riso, olio e grassi, carni fresche e pesce (oggi ivi compresi anche tutti i prodotti surgelati), frutta e verdure, non
dovevano venire trattati con nessun additivo. Basta vedere le autorizzazioni
vigenti a livello europeo, senza che nessuna seria obiezione venga
sollevata da quei funzionari che stilano decreti su decreti.” (CERUTTI 1999, pp. 151, 164, 168; senza contare la ulteriore
azione demetallizzante delle decine di acidi, a
cominciare dall’onnipresente citrico, fino al malico,
fosforico, tartarico, sorbitolo…sodio solfuro, ecc.)