Giuseppe Altieri*
“Il Cavillo di Troia” – OGM... nei prodotti
Biologici ?!
*Agroecologo – Agernova, Massa Martana (PG): www.mangiacomeparli.net,
www.agernova.it
BIO-GM? Qualcuno vuole manipolare la
politica... e la matematica, con i soliti
“Cavilli di Troia”. Ecco cosa fare per evitare la capitolazione definitiva dell'Agricultra Italiana ed Europea.
1. Mantenere la tolleranza zerogm nei prodotti certificati biologici
Dopo
l’approvazione del nuovo Regolamento sull’Agricoltura Biologica che entrerà in
vigore solo dal 1 gennaio 2009, i governi possono (anzi
devono, a partire da quelli che hanno votato contro, come Grecia,
Italia, Belgio e Ungheria) applicare le clausole di salvaguardia nazionali,
previste dalle normative in materia di ogm (organismi
geneticamente modificati), con leggi specifiche per mantenere il Biologico
Nazionale 100% ogm free.
Soprattutto in virtù del mancato rispetto del principio di precauzione del trattato
di Maastricht e dell’illegittimità costituzionale del nuovo regolamento in
questione, il quale , proprio per questo motivo prevede la possibilità di norme nazionali
più restrittive. E non poteva essere altrimenti, visto che in Europa manca il
quadro legislativo per consentire la contaminazione generalizzata di tutte le
filiere alimentari e il conseguente obbligo a mangiare ogm
per tutti i cittadini europei.
Ma
bisogna fare molta attenzione alla politica che potrebbe addirittura anticipare
la contaminazione legalizzata dei
prodotti biologici (allo 0,1% di ogm)
attraverso decreti ministeriali, con la scusa di ridurre lo 0,9% previsto da un
regolamento (incostituzionale) che non è ancora in vigore e che deve essere
sottoposto preliminarmente a Referendum popolare consultivo.
Zero,
naturalmente, significa assenza, e qualsiasi valore rilevato deve essere
considerato positivo, altrimenti viene meno il sistema
stesso di controllo; laddove, ad esempio, si consentisse una soglia di 0,1%, considerata erroneamente di “rilevazione”, mentre
in realtà sarebbe di “tolleranza”.
Al
fine di garantire l’assenza di ogm,
i risultati delle analisi devono
sempre essere valutati in senso
qualitativo (presenza/assenza), ai migliori livelli consentiti dai sistemi
di rilevamento: evitando di definire per
legge il cosiddetto limite di rilevamento tecnico, che dipenderà dalla
massima sensibilità possibile dei metodi di analisi qualitativi o quanti-qualitativi, che siano scientificamente e
tecnicamente disponibili. Al di sotto della quale non c'è nessuna presenza di ogm nel campione d’analisi... in quanto “non rilevata”.
Lo 0,1%, pertanto, (un grammo per chilogrammo... un’enormità!!), proposto dalla “politica”,
non può assolutamente rappresentare un limite di rilevabilità, ma soltanto, nel caso, una maniera di prendere in
giro produttori e consumatori (se i metodi di analisi fossero così rozzi
staremmo proprio a posto) eludendo e vanificando i controlli.
Lo
stesso decreto MIPAF del 27 novembre 2003, che intende anche in questo caso
garantire l'assenza di ogm nelle sementi, nell'allegata “PROCEDURA PER
L'ESECUZIONE DELLE ANALISI” definita dall'ENSE, indica il metodo di analisi PCR Real time,
che ha un limite di definizione quantitativa corrispondente a 0,049%. Trattandosi di un limite
di “precisione” quantitativa, la soglia di rilevabilità qualitativa (ovvero di
presenza o assenza) è ovviamente molto inferiore. Una non corretta interpretazione dei dati dell'analisi potrebbe di fatto comportare problemi di inquinamento non segnalati
nei prodotti biologici e nelle sementi, come esposto nel seguente punto 2
(per le sementi).
La
PCR Real Time
è oggi il metodo migliore per stabilire eventuali contaminazioni da ogm, essendo un'evoluzione della PCR qualitativa
convenzionale, in cui è stata migliorata la sensibilità ed affidabilità. Infatti la quantità di un ogm è
possibile rilevarla solo se questo è presente. Di conseguenza il saggio con la Real Time ci
dà sia un'informazione qualitativa che quantitativa. Ora, se l'analisi PCR
qualitativa classica, secondo Jankiewicz et al. 1999 ha un limite teorico di rilevazione pari a 0,005% (200
volte inferiore a quello proposto dello 0,1%!!), corrispondente a 30 copie di
genoma aploide di Soia oppure a 9 copie di genoma aploide di Mais, la
PCR Real Time dovrebbe essere ancora più sensibile
per la rilevazione di presenza/assenza. Secondo
il Centro di Ricerca di ISPRA (Mazzara, Eede 2002), il metodo di rilevazione può arrivare alla
determinazione della presenza di ogm allo 0,0026% (LOD, Limit
of Detection). Tenendo conto invece degli aspetti legati all'estrazione e
purificazione del DNA da analizzare, i risultati di tipo quantitativo (LOQ)
sono molto meno precisi e, di fatto, l’introduzione di un qualsiasi limite di
tolleranza renderebbe impossibili i controlli, con possibilità di contestazione
dei risultati delle analisi (come accade comunemente
negli alimenti convenzionali).
2. Tolleranza Zerogm nelle sementi di qualsiasi natura in Italia e in
Europa, con lettura del risultato delle analisi in senso qualitativo – Rilancio
della produzione sementiera europea, oggi libera dagli ogm
Attualmente
non sussiste alcun problema tecnico per garantire sementi prodotte in Europa al
100% libere da ogm, e le multinazionali possono facilmente evitare le contaminazioni
“accidentali” semplicemente producendo sementi in Europa o in altre aree
mondiali ogm free, vista l'esigua superficie necessaria a tali
produzioni e le limitate aree mondiali di coltivazione di ogm.
Ciononostante, è stato proposto un altro regolamento europeo che consentirebbe
di “contaminare legalmente” anche le sementi (fino allo 0,1% di
ogm, con una soglia di tolleranza confusa
anche in questo caso col limite di rilevabilità), sul quale è stata avviata una
(quanto meno non opportuna se non vergognosa) “consultazione on line” da parte
della Commis(t)ione Europea (poi interrotta
d’autorità).
Un
regolamento del genere comporterebbe
la contaminazione generalizzata e irreversibile di tutte le forme di agricoltura europea, per aprire poi alla commistione di
coltivazioni con OGM (denominata impropriamente “coesistenza”).
Le
soglie di tolleranza di ogm
in tutte le filiere agroalimentari rappresentano pertanto il presupposto
necessario che renderebbe possibile questo scenario di “monopolio brevettato e
dittatoriale da parte dei proprietari degli ogm su
tutto il sistema agroalimentare europeo”. Un vero e proprio “Cavillo di Troia”,
cui è rimasto da superare solo le mura
dell’agricoltura biologica, oggi ancora 100% ogm free.
Bisogna
assolutamente fermare questo tentativo, dichiarando il territorio nazionale ed
europeo 100% ogm free,
e mantenendo l'assenza di contaminazione negli alimenti biologici e nelle
sementi, come è
ad oggi.
Anche
se... per garantire l'assenza di ogm nelle sementi è necessario
correggere il criterio di lettura dei risultati delle analisi, altrimenti
se ne potrebbe “nascondere la presenza”. Infatti, il Decreto MIPAF del 27 novembre 2003: “Campagna
di semina - Modalità di controllo delle sementi di mais e soia per la presenza
di organismi geneticamente modificati”, ad oggi sempre in vigore, riporta in allegato la “PROCEDURA PER L'ESECUZIONE DELLE
ANALISI”, definita dall'ENSE (vedi GU n. 281 – Serie generale – pp. 38-40);
questa procedura parte da un campione di 3000 semi ed è una PCR Real Time (un'analisi quantitativa,
sensibilissima anche in senso qualitativo). Nell'ultimo capoverso si legge: “Il
risultato dell'analisi viene espresso, per
approssimazione, alla prima cifra decimale”.
Ma come si può
approssimare un dato... se si sta valutando la presenza o assenza?
Chi
è bravo in matematica, fa un semplice conto: se approssimiamo alla prima cifra
decimale il valore 0,049% (che rappresenta il limite di “precisione
quantitativa” dell'analisi Real Time) tale dato
diventa... = 0 (?!).
Pertanto,
tale valore non è adatto al rilievo di presenza ma solo alla determinazione
della quantità, maggiore o minore di 0,049%. Quindi, in pratica, nelle sementi si rischia di applicare una soglia di
tolleranza pari allo 0,05%, ovvero ogni 2.000 semi potrebbe essere presente 1
seme ogm. Anche se per
legge... non ci sta più (se rilevo 0,049%... diventa zero... mentre 0,5%=0,1%).
In
un campo di mais, per ogni ettaro potremmo avere ben 35 semi ogm... moltiplichiamoli per
5.000.000 di granelli di polline per pianta... con le api e le farfalle che
volano nel vento... il rischio di
contaminazione generalizzata è evidentissimo.
E
se una Multinazionale proprietaria dei brevetti sugli ogm
mettesse dentro alle confezioni 1 seme ogm ogni 2.000 o 3.000... chi ferma le contaminazioni?
Guarda
caso, una pubblicità Monsanto garantisce le loro sementi al di
sotto del limite di rilevabilità (quantitativo, ndr)
dello 0,049%... ma non garantisce l'assenza di ogm.
Si
ricorda che le contaminazioni procedono con ritmo esponenziale ed una volta
avviate su larga scala diventano irreversibili.
Ma
dal momento che la legge prevede l'assenza di semi ogm,
bisogna precisare (se necessario cambiando il testo del decreto) che, per
garantire il rilievo di presenza o assenza, i dati delle analisi devono essere
letti in senso qualitativo e non quantitativo, alla massima sensibilità
possibile dei metodi di analisi che potranno essere
scientificamente e tecnicamente disponibili. Attuando di
conseguenza il sequestro del lotto con qualsiasi valore di presenza rilevato,
anche se non definito precisamente in senso quantitativo. Evitando stupidi trucchi e cavilli che consentono contaminazioni delle
sementi, creando contenziosi e difficoltà nei controlli.
3. Le soglie di tolleranza nel
biologico e nelle sementi e le "commistioni di coltivazioni" con ogm sono contrarie al principio di Coesistenza
Se
tutte le filiere fossero legalmente contaminabili, la coesistenza con le
filiere 100% ogm free
sarebbe di fatto abolita. Il Regolamento comunitario
approvato è pertanto palesemente
illegittimo.
Le
soglie di tolleranza, inoltre, rendono inutili i controlli, in quanto
difficilmente si riesce a dimostrare il superamento dei livelli consentiti e di etichette ogm sul mercato non
se ne vedrebbe nessuna (come è accaduto in questi anni di politica di (in)”tolleranza”
sugli alimenti convenzionali). Figuriamoci poi per le tracce nel biologico.
L'unica
coesistenza possibile è quella sul Mercato, come
previsto dalle stesse norme comunitarie, tra prodotti extraeuropei contenenti ogm e prodotti 100% ogm free.
Gli
eventuali prodotti ogm importati dovrebbero essere opportunamente
etichettati per garantire chi eventualmente volesse sceglierli e chi invece
intende rifiutarli (anche se presentano tracce di ogm
al di sotto del limite attuale di etichettatura dello 0,9%). Solo in tal modo
sarebbe rispettato il principio di precauzione e di libertà di scelta dei consumatori. E' necessario pertanto etichettare
qualsiasi presenza di ogm
anche negli alimenti convenzionali, con la dicitura “contiene” o “può contenere
tracce di ogm”, in caso di presenze accidentali e non
dichiarate.
Anche
se in base allo stesso enunciato del
Principio di Precauzione, in presenza di rischi
per la salute, in Europa dovrebbe essere
vietata la vendita di alimenti ogm.
La
coesistenza di coltivazione con gli ogm rappresenta
una contraddizione in termini e non esistono aree di sicurezza che possano evitare le contaminazioni.
Essa
è meglio identificata dai Giuristi come una “commistione” tra coltivazioni
transgeniche e naturali con conseguenti contaminazioni genetiche e danni
irreversibili derivanti dalla “violazione della coesistenza”
(Poletti 2005). L’accidentalità di contaminazione è
in realtà una “naturalità” di diffusione e propagazione (attraverso il polline
o i semi) che comporterebbe l’accettazione obbligata di “tolleranze di ogm”, in contrasto con la
libertà di iniziativa economica degli agricoltori biologici e/o tradizionali,
con il diritto di libera scelta del consumatore e con la tutela della
biodiversità e della tipicità delle produzioni agroalimentari tradizionali
europee, oggi “libere” da ogm.
Che rappresentano
un "Diritto precedente" che non può essere sottomesso.
Bisogna
mantenere pertanto il divieto di coltivazioni ogm in
Europa e la tolleranza zero nelle sementi e negli alimenti biologici, in quanto
ciò è richiesto dal Popolo dei consumatori sovrani e votanti. E dal diritto Costituzionale.
Lo
ha sancito la Corte Costituzionale
legittimando le Regioni OGM free contro il ricorso
del governo Berlusconi. La commistione di
coltivazione presuppone il conseguente reato di mancato rispetto della coesistenza e le Regioni sono legittimate a dichiararsi ogm free al fine di garantire la
presenza sul mercato dei prodotti 100% ogm free e pertanto, la coesistenza. Per lo stesso motivo la corte Costituzionale ha abolito le norme della
Legge 5 detta di “Coesistenza”, rimandando alle Regioni la definizione di norme
adeguate, che ovviamente non prevedano coltivazioni di ogm
al fine di garantire la Coesistenza di mercato. Ciò nel
quadro europeo dettato dal principio di precauzione del trattato di Maastricht
e dalle norme sul libero mercato e corretta informazione del
consumatore. Senza parlare della libertà e sicurezza alimentare che gli ogm sottopongono ai brevetti delle
multinazionali. Con gli ogm si rischia in sostanza
una vera e propria Guerra civile nelle campagne.
4. Responsabilità
dell'inquinamento e contaminazione genetica
Una
qualsiasi soglia di tolleranza o “limite di rilevazione arbitrario” o “matematicamente
arrotondato”, nei prodotti agroalimentari come nelle sementi, farebbe venir meno l'importante principio sulla
responsabilità dell'inquinamento e contaminazione genetica, necessario al
fine di garantire il pagamento dei danni da parte dei responsabili della contaminazione stessa, ovvero le multinazionali
detentrici dei brevetti e i loro commercianti, agenti e concessionari.
5. Europa Ogm free: divieto di qualsiasi
coltivazione, sperimentazione o rilascio ambientale di ogm – Contaminazioni e inquinamenti “naturalmente evitati”
Non
ha senso parlare di presenze “tecnicamente inevitabili” di ogm nei prodotti biologici così come nelle sementi, dal
momento che in Europa e soprattutto in Italia gli ogm
non si coltivano (a parte una sola varietà
di Mais su pochi ettari in Spagna, laddove sono state dimostrati gli elevati
rischi di contaminazione).
A
dimostrazione che la contaminazione è invece “del tutto evitabile” non mancano
gli organismi accreditati che hanno sviluppato schemi di certificazione per la
garanzia 100% “Ogm-free”. La lunga esperienza delle
aziende biologiche italiane dimostra che anche nei settori potenzialmente più a
rischio (soia e mais), nessun inquinamento è “tecnicamente inevitabile”,
adottando ogni opportuna procedura per rispettare il patto con il consumatore. Soprattutto se in Europa anche in futuro non
si coltiveranno ogm...
altrimenti, ben inteso, sarebbe impossibile evitare le contaminazioni.
E
se qualche ente di certificazione biologica intende fare affari certificando
prodotti biologici da paesi che coltivano ogm... ciò
non deve essere consentito, altrimenti per
un interesse particolare si mette a rischio l'intero comparto dell'Agricoltura
Biologica Europea ed italiana e l'agricoltura nel suo insieme, in quanto il Biologico 100% ogm free rappresenta oggi l'unica
barriera alle possibili commistioni con coltivazioni ogm,
proteggendo di fatto tutto il comparto agricolo tradizionale europeo, oggi 100%
ogm free.
A
tal proposito occorre fare attenzione al settore delle cosiddette bio-energie, le quali devono
essere strettamente limitate alle forme tradizionali (legno) e all'impiego di
sottoprodotti delle coltivazioni rigorosamente ogm free. E derivare da metodi di produzione
biologica che non impieghino Pesticidi o concimi di sintesi, derivati da
energia fossile non rinnovabile. Gli usi dovrebbero essere
prevalentemente locali e aziendali (bioregionalismo). Nessun
uso industriale di specie utilizzate a fini energetici o altri fini (tessili,
farmaceutici, ecc.) può giustificare il rilascio
ambientale di ogm che contaminerebbero
irreversibilmente l'ambiente e l'alimentazione europea.
6. Il Consiglio dei Ministri
europei ha approvato un regolamento illegittimo, contrario ai
principi Costituzionali
La
tolleranza di OGM negli alimenti biologici (fino allo
0,9% e senza etichettatura... alla faccia del consumatore biologico che sino ad
oggi poteva sfuggire agli ogm), comporterebbe la conseguente impossibilità da parte del consumatore di
evitare di mangiare ogm, già presenti in maniera
"nascosta dalle tolleranze" negli alimenti convenzionali.
Inoltre,
l’accettazione di soglie di tolleranza in tutte le filiere agroalimentari contrasta con il
“Principio di Precauzione” del diritto Europeo, disposizione di innegabile
modernità che intende regolare i danni (alla salute e all’ambiente) espressione
di un “pericolo legato all’ignoto scientifico-tecnologico”. L’omissione
dell’etichettatura delle presenze di ogm in qualsiasi tipo di alimento è in tal senso
un’aggravante.
Ciò
va contro i principi di “diritto alla salute” e di “libertà costituzionale” dei
paesi membri, dal momento che le
costituzioni nazionali rimangono sempre in vigore e sono prioritarie rispetto a
qualsiasi trattato europeo. La libertà di scegliere di non magiare ogm rappresenta un diritto prioritario irrinunciabile!
Pertanto,
bisogna denunciare il Consiglio dei
Ministri alla corte di giustiza UE e sospendere
immediatamente il regolamento, riaprendo il dossier ogm
al Parlamento Europeo e alla Commissione.
Denunciamo inoltre la Commissione per attentato
alla salute pubblica europea, per i notevoli rischi accertati
dell'alimentazione con ogm. Si rammenta che attualmente
gli ogm sono presenti negli alimenti convenzionali (fino
allo 0,9% senza etichettatura) e soprattutto in quelli di derivazione
zootecnica (non c'è obbligo di indicare l'alimentazione del bestiame con ogm... i cui residui si possono ritrovare, ad es. nel
latte).
I
regolamenti suddetti non rispettano inoltre il “principio di libero mercato” e
le norme sulla “corretta informazione dei consumatori”, non essendo previste
etichettature obbligatorie.
La
vertenza costa 500.000 €...
7. Referendum popolare
consultivo europeo prima di ogni decisione in materia
di ogm
In
osservanza della Dir. 2001/18/CE, “gli Stati membri possono adottare tutte le
misure opportune per evitare la presenza involontaria di ogm
in altri prodotti” ed è prevista la consultazione
popolare nazionale, prima di legiferare sugli Ogm.
Un Referendum, quindi, sulle coltivazioni e le presenze di qualsiasi tipo di ogm sul mercato e, intanto,
etichettatura di ogni traccia di ogm in qualsiasi
tipo di alimento e/o prodotto, agricolo o zootecnico e divieto di importazione di alimenti transgenici
sotto forma di semi vivi (Mais, Soia, Colza, ecc. che potrebbero essere seminati
inconsapevolmente dagli agricoltori con conseguente inquinamento genetico).
Un
Referendum nel rispetto degli art.1
e 32 della Costituzione Italiana, cui non si è rinunciato con l’adesione
al trattato di Roma, laddove si deve garantire la sovranità e la sicurezza
nazionale.
Pertanto,
in primis, bisogna immediatamente recepire la direttiva
europea che prevede la consultazione popolare preliminare a qualsiasi decisione
in materia di ogm.
Proprio
per questo motivo, il nuovo regolamento sull'agricoltura biologica entra in
vigore solo dal 1o gennaio 2009 e abbiamo un anno di tempo per un
Referendum che dovrebbe essere realizzato in tutti i paesi Europei.
In
Italia è necessaria una legge ad hoc, presentata da un
parlamentare o di iniziativa popolare con almeno 50.000 firme. (1) Beppe Grillo ha promesso una mano dal suo Blog... mentre la Coalizione liberi da ogm
di Mario Capanna, ha raccolto 3.500.000 firme inutili (su un sondaggio che non
serve a nulla, dal momento che lo sanno tutti che gli italiani sono all’80%
contrari agli ogm).
Intanto,
anche attraverso o strumento del decreto legge, dal momento che si tratta di un
recepimento di una direttiva comunitaria ed essendo ovviamente manifesti i
motivi di urgenza, nell'interesse della salute
pubblica e della sicurezza alimentare del paese, è necessario applicare la
tolleranza zero Ogm nei prodotti biologici italiani.
E
senza aspettare la politica si muova... meglio cominciamo a lavorare dal basso.
E,
intanto, è stata depositata alla Corte di Cassazione il 20 luglio 2007 la seguente
(1) PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE
Istituzione del Referendum popolare sugli Organismi Geneticamente
Modificati (OGM)
Relazione d’accompagnamento
Risulta sempre più evidente che sollecitazioni, di Stati e società
multinazionali, favorevoli alla produzione di OGM, estranee agli interessi dei
cittadini comunitari, sono in grado, molto spesso, di condizionare con
efficacia e tempestività le scelte della Comunità Europea ad ogni livello, in
particolare per quel che riguarda la produzione agricola, convenzionale e
biologica, che la stragrande maggioranza dei medesimi cittadini vuole mantenere
integra, ossia non inquinata da Organismi Geneticamente Modificati (OGM),
pericolosi per la salute umana, animale e per l’ambiente. Un evento del genere
deriva dal fatto che questi Stati, che a torto o a ragione hanno introdotto sul
proprio territorio la coltivazione degli OGM, non sono più in grado di produrre
vegetali privi di OGM, stante l’inquinamento
irreversibile che gli stessi organismi, una volta introdotti nell’ambiente,
provocano di tutte le aree agricole. Di questo inquinamento
irreversibile ci dà notizia la Direttiva 2001/18/CE, del Parlamento Europeo e
del Consiglio, del 12 marzo 2001, sull’emissione
deliberata nell’ambiente degli OGM, che al 4° considerando così dichiara: “
gli organismi viventi immessi nell’ambiente in grandi o piccole quantità per
scopi sperimentali o come prodotti commerciali possono riprodursi e diffondersi
oltre le frontiere nazionali, interessando così altri Stati membri; gli effetti
di tali emissioni possono essere irreversibili”.
In concreto, ciò significa che
gli Stati, produttori degli OGM, debbono inquinare con
gli OGM stessi tutto il mondo per non restare fuori dai mercati e dai Paesi che
rifiutano gli OGM. Ma ciò significa anche che, inquinato irreversibilmente l’ambiente
con gli OGM, il produttore agricolo sarebbe per sempre privato del diritto
millenario di coltivare vegetali convenzionali (privi, cioè,
di OGM) e, dunque, della libertà di produrli.
Tanto premesso, in presenza di comportamenti incerti, e a volte
contraddittori, del legislatore comunitario e nazionale, nel disciplinare la
materia, e del pericolo che scelte improvvide possano distruggere
definitivamente ed irreversibilmente l’ambiente e la qualità della nostra
produzione agricola, convenzionale e biologica, di sicura eccellenza a livello
mondiale, appare questo il momento per chiamare a decidere, in merito, l’intera
collettività nazionale, alla quale appartiene la sovranità di cui all’art. 1
della Costituzione e il diritto-dovere di scegliere, in prima persona, cosa
coltivare e cosa mangiare per gli anni futuri, tanto più che è la stessa
Direttiva comunitaria 2001/18/CE, sopra indicata, a prevedere la consultazione
del pubblico prima di introdurre gli OGM in agricoltura e nell’ambiente (10° considerando e artt.
9 e 32 della Direttiva 2001/18/CE).
Anche il protocollo di Cartagena, entrato nel
nostro ordinamento con la legge 15 gennaio 2004, n. 27, impone una rigida
valutazione dei rischi connessi all’utilizzazione, alla manipolazione ed ai
movimenti transfrontalieri degli OGM.
L’art. 23, comma 2, di tale
legge (n. 27/04) più specificamente prevede che: “Le Parti, conformemente alle loro rispettive leggi e regolamenti,
consultano il pubblico nel momento dell’adozione di decisioni relative agli organismi viventi modificati che permettono …”.
Tale protocollo, inoltre, risulta “comunitarizzato” dall’art. 32 della stessa Direttiva
2001/18/CE.
Pertanto è “comunitariamente”
obbligatorio il previo interpello dei cittadini.
Né varrebbe eccepire la
tassatività delle ipotesi referendarie di cui all’art. 75 della Costituzione,
giacché questa disposizione disciplina il referendum abrogativo, non quello
consultivo, come è il caso qui considerato.
Ove si prospettassero vincoli
comunitari ineludibili che permettono la produzione
degli OGM, è opportuno far rilevare che è proprio la normativa comunitaria
citata a pretendere l’interpello generalizzato del pubblico prima di introdurre
gli OGM nell’ambiente e che, comunque, l’eventuale
obbligo comunitario, nella materia, prevale sul limite costituzionale interno
solo quando non tocca principi e diritti fondamentali previsti dalla nostra
Costituzione (come il diritto alla salute, art.
32 Cost., e il diritto all’integrità
dell’ambiente, art. 9 Cost.),
intangibili, in quanto tali, anche ad opera di prescrizioni comunitarie.
Peraltro, l’esito di un referendum consultivo assume valore essenzialmente politico,
che il legislatore, comunitario e nazionale, non potrà in ogni caso ignorare.
In ragione di tutto ciò, prima di stabilire con disposizioni vincolanti
l’introduzione e la coltivazione degli OGM sul territorio nazionale o su parte
di esso, con il rischio fondato di inquinare con gli OGM, irreversibilmente,
tutte le aree agricole, si ritiene opportuno sollecitare il parere dell’intero
corpo elettorale, tramite referendum
consultivo, ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dagli artt. 9 e 32 della Direttiva 2001/18/CE e dagli artt. 12, 26 e all.VIII, del d.lvo 224 del 2003, e succ. mod., che ha attuato la Direttiva 2001/18/CE in questione.
In particolare, ai sensi dell’art. 71 della Costituzione, i
sottoscritti cittadini italiani avanzano la proposta
di legge per l’Istituzione del Referendum popolare sugli Organismi
Geneticamente Modificati (OGM).
PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE
“Istituzione del Referendum popolare sugli Organismi Geneticamente
Modificati (OGM)
Articolo 1 (Referendum popolare)
In applicazione ed attuazione di quanto disposto dalla Direttiva
2001/18/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio CE e dalla legge 15 gennaio
2004, n. 27, di ratifica ed esecuzione del protocollo di Cartagena,
richiamato dall’art. 32 della Direttiva 2001/18/CE, che prevedono
la consultazione del pubblico, prima di introdurre gli OGM (organismi
geneticamente modificati) sul territorio nazionale, nell’ambiente, in
agricoltura e nell’alimentazione umana ed animale, il corpo
elettorale deve essere interpellato, tramite referendum consultivo nazionale
indetto dal Governo, con le modalità previste dalla legge sul referendum abrogativo
in quanto applicabili, da tenersi in un giorno scelto dallo stesso Governo. Il
parere sarà quello espresso dalla maggioranza dei votanti.
Il quesito referendario sarà: "Volete
che gli organismi geneticamente modificati, detti OGM, e loro derivati, siano
introdotti, coltivati, prodotti in Italia, sotto ogni forma, diffusi
nell’ambiente, contenuti nell’alimentazione umana ed animale, si o no?".
L’informazione del pubblico sull’argomento, nei due mesi precedenti la
consultazione, deve essere fornita dai mezzi radiotelevisivi pubblici e privati
secondo le regole previste per le consultazioni elettorali generali,
provvedendo, in ogni caso, a che gli spazi informativi, riservati ai favorevoli
e ai contrari all’introduzione degli OGM sul territorio, siano
ripartiti in forma paritaria”
8. Intanto le Regioni attuino i
Piani di Coesistenza, dichiarandosi OGM free, almeno
nelle coltivazioni
Attuando in tal modo l’unica possibile coesistenza,
quella sul Mercato, dichiarando i territori e le coltivazioni OGM free al 100% (senza tolleranze né trucchi sui
limiti di rilevabilità). Ovviamente indicando le presenze di ogm negli alimenti convenzionali, anche se in tracce al di
sotto dello 0,9% (il limite, oggi, al di sotto del quale non è necessario
etichettare).
E magari
i sindaci comincino a vietare anche il commercio di alimenti
ogm, in base alla legge di precauzione sanitaria ed
ai suddetti principi costituzionali.
9. Garantire la rintracciabilità
di tutte le sementi, con origine e purezza da ogm certificate attraverso controlli su tutti i lotti di sementi
sia extra che intra-comunitari
Evitando
ulteriori deroghe sulle sementi per l'agricoltura
biologica che devono essere esclusivamente certificate da terreni biologici o
in conversione, sottoposti a
controllo degli enti di certificazione biologica. Al fine di evitare rischi di contaminazione da ogm è necessario sospendere immediatamente le deroghe per
l’utilizzo di alimenti convenzionali per il bestiame
nella zootecnia biologica, dal momento che è vietato l'utilizzo di ogm nelle produzioni biologiche, ma è consentita una
tolleranza di ogm senza etichettatura negli alimenti
convenzionali, che di fatto rende difficili i controlli.
10. Azione tecnico-legale nazionale di Concertazione sui Piani
di Sviluppo Rurale Regionali 2007-2013, le finanziarie agricole in approvazione
alla Commissione UE.
Per sviluppare l’agricoltura
biologica anche nelle aree intensive, come prevedono le misure Agroambientali
Europee, al fine di garantire a tutti il diritto ad una sana alimentazione, eliminando
l’inquinamento da Pesticidi e altri mezzi chimici di sintesi, riducendo il
consumo energetico e le emissioni di gas serra, proteggendo i terreni
dall’erosione, salvaguardando fertilità e ritenzione idrica e proteggendo le
falde acquifere,.
E non disperdendo, come avvenuto sino ad ora, decine di migliaia di miliardi per l’Agricoltura "Integrata"
(...nella chimica), che sarebbe meglio definire “dis-integrata”, visto
l’indebitamento generale degli agricoltori (e il fallimento di 100.000 aziende
italiane nel solo 2006, il 10% !!).
Nel contempo ricorrere alle Procure e alla Corte dei Conti, per sospendere aiuti agroambientali non conformi, per fittizie riduzioni di
pesticidi e concimi (impegni
quinquennali tra agricoltori e
Regioni dei precedenti PSR 2000-2006), che altrimenti trascineranno fino al
2010 sperperi di immense risorse, sottratte al settore
biologico.
È per questo che da un anno non arrivano aiuti (regolarmente
assegnati e rendicontati) per i Bio-agricoltori.
Invece di sviluppare l’agricoltura biologica, qualcuno lavora per
distruggere anche quel 10% di Agricoltura Italiana
pulita: 1.100.000 Ha, primi in Europa, terzi nel Mondo... dove tutti vogliono
mangiare il BIO Made in Italy.
11. Futuro biologico o transgenico? A noi la scelta... con un Referendum Europeo
Forse
in America non lo hanno capito in tempo... ma grazie
alla loro esperienza, noi in Europa sappiamo che le coltivazioni biologiche e
transgeniche sono incompatibili, una nega
l'altra e la "coesistenza sul campo" non può che generare mostri
che obbligano alla contaminazione forzata di tutte le coltivazioni e
conseguenti soglie di (in) Tolleranza di ogm... che
sancirebbero la morte del Biologico e delle altre forme di agricoltura
tradizionali.
Non è meglio condannare e farla finita una volta per tutte con gli ogm,
visto che neanche esistono in natura?
Ma
è possibile che qui in Europa qualcuno
sia talmente folle da introdurre "soglie di tolleranza",
quando non ci sono coltivazioni ogm?
Invece di approfittare
dell'occasione per conquistare mercati che chiedono il biologico 100% ogm free, italiano ed europeo...
È
molto più probabile che qualcun altro, col naso lungo
e le orecchie d'asino, molto ignorante in matematica, stia pensando a prossime
“commistioni di coltivazione” con gli ogm, cercando
in tutti i modi di contaminare la “Vergine Europa”. Con
conseguente abolizione della “esistenza
sul mercato” delle produzioni libere (al 100% “matematico”) dagli ogm.
La partita sugli ogm non
ha prezzo... la contropartita è il controllo totale
dell'alimentazione del pianeta e della salute dei consumatori.
È
ora di dichiarare l'Europa Libera da ogm (iniziando
dall'Italia).
Nell'unica
forma possibile, realizzando l’obbligatorio referendum popolare consultivo.
Prevedendo
anche la corretta applicazione del principio di precauzione del Diritto
Europeo, cioè il divieto di ogni alimento e/o
coltivazione di ogm (per gli accertati rischi di
tossicità e le contaminazioni irreversibili) e l’abolizione delle norme di brevettabilità della vita, patrimonio comune di tutti gli
esseri umani.
Altrimenti
qualcuno (gli agricoltori, i sementieri europei, i
consumatori ammalati, le madri e i bambini...) farà causa all'Europa per
mancato rispetto del principio di diritto alla propria “esistenza”, oltre a
quello di “Precauzione”.
E,
per ora, se per qualcuno Zero corrispondesse a 0,1,
non è detto che, per qualche Giudice 0,1 non corrisponda invece alla “negazione
dell'assenza di ogm” e alla corrispondente “negazione
della certificazione del prodotto come biologico”.
Ma
dal momento che tutti stiamo parlando di soglie di
rilevabilità tecnica, che sia assodato, pertanto, che la Tolleranza di OGM nel
Biologico, rimane e non può essere altro che Zero, fermo restando che qualsiasi
traccia si rileva, indipendentemente dal metodo d’analisi in un prodotto
qualsiasi (alimentare, cosmetico, tessile, per produzioni energetiche, ecc.) o
nei semi, quel prodotto non può essere considerato Biologico.
E nel caso di semente dev'essere
sequestrato e rispedito al mittente.
I
Consumatori Europei all'80% sono contrari agli ogm !!
È
molto probabile allora che il popolo si attivi in tal senso.
Forza vecchia Europa, dai un calcio agli ogm... hai
anche un robusto stivale!
Intanto,
un consiglio per tutti: non andate più al supermercato... scommettiamo che se calano dell'1% le vendite... gli ogm spariscono
dagli scaffali?
Diamoci
da fare colla spesa in campagna e, intanto, con marchi privati per tutelare i
consumatori biologici.
Riferimenti
Jankiewicz, A, Broll, H, and Zagon, J, 1999: “The official method for the detection of
genetically modified soybeans (Roundup Ready) and insect-resistant Bt Maize (Maximizer)”, Eur. Food Res. Technol. 209,77-82.
Mazzara
M., Van den Eede G. 2002: “Problematiche analitico metodologiche
delle analisi degli ogm”, Atti del Convegno sugli ogm, tenutosi al centro congressi di Milano, il 10 ottobre
del 2002.
Poletti
D. 2005: Atti del Convegno dei Giuristi di Pisa 7-8 Luglio
2005 Regole dell’Agricoltura Regole del
Cibo.
Inserito:
12 febbraio 2008
Scienza
e Democrazia/Science and Democracy