MASSIMO TETTAMANTI

L’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale in Italia

Il messaggio che ho cercato di trasmettere è molto semplice: se la biologia viene insegnata in modo da sviluppare un senso di meraviglia e di rispetto per la vita, e se lo studente si sente internamente arricchito dai suoi studi, allora si porrà, come obiettivo della propria, il preservare e il proteggere tutta la vita e dedicherà, io credo, se stesso a un mondo migliore e più umano - per gli animali e per la specie umana.

George Russell, professore di Biologia all'Università di Adelphi e editore della rivista Orion (AV Magazine, estate 1996)

 

Introduzione

Nelle Università con indirizzo scientifico esistono due tipologie principali di laboratorio:

  1. i laboratori di tesi di laurea;
  2. i laboratori didattici.

Nei laboratori di tesi di laurea viene svolta l'attività di ricerca; vengono spesso condotte prove di sperimentazione su animali vivi. Lo studente incontra questi laboratori alla fine del proprio piano di studio. I laboratori didattici sono invece quelli che lo studente incontra subito: alcuni laboratori sono inseriti all'interno del primo anno di corso; altri negli anni successivi; nella maggior parte dei casi comunque sono inseriti all'interno dei bienni o trienni propedeutici, prima delle specializzazioni. In alcuni nazioni, gli studenti possono incontrare questi laboratori anche all'interno delle scuole superiori. In questi casi, lo studente generalmente non lavora su animali vivi; è il docente o uno degli assistenti che, subito prima dell'inizio dell'esercitazione, uccide l'animale. L'animale deve essere sano e l'uccisione non deve avvenire troppo tempo prima per evitare l'insorgere di fenomeni di necrosi (in alcuni casi l'animale viene conservato sotto alcool o formalina).

Nei laboratori didattici non viene svolta attività di ricerca: semplificando, si possono classificare gli esperimenti su animali ivi condotti come didattico dimostrativi, finalizzati all'apprendimento di fenomeni e dati conosciuti. Le prove didattiche sono in genere molto semplici, normalmente si tratta di dissezioni e della successiva osservazione dell'anatomia e della fisiologia della carcassa dell'animale. In alcuni laboratori vengono anche effettuate prove di studio di fenomeni di trasporto e di stimolazioni nervose.

La sperimentazione animale ha comunque da tempo superato i confini della medicina e ormai viene impiegata in ogni campo della ricerca scientifica, ma anche industriale e non solo. Si utilizzano animali per esperimenti di psicologia, per testare cosmetici, armi chimiche o comunque qualsiasi sostanza con la quale gli esseri umani potrebbero entrare in contatto.

Per proteggere l’uomo e l’ambiente dai rischi connessi all’immissione sul mercato di tali nuove sostanze chimiche vengono adottate, anche a livello giuridico, misure di tutela della salute pubblica.

È necessario seguire con molta attenzione gli sviluppi che riguardano le nuove sostanze e il loro utilizzo e istituire un sistema che permetta la loro classificazione e categorizzazione.

Bisogna in pratica conoscere ed etichettare, prima della messa in commercio, la pericolosità di ogni nuova sostanza.

Esiste di conseguenza una normativa europea, la 92/32/CEE1, che prevede un sistema di classificazione della pericolosità di una sostanza e impone studi chimici, fisici e tossicologici.

A norma della direttiva citata, attualmente, la pericolosità di una sostanza chimica viene valutata utilizzando prove su animali.

Negli ultimi 150 anni, composti chimici industriali, agricoli, di pulizia e igiene della casa, ecc. sono stati testati su animali per stabilire la loro potenziale pericolosità2,3.

L'aspetto legislativo

In Italia, l'utilizzo degli animali a fini sperimentali è regolamentato dal decreto legislativo del 27 gennaio 1992, D.Lgs. n° 116 che recepisce la direttiva CEE n° 86/609/CEE:

Gli esperimenti di cui all'art. 3 possono essere eseguiti soltanto quando, per ottenere il risultato ricercato, non sia possibile utilizzare altro metodo scientificamente valido, ragionevolmente e praticamente applicabile, che non implichi l'impiego di animali.

In deroga all'articolo 3, comma 1, il Ministro della Sanità autorizza gli esperimenti a semplice scopo didattico soltanto in caso di inderogabile necessità e non sia possibile ricorrere ad altri sistemi dimostrativi.

L'altra legge che, soltanto in Italia, regolamenta l'argomento in esame è la n° 413 del 12 ottobre 1993: "Norme sull'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale":

Nelle università gli organi competenti devono rendere facoltativa la frequenza alle esercitazioni di laboratorio in cui è prevista la sperimentazione animale. All'interno dei corsi sono attivate, entro l'inizio dell'anno accademico successivo alla data di entrata in vigore della presente legge, modalità di insegnamento che non prevedano attività o interventi di sperimentazione animale per il superamento dell'esame. Le segreterie di facoltà assicurano la massima pubblicità del diritto all'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale.

Sempre la legge 413 recita:

Nessuno può subire conseguenze sfavorevoli, per essersi rifiutato di praticare o di cooperare all'esecuzione della sperimentazione animale.

Nascita di una legge

Alla fine del 1989, 27 tecnici di Radiologia medica dell'Istituto Rizzoli di Bologna, grazie alla continua e proficua azione svolta da Maria Teresa Ravaioli, in previsione dell'apertura all'interno dell'ospedale di un laboratorio in cui sarebbero stati usati conigli, suini, ovini, cavie e ratti, si dichiararono obiettori di coscienza a questo tipo di sperimentazione. Nello stesso periodo, si verificava un caso analogo presso la USL n. 4 di Chieti.

Dopo alterne vicende, nell'aprile del 1992 il Consiglio di Amministrazione dell'Ospedale Bolognese riconobbe come legittima la richiesta dei tecnici di radiologia. In quei due anni e mezzo vi furono molte iniziative di solidarietà con i tecnici bolognesi e da più parti venne sostenuta l'opportunità di una legge a sostegno dell'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale.

Questo fu lo stimolo per la presentazione in Parlamento, da parte dell'on. Gianni Tamino, membro del Comitato Scientifico Antivivisezionista (di cui è oggi presidente), del disegno di legge per l'obiezione alla vivisezione (ricordo qui che i termini sperimentazione animale e vivisezione vengono comunemente usati come sinonimi).

La proposta di legge venne ufficialmente presentata il 20 dicembre 1991, ma ormai la legislatura aveva i giorni contati e così, dopo le elezioni politiche del ’92, il testo venne ripresentato dal gruppo verde del Senato (prima firmataria A. M. Procacci). Grazie all'azione di Carla Rocchi, relatrice in Commissione del progetto di legge, il testo è stato approvato al Senato e quindi, dopo qualche difficoltà, anche, in via definitiva, alla Camera. La legge fu approvata nel 1993 quasi all'unanimità.

Aspetti etici e religiosi

Con l'avvento della società multietnica e multiculturale non è più possibile ignorare la crescente esigenza di un nuovo e diverso rapporto uomo/animale tipico delle numerose dottrine religiose che in Europa si trovano ormai a essere ampiamente rappresentate. Alcune di queste dottrine, nuove per l'Europa ma antiche storicamente e culturalmente, possono provocare in una persona osservante un contrasto insanabile fra la propria coscienza e gli obblighi accademici di effettuare sperimentazioni su creature viventi senzienti.

Si considerino gli osservanti delle religioni reincarnazioniste (buddisti, induisti, lamaisti - buddisti di cultura tibetana, zen - buddisti di cultura giapponese, Hare Krishna - induisti occidentali, jainisti...) che, vedendo in ogni creatura vivente un'anima reincarnata in viaggio verso la propria liberazione, dovrebbero astenersi completamente da ogni forma di violenza o sfruttamento.

Va inoltre considerato che diversi esegeti, biblisti e teologi hanno dato un'interpretazione biocentrista della regola aurea cristiana "Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te stesso" creando, sia nel cattolicesimo (i monsignori Mario Canciani e Ermenegildo Fusaro) sia nel protestantesimo (Albert Schweitzer, teologo evangelico, e Lukas Vischer - teologo ecumenico) correnti spirituali presso le quali la prescrizione del "Non uccidere" riguarda esplicitamente e indistintamente uomini e animali. Una persona che cercasse di vivere, per quanto possibile, nell'imitazione del modello proposto da Gesù o da San Francesco potrebbe avere enormi problemi a essere obbligato a vivisezionare un animale soprattutto quando, per ogni facoltà o per ogni tipologia di lavoro, sono disponibili altre metodologie.

Anche all'interno delle comunità islamiche, largamente presenti in Europa, coloro che seguono rigidamente la corrente della mistica Sufi dovrebbero astenersi dalla violenza verso ogni tipo di creatura. Non è neanche più possibile ignorare la crescente adesione all'etica del rispetto per la vita che vede in studiosi, ricercatori, filosofi e giuristi come Henry S. Salt, Tom Regan, Luisella Battaglia, Silvana Castignone, Michel Damien, alcuni dei principali pensatori. L'insieme di queste teorie caratterizza anche il moderno movimento per i "diritti degli animali" e arricchisce e influenza tutto quel sistema di comitati e studi schematizzabili sotto il termine di "bioetica".

La stessa storia culturale europea è un ricco giacimento di spiritualità panteista in totale disaccordo con un obbligo di utilizzare esseri viventi come oggetto di esperimento. Spiritualità panteista radicata nel pitagorismo e ampiamente documentata negli scritti di giganti del pensiero, della scienza e della filosofia come Leonardo da Vinci, Giordano Bruno, Leone Tolstoi, Richard Wagner e molti altri. Sia la totale accettazione da parte europea della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale (Unesco - 15/10/1978) che alcune linee guida comunitarie a protezione degli animali sono infatti la logica conseguenza di diffuse correnti di pensiero.

Parallelamente alla protezione degli animali, un chiaro obiettivo, considerato anzi ancora più importante, della Comunità Europea è il rispetto dei principi etici e religiosi di ogni individuo. Per i praticanti di alcune dottrine religiose o per coloro che hanno una determinata etica, gli obblighi della sperimentazione animale sono un problema non risolto e una palese fonte di discriminazione. Ciò contrasta assolutamente con la Convenzione Contro la Discriminazione nell'Istruzione dell'UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organisation) che dal 1960 intende impedire ogni forma di discriminazione istituendo una apposita Commissione competente. Per discriminazione si intende "ogni distinzione, esclusione, limitazione o preferenza che, basata su motivi ... religiosi, politici o di altre motivazioni [...] ha lo scopo di influenzare o annullare o rendere disuguale l'uguaglianza del trattamento nell'istruzione" (art. 1).

L'aspetto scientifico

Gli animali più usati per scopi sperimentali sono sicuramente i roditori: topi, ratti e cavie4-9.

Sono piccoli, facilmente gestibili, costano poco e la loro durata di vita di due-tre anni è sufficientemente breve da permettere rapidi studi di cancerogenesi10.

Tuttavia esistono differenze microscopiche dei processi metabolici e anche differenze macroscopiche fra uomini e animali.

Alcune delle differenze macroscopiche più famose sono:

Citando alcune delle sostanze chimiche più famose, il benzolo e l'arsenico, cancerogeni per l'uomo, non lo sono per i roditori che vengono normalmente utilizzati per questo tipo di test7.

Allo stesso modo, la naftilamina, cancerogena per la vescica urinaria umana, non provoca nessun tipo di cancro nel topo10.

Una ricerca, partita dall'Università di Manitoba, a Winnipeg13 ha messo in evidenza che molti antistaminici e alcuni antidepressivi (fluoxetina, amitriptilina, ecc...) provocano il cancro ai topi.

Le aziende produttrici hanno replicato che i loro laboratori possono dimostrare l'innocuità delle sostanze incriminate.

Quindi, in alcuni laboratori, gli studi su animali hanno dimostrato la pericolosità di molte sostanze; in altri laboratori, gli studi su animali hanno dimostrato l'innocuità delle stesse sostanze.

Insomma, ciascuno può scegliere il risultato che preferisce, che più gli fa comodo.

Ad esempio, nel 1992, dopo essere stata denunciata, l’Agenzia di Protezione dell’Ambiente Statunitense (EPA) usò i test su animali per difendersi e garantire la sicurezza di pesticidi in prodotti alimentari11.

L’anno successivo, cambiata evidentemente la linea politica, L’EPA produsse una lista di pesticidi, tra i quali quelli per cui era stata denunciata, che avrebbero dovuto essere ritirati dal mercato in quanto cancerogeni per gli animali da laboratorio14,15.

L’unica spiegazione a questa palese contraddizione è la possibilità dell’EPA di disporre di vari dati su animali, contraddittori fra di loro, e la decisione di scegliere, in funzione della situazione, i dati più utili.

Questo esempio, come molti altri, testimonia il vero e reale motivo per cui si continuano a utilizzare gli esperimenti su animali: la possibilità di dimostrare qualsiasi ipotesi.

Se si vuol dimostrare che una sostanza è innocua, è possibile farlo usando gli animali.

Se si vuol dimostrare che la stessa sostanza è tossica, è possibile farlo usando altri animali o altre condizioni di esperimento.

Non è solo la scelta della specie animale infatti che permette di ottenere il risultato voluto: la sperimentazione su animali è una pratica talmente poco controllabile che, anche utilizzando esclusivamente i ratti, gli animali più usati in assoluto, è possibile modificare leggermente le condizioni sperimentali e ottenere risultati completamente variabili.

Nel 1981, sempre il prof. Zbinden pubblicò un articolo16, diventato subito famosissimo, in cui criticava pesantemente questa metodologia, dimostrando che i risultati che si ottengono dagli animali dipendono, oltre che dalla specie animale utilizzata, anche dalle condizioni in cui viene effettuato l'esperimento: dal ceppo, dal sesso, dall'età, dalle condizioni di stabulazione, dall'alimentazione, dal rumore, dallo stress dell’animale, ecc.

I roditori sono animali naturalmente notturni e tendono a cibarsi durante la notte. Basterebbe questo fatto per invalidare la sperimentazione su animali.

Infatti gli animali nei laboratori, per ovvi motivi, vengono costretti a cibarsi di giorno e a vivere in gabbie senza posti dove nascondersi dalla luce; tutto questo li costringe ad adattarsi a situazioni innaturali capaci, già da sole, di alterare profondamente il loro metabolismo.

Ma la prova definitiva della truffa vivisezionista è la seguente:

mentre i tossicologi continuano a sostenere che roditori e uomini sono così simili da permettere l’utilizzo di questi animali per testare le sostanze chimiche che verranno a contatto con l’uomo, i produttori di rodenticidi assicurano che i roditori sono così diversi dall’uomo (e dai suoi animali d’affezione) da offrire la possibilità di preparare veleni altamente specifici11.

Dalla pubblicità della ditta EMME-A:

La Emme-A esegue trattamenti specifici attraverso l’utilizzo di prodotti selettivi a decisa azione insetticida e topicida, a bassa tossicità per l’uomo.

Dalla pubblicità del Ratticida-topicida DT3 Difhetialone:

Mortale per tutti i roditori infestanti – Tollerato dagli animali d’affezione.

Tramite la sperimentazione sugli animali è possibile ottenere qualsiasi risultato si desideri ottenere.

I metodi sostitutivi

Negli anni 1989-1996, circa 50 laboratori nel mondo hanno testato, sviluppato e valutato più di 150 nuove metodologie specifiche per l’analisi della tossicità delle sostanze chimiche17-19.

Per semplicità, i metodi sostitutivi all’uso di animali sono stati qui suddivisi in tre gruppi: i metodi chimici, i metodi biologici e i metodi matematico-informatici.

Metodi chimici

Corrositex - In questo test la sostanza potenzialmente corrosiva da esaminare viene messa in una fiala contenente un tessuto artificiale di consistenza gelatinosa dello spessore di 3 centimetri. Più una sostanza è corrosiva più in fretta distruggerà questa membrana e, alcuni rilevatori chimici posti sotto di essa, segnaleranno la fine della prova. Il tessuto artificiale può essere modificato per simulare qualsiasi tipo di pelle.

Solatex-PI - La fotoirritazione è uno degli effetti tossici che si possono verificare quando una sostanza chimica, assorbendo i raggi ultravioletti della luce, danneggia la pelle. Il saggio SOLATEX-PI permette lo studio della capacità di creare fotoirritazione di queste sostanze.

Metodi biologici

I seguenti saggi tossicologici, comunemente definiti metodi in vitro, utilizzano colture di procarioti (organismi unicellulari), cellule, tessuti e organi isolati. Tutto il materiale di origine umana può essere recuperato con estrema facilità soprattutto da biopsie e da scarti chirurgici.

I vantaggi, comuni a tutti i seguenti metodi, sono: la scientificità, la rapidità, il basso costo, la possibilità di testare, non solo la singola sostanza ma anche l'insieme e le interferenze di più composti contemporaneamente, la riproducibilità dei risultati ottenuti sia all'interno dello stesso laboratorio che in laboratori diversi.

I più famosi metodi in vitro sono:

Test di Ames

Test di Bettero

Microtox

Colture di epatociti

Lactate Dehydrogenase (LDH) release

Neutral Red Uptake (NRU)

Neutral Red Release

Total Protein Content (TPC)

MTT Test

Inibizione del legame delle cellule tumorali (ITC)

Metodi matematico-informatici

Epidemiologia È la scienza che studia la frequenza e la distribuzione dei fenomeni epidemici, e quindi delle malattie, nella popolazione. Sono studi che vengono effettuati selezionando due gruppi di persone che sono il più simili possibili tra di loro ma differiscono per una singola caratteristica: ciò che si vuole studiare è l’effetto di questa singola caratteristica sulla popolazione (es. il fumo di sigaretta, l’alcool, una particolare terapia, la vicinanza di una fonte inquinante, caratteristiche genetiche, ecc.). Lo sviluppo delle analisi statistiche permette di mettere in relazione la caratteristica in esame con il formarsi di particolari patologie (tumori, allergie, ecc.).

L’epidemiologia non è solo un metodo alternativo ma è il principale metodo di ricerca medico scientifica esistente.

Metodologie QSAR - Per molte categorie di molecole è possibile compiere uno studio per cercare delle relazioni fra la struttura della molecola e la sua attività biologica. Negli studi QSAR (Relazione Quantitativa fra Struttura e Attività) viene preso in considerazione il momento di contatto tra la molecola in esame e il suo corrispondente recettore biologico: si cerca di collegare la tossicità e la farmacodinamica, conseguenti al legame con il recettore, con la struttura molecolare.

Per una classe di molecole (cioè per sostanze abbastanza simili tra loro) il computer sarà in grado di dire quali saranno pericolose e quali innocue.

Metodologie didattiche alternative

Le seguenti metodologie, qui riassunte in forma sintetica, sono già state messe a punto, validate e utilizzate, in molte Università:

Modellini, manichini e simulatori meccanici animali e umani: possono essere utilizzati per studi di anatomia, fisiologia e chirurgia. Modellini di organi o di interi animali possono essere usati ripetutamente e con costi minori. Simulatori di pazienti umani che utilizzano manichini computerizzati e sofisticati operatori di controllo stanno anche sostituendo gli animali nell'addestramento medico, per esempio nei trattamenti di routine e di crisi in anestesiologia. Simulatori meccanici, come il simulatore della circolazione messo a punto alla Uppsala University per l'addestramento veterinario, possono dare una eccellente visione d'insieme delle interrelazioni dei componenti di un sistema biologico. Un altro modello molto utile è il Michelangelo, ideato al Politecnico di Milano, che simula tutti i possibili quadri sintomatologici di differenti patologie cardiache. L'apprendimento delle tecniche nella chirurgia di base ortopedica ed emostatica puo' anche utilizzare una serie di modelli di arti, fratture e ferite.

Film e video (per altro già in uso nella maggior parte della facoltà italiane): sono una alternativa che, in combinazione con altre, possono eliminare gli esperimenti su animali. Nell'Università di Marburg le dissezioni di animali sono state sostituite con l'utilizzo di modellini di animali e di filmati, soddisfacendo sia gli studenti che i professori. Le specie animali più trattate (per alcune sono disponibili più video di diverse zone anatomiche, ad es. sono almeno 8 i video sul gatto) sono cane, gatto, topo, ratto e rana. Sono disponibili anche altre specie come piccolo di squalo o piccione.

Simulazioni computerizzate: sono la vera novità nel campo dell'insegnamento: molti nuovi programmi sono multimediali, incorporano video e suoni di alta qualità insieme a grafici e testi convenzionali. Possono essere basati sui dati sperimentali già disponibili o generati dalle classiche equazioni scientifiche; spesso includono anche l'influenza della variabilità biologica. È possibile, da parte del docente, adattare alcuni di questi a obiettivi specifici di personale e particolare interesse. Le simulazioni sono facili da utilizzare e, nella maggior parte dei casi, altamente interattive. Gli studenti possono, anche senza essere seguiti, imparare, autovalutarsi e ripetere parti degli esperimenti.

Libri di fotografie: sono già disponibili con la descrizione di tutti i passaggi e i vari stadi delle dissezioni. Uniti ad altri libri e materiale fotografico di anatomia, possono essere utilizzati da soli o in maniera complementare ad altri metodi. Le specie animali trattate sono cane, gatto, verme, pecora, maiale, rana, ratto, alcune categorie di pesce e pollo.

Esperimenti su piante, microrganismi, colture cellulari e tissutali: possono facilmente sostituire gli esperimenti didattico dimostrativi nei corsi di biochimica e tossicologia fornendo inoltre una prima introduzione pratica alle metodologie scientifiche più nuove, di maggior interesse e in rapido sviluppo.

Pratica clinica: è la principale e insostituibile fonte di esercitazione pratica per gli studenti di Medicina Veterinaria all'interno delle cliniche veterinarie. Questa tipologia di esercitazioni a scopo terapeutico si differenzia sostanzialmente dal punto di vista etico rispetto a quella a scopo didattico-sperimentale: nel primo caso infatti lo studente compie una esercitazione sia per imparare che per portare un vantaggio alla salute dell'animale utilizzato; nel secondo caso l'animale, spesso sano, viene ucciso e lo studente compie l'esercitazione soltanto per il proprio apprendimento.

Confronto tra le tradizionali prove su animali e le metodologie sostitutive

Il principale e più recente confronto tra i classici test su animali (LD50) e le metodologie sostitutive è stato eseguito dal Centro di Ricerca MEIC (Multicenter Evaluation of In Vitro Toxicology)20-21.

In questo studio, i risultati ottenuti con ognuna delle diverse metodologie per la valutazione della tossicità sono stati confrontati con le reali tossicità riscontrate nell’uomo per le medesime sostanze.

In questo modo è stato possibile valutare quali siano i metodi che meglio predicono la reale pericolosità per l’uomo delle varie sostanze chimiche.

Si conoscono ormai abbastanza dati affidabili riscontrati nell’uomo per poter effettuare il confronto22-32.

Sono state scelte le più promettenti metodologie alternative (circa 60) fra le colture cellulari animali o umane33-38 e il confronto tra i risultati ottenuti nell’uomo, negli animali e con le colture cellulari è stato effettuato utilizzando le più avanzate metodologie informatiche39-53.

Sono stati ottenuti i seguenti risultati54-56:

Hep G2 che misura l'influenza della sostanza da testare sul contenuto proteico (durata del test = 24 ore)

HL-60 che misura l'influenza della sostanza da testare sul contenuto di ATP (durata del test = 24 ore)

Chang Liver che misura le variazioni della morfologia (24 ore) e del pH (7 giorni).

Questi risultati non implicano che le altre metodologie alternative non siano valide, ma solo che, per questo obiettivo specifico, esiste la possibilità di sostituire le attuali metodologie utilizzate per valutare la tossicità di una sostanza con nuovi metodi decisamente più predittivi e, di conseguenza, tutelare in maniera migliore la salute dei cittadini.

Bisogna inoltre notare che questa serie di tre colture cellulari si è rivelata più predittiva rispetto ai migliori risultati ottenuti sugli animali.

Non sono stati infatti considerati, in questo studio, i pareri di altri ricercatori che hanno attribuito alle prove con animali una predittività anche molto minore.

Studi comparativi tra la dissezione e i metodi alternativi

Il Parlamento Europeo ha la possibilità di modificare in tempi brevi le attuali normative in quanto può avvalersi della consulenza tecnico-scientifica di un centro creato e finanziato appositamente: il Centro ECVAM (European Center for the Validation of Alternative Methods) che ha sede a Ispra, Varese, Italia, e ha la responsabilità della validazione dei metodi alternativi all'uso di animali.

In un convegno ufficiale del Centro ECVAM dal titolo "Alternatives to the Use of Animals in Higher Education" sono state raggiunte diverse conclusioni ma le due principali sono sicuramente le seguenti:

Una prima forma di validazione di alcuni dei più recenti CD-ROM interattivi era stata effettuata in maniera completamente indipendente da alcuni docenti universitari americani dividendo le loro classi in due parti: una parte degli studenti aveva il compito di ‘testare’ le nuove metodologie, l'altra parte doveva svolgere i tradizionali esperimenti didattico dimostrativi. I risultati, espressi come commento delle votazioni ottenute dagli studenti ai conseguenti esami di valutazione, sono riportati in varie riviste: In tutti i casi, gli studenti che avevano testato le nuove metodologie sono risultati essere, in alcuni casi, altrettanto preparati e, in tutti gli altri casi, maggiormente preparati degli studenti che avevano svolto le tradizionali sperimentazioni su animali57-69.

Situazione attuale

La legge n°413 del 12 ottobre 1993 permette agli studenti, ai tecnici e ai ricercatori che non lo desiderano di non compiere esperimenti su animali.

Le persone che, in teoria, maggiormente possono usufruire di questo diritto sono sicuramente gli studenti universitari in quanto, spesso già dai primissimi anni di corso, si trovano a dover affrontare l’utilizzo di animali nei laboratori didattici.

L'Italia è l'unico paese al mondo che regolamenta in maniera specifica questo diritto proteggendo, sempre in teoria, la persona che obietta da ogni forma di discriminazione.

Tuttavia, a 10 anni di distanza dall’uscita della legge le Università e gli Istituti dove vengono compiute prove su animali risultano totalmente inadempienti nei confronti dei loro doveri:

Gli studenti più "fortunati", di solito, si limitano a non toccare l’animale e a non partecipare all’esercitazione.

In questi anni il numero di studenti obiettori sta pian piano aumentando ma, fattore ancora più importante, sono già state ottenute importanti vittorie che possono servire come precedenti:

La conferma di questa assurda situazione viene da una tesi di laurea di giurisprudenza (L’obiezione di coscienza, della Dr. Monica Moroni, relatore Prof. Valerio Pocar, 1998) nella quale sono riportati i risultati di un’inchiesta compiuta tra gli studenti dell’Università di Milano riguardo alla legge 413 sull’obiezione di coscienza alle prove su animali (da notare che Milano è la sede universitaria nella quale vi è stata la massima informazione possibile da parte delle associazioni animaliste locali): a 5 anni dall’uscita della legge uno studente su tre non ne conosceva nemmeno l’esistenza ma – dato ancora più importante – il 60% degli studenti è convinto che la scelta di non compiere le prove su animali sia una fonte di discriminazione da parte dei docenti in sede di esame.

 

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Appendice: LA LEGGE SULL’OBIEZIONE DI COSCIENZA

(Gazzetta Ufficiale n.244 del 16.10.1993)

 

La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

promulga la seguente legge:

Art.1

Diritto di obiezione di coscienza

1. I cittadini che, per obbedienza alla coscienza, nell'esercizio del diritto alle libertà di pensiero, coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, si oppongono alla violenza su tutti gli esseri viventi, possono dichiarare la propria obiezione di coscienza ad ogni atto connesso con la sperimentazione animale.

Art.2

Effetti della dichiarazione di obiezione di coscienza

1. I medici, i ricercatori e il personale sanitario dei ruoli dei professionisti laureati, tecnici ed infermieristici, nonché gli studenti universitari interessati, che abbiano dichiarato la propria obiezione di coscienza, non sono tenuti a prendere parte direttamente alle attività e agli interventi specificamente e necessariamente diretti alla sperimentazione animale.

Art.3

Modalità per l'esercizio del diritto

1. L'obiezione di coscienza è dichiarata all'atto della presentazione della domanda di assunzione o di partecipazione a concorso.

2. Gli studenti universitari dichiarano la propria obiezione di coscienza al docente del corso, nel cui ambito si possono svolgere attività o interventi di sperimentazione animale, al momento dell'inizio dello stesso.

3. La dichiarazione di obiezione di coscienza può essere revocata in qualsiasi momento.

4. In sede di prima applicazione della presente legge, l'obiezione di coscienza è dichiarata dall'interessato al responsabile della struttura presso la quale si svolgono attività o interventi di sperimentazione animale, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge stessa.

5. Tutte le strutture pubbliche e private legittimate a svolgere sperimentazione animale hanno l'obbligo di rendere noto a tutti i lavoratori e gli studenti il loro diritto ad esercitare l'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale. Le strutture stesse hanno inoltre l'obbligo di predisporre un modulo per la dichiarazione di obiezione di coscienza alla sperimentazione animale a norma della presente legge.

Art.4

Divieto di discriminazione

1. Nessuno può subire conseguenze sfavorevoli, per essersi rifiutato di praticare o di cooperare all'esecuzione della sperimentazione animale.

2. I soggetti che ai sensi dell'articolo 1 dichiarino la propria obiezione di coscienza alla sperimentazione animale hanno diritto, qualora siano lavoratori dipendenti, pubblici e privati, ad essere destinati, nell'ambito delle dotazioni organiche esistenti, ad attività diverse da quelle che prevedono la sperimentazione animale, conservando medesima qualifica e medesimo trattamento economico.

3. Nelle università gli organi competenti devono rendere facoltativa la frequenza alle esercitazioni di laboratorio in cui è prevista la sperimentazione animale. All'interno dei corsi sono attivate, entro l'inizio dell'anno accademico successivo alla data di entrata in vigore della presente legge, modalità di insegnamento che non prevedano attività o interventi di sperimentazione animale per il superamento dell'esame. Le segreterie di facoltà assicurano la massima pubblicità del diritto all'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale.

La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.

Data a Roma, addì 12 ottobre 1993

SCALFARO

CIAMPI, Presidente del Consiglio dei Ministri

Visto, il Guardasigilli: CONSO