MARIELLA NICOLETTI*

Parassiti, campi elettromagnetici ed emozioni

Proposte alternative per la cura del cancro

 

 

Introduzione

Guylaine Lanctôt in La Mafia della sanità, del 1997, solleva una serie di quesiti del tipo: la medicina che pratichiamo costa cara e non abbiamo più i mezzi per continuare. Per giunta lascia tutti insoddisfatti: pazienti, medici, governo. I due protagonisti del sistema, medico e paziente, hanno accettato di diventare spettatori, abbandonando il proprio potere. Se pazienti, medici e governi sono insoddisfatti, ci sarà pure qualcuno che è contento, visto che questo sistema permane e conquista sempre nuovi paesi. Allora chi lo ha creato e lo mantiene in vigore? Sicuramente chi ne trae vantaggio, e cioè l’industria, che ne ricava enormi profitti e sostiene una struttura funzionale alla malattia che imprigiona medico e paziente. Ufficialmente, nelle illusioni, il sistema è al servizio del paziente: ma ufficiosamente, nella realtà, è al servizio dell’industria, che tiene in mano i fili e mantiene, per i propri profitti, una medicina funzionale alla malattia. Questa è la MAFIA SANITARIA.

La dottoressa Lanctôt dà alcune soluzioni. Che i due protagonisti del sistema, medico e paziente, riprendano il rispettivo potere: il paziente il potere finanziario e il medico quello terapeutico. L’unico ad avere la possibilità di cambiare le cose è il paziente, la ragion d’essere del sistema. Egli riprenderà il potere sulla salute ed eserciterà la sovranità che gli spetta. Il medico riconoscerà questa sovranità e lo aiuterà ad esercitarla. Questa è l’autosalute. Si stabilirà una collaborazione medico-paziente fondata sulla cooperazione di persone eguali e sovrane. Si ristabilirà così l’equilibrio del sistema sanitario. Se il problema è la medicina per la malattia, la soluzione sarà una medicina per la salute. La medicina per la salute cura le cause della malattia e le previene. Il 75% dei costi della medicina per la malattia diventa quindi inutile e può essere evitato. E’ sufficiente mettere l’accento sulla salute e risolvere i problemi che provocano la malattia. Da tempo vengono proposte soluzioni di questo genere, che consentirebbero di ridurre del 75% le spese per la malattia, applicandone il 25% alle spese per la salute. Ne risulterebbe un sistema sanitario equilibrato, al 50% dei costi attuali e con pazienti autonomi e responsabili. Tutti ne sarebbero soddisfatti. La soluzione è semplice; evidente e attraente. Perché le autorità non la mettono in pratica? Perché fanno addirittura il contrario?

Da questa premessa trae origine la mia ricerca.

Rimedi a base di erbe

Nel suo libro Il cancro – prevenzione e cura, Hulda Regehr Clark [1999] scrive:

Gli Indiani d’America sapevano che gli uomini possono essere parassitizzati. Altri popoli, dall’Artico all’Antartico, parimenti sapevano che l’uomo viene parassitizzato alla pari degli altri animali. Essi avevano a disposizione numerosi depurativi per provocare la diarrea o il vomito e sbarazzarsi così dai microscopici invasori. Questa cultura è arrivata fino alla mia infanzia. Ricordo di essere stata obbligata a deglutire un cucchiaio colmo di zolfo, melassa e cipolla cruda. Era terribile ma diminuiva il carico di vermi e di altri parassiti. Quando si è andati fuori strada? Perché si sono abbandonate queste sagge pratiche? Ho constatato che l’eczema è dovuto ai nematelminti, le crisi epilettiche ad un solo nematelminta, l’Ascaride, che si insedia nel cervello. La schizofrenia e la depressione dipendono dalla presenza di parassiti nel cervello; l’asma dall’Ascaride presente nei polmoni; il diabete dal trematode pancreatico del bestiame, l’Erytrema; le cefalee dal nematode Strongyloides; l’acne rosacea dalla Leishmania e molte affezioni del cuore dell’uomo dai vermi del cuore del cane, la Dirofilaria. E la lista potrebbe proseguire.

Per eliminare tutti questi parassiti è assolutamente impossibile usare le medicine chimiche perché ciascuna può uccidere solamente uno o due parassiti. Alcune medicine provocano dei disturbi collaterali: il Flagil che si impiega per le amebe e la Giardia, quando viene usato in giusta dose, può provocare senso di nausea e vomito. Il chinino per la malaria è abbastanza tossico. Si immagini che cosa potrebbe succedere usando 10 medicine con effetti collaterali simili, per uccidere una dozzina di parassiti. Un buon affare per le case farmaceutiche, ma non per il paziente.

Ancor oggi 3 erbe possono eliminare oltre 100 tipi di parassiti, senza provocare un mal di testa, senza una nausea, senza produrre alcuna interferenza con altri farmaci. Non sembra fantastico? Troppo bello per essere vero? Esse sono un dono della natura. Le erbe sono:

Il mallo della Noce nera (dall’albero della Noce nera)

L’Assenzio (dal cespuglio di Artemisia)

I chiodi di Garofano (dall’albero del Garofano)

Queste 3 erbe vanno prese assieme. Il mallo di Noce nera e l’Assenzio uccidono gli stadi adulti e in accrescimento di almeno 100 parassiti. I chiodi di Garofano uccidono le uova. Soltanto usandole assieme si riesce a liberarsi dai parassiti. Se si uccidono solamente gli adulti, gli stadi giovanili e le uova producono in breve nuovi adulti. Se si uccidono solamente le uova, i milioni di stadi intermedi già liberi nell’organismo producono in breve nuovi adulti e più uova. Le 3 erbe vanno usate assieme come se fossero un unico trattamento.

Nello stesso testo, in cui l’autrice riporta centinaia di casi clinici da lei guariti, si apprende come

tutti i tipi di cancro sono simili, perché provocati da un solo parassita, il trematode dell’intestino umano. Se si sopprime questo parassita, il cancro si arresta immediatamente. Il tessuto torna alla normalità. Per ammalarsi di cancro si deve contrarre questo parassita. Come può il trematode dell’intestino provocare il cancro? Questo parassita vive usualmente nell’intestino dove può provocare disturbi lievi, la colite, il morbo di Crohn o sindrome dell’intestino irritabile, a volte niente di tutto ciò. Se invece invade un organo diverso, come l’utero o i reni provoca disturbi gravi, se invade il fegato causa il cancro! Si insedia nel fegato solamente di quelle persone che accusano la presenza di alcool isopropilico (l’alcool isopropilico è l’antisettico comunemente usato nei cosmetici ed in vari prodotti per l’igiene personale, nonché presente in molti cereali. Si sospetta che i produttori di questi cereali aggiungano delle essenze ad essi. Le essenze vengono estratte con l’uso di solventi molto tossici, compreso l’alcool isopropilico, il benzene, l’alcool metilico e molti altri. Probabilmente i composti propilici, come il propamide, il propacetamide, il gallato propilico, il propionato di calcio possono essere convertiti in alcool isopropilico).

Il nome del trematode dell’intestino umano scoperto dalla dr Clark è Fasciolopsis buskii.

Questo parassita per riprodursi deve attraversare diversi stadi. Il primo è quello dell’uovo e l’adulto ne produce milioni che fuoriescono dall’intestino con la defecazione. L’adulto, tuttavia, resta costantemente impiantato nell’intestino (o nel fegato provocando il cancro, nell’utero provocando l’endometriosi, nel timo l’AIDS, nel rene il morbo di Hodgkin). La maggior parte della gente va incontro di tanto in tanto a piccole lesioni nell’intestino. Queste minutissime lesioni permettono alle uova, di dimensioni microscopiche, di essere trascinate nella corrente ematica. Alcune di queste uova effettivamente si schiudono nell’intestino o nel sangue. I microrganismi prendono il nome di Miracidi e rappresentano il secondo stadio. Essi nuotano con l’ausilio di minutissime ciglia. Il fegato, il cui lavoro è quello di detossicare, li accoglie e li uccide a mano a mano che il sangue arriva dall’intestino. Essi non sopravvivono nella persona normale. Qualcosa di speciale accade alle persone che hanno l’alcool isopropilico nel corpo. Il fegato diventa incapace di bloccare e di uccidere il trematode in questi stadi microscopici ed esso resta indisturbato nel fegato o negli altri tessuti. È come se il sistema immunitario non avesse la forza di ucciderli. I trematodi si moltiplicano in quelle persone che presentano l’alcool isopropilico nel corpo. I Miracidi iniziano a formare all’interno di se stessi dei piccoli corpuscoli chiamati Rediae. La Redia fuoriesce dal Miracidio e inizia a riprodursi. Questo parassita depone le uova e produce milioni di Rediae nell’organismo. Nella cervice uterina o nei polmoni, ovunque il cancro possa comparire. Queste Rediae mediante la corrente ematica vanno a finire in qualsiasi tessuto le possa ospitare. I polmoni del fumatore, le mammelle con noduli benigni (la possibilità che piccole quantità di sostanze chimiche di sintesi potessero avere effetti dannosi a lungo termine inviando "messaggi errati" agli organismi stessi non era stata presa in considerazione fino all’inizio degli anni ’90. In quell’epoca alcuni studi sui pesci che vivevano nei pressi degli scarichi di alcune cartiere nella regione americana dei Grandi Laghi rivelarono alterazioni nel dosaggio dei loro ormoni; e gli uccelli che si nutrivano di questi pesci sviluppavano alterazioni nei loro embrioni con frequenza superiore al normale. Altre osservazioni, compiute sugli alligatori della Florida, rivelarono alterazioni nel ciclo produttivo, correlabili con la presenza nelle acque di piccole quantità di pesticidi; anche la diminuzione di fertilità di alcune specie selvatiche, come visoni e pantere, è stata messa in relazione con la presenza nell’ambiente di tracce di pesticidi. In tutti i casi, le concentrazioni di inquinanti erano molto basse, e considerate al disotto della soglia di tossicità; tuttavia si ipotizza che l’organismo confonda queste sostanze con gli ormoni, e quindi le funzioni organiche, in primo luogo la riproduzione, che vengono regolate dagli ormoni, ne risultano compromesse), la prostata piena di metalli pesanti delle otturazioni dentali in amalgama di mercurio sono esempi di tessuti che danno alle Rediae il modo di albergare. Il moltiplicarsi continua a velocità febbrile, generazione dopo generazione. Le Rediae si moltiplicano nel fegato e negli altri organi. Improvvisamente cambiano foggia, cresce loro una coda e possono nuotare di nuovo. In questo stadio prendono il nome di Cercarie. Le Cercarie devono individuare un luogo per fissarsi. Si attaccano ad un tessuto, le loro code scompaiono e producono una specie di "bozzolo". In questo stadio vengono chiamate Metacercarie. Se ciò avviene su una foglia nei pressi di uno stagno, le Metacercarie sviluppano un guscio compatto utile per superare l’inverno. La presenza dell’alcool isopropilico nel corpo fa dissolvere questo guscio tenace. Così viene a mancare al trematode l’ultimo ostacolo per completare un intero ciclo vitale. Eliminato il guscio, i trematodi diventano adulti all’interno dei tessuti. Non nell’intestino, ma nel fegato. Ora il ciclo è completo. Dall’uovo al miracidio, alla redia, alla cercaria, alla metacercaria e successivamente all’esemplare adulto. Il corpo umano ospita l’esemplare adulto senza particolari danni nell’intestino. Quando invece questi parassiti raggiungono lo stadio adulto nel fegato, sviluppano un fattore di crescita chiamato Orto-fosfo-tirosina. Perché questo parassita si moltiplica febbrilmente nell’organismo invece di vivere in maniera quieta nell’intestino? Perché l’alcool isopropilico nel corpo permette il suo sviluppo fuori dall’intestino; è il tragico inquinamento del corpo con l’alcool isopropilico che crea la malattia. Vi concorre pesantemente l’infestazione degli animali da carne e degli animali domestici con il parassita.

La dr. Clark ha studiato per oltre vent’anni l’effetto dell’Artemisia Absinthium in molti tipi di cancro, nell’AIDS e nel diabete in cui ella ritrova la presenza dell’Eurytrema pancreaticum, fasciola del pancreas del bestiame. Nell’asma, in cui ella ha dimostrato l’efficacia dell’Artemisia absinthium contro gli Ascaridi; nell’emicrania, in cui ella trova Strongyloidi presenti nelle infezioni silenti dei denti; nella retinite pigmentosa in cui dimostra la presenza di Toxoplasma, Trichinella, Clamydia e Neisseria.

Ella cita numerosi casi di guarigione da autismo in cui riscontra Ascaridi, Strongyloidi e Trichinella, in molte depressioni in cui ritrova Ancylostoma, Ascaridi di cani e gatti, Trichinella e Strongyloidi. In numerosi casi di schizofrenia ella ha scoperto un batterio, il Mycobacterium phlei, anch’esso sensibile all’azione dell’Artemisia.. L’Artemisia comprende oltre duecento specie. Dalla metà di questo secolo, gli scienziati cinesi hanno fatto sforzi considerevoli nella ricerca di nuove componenti antimalariche estratte da erbe tradizionali cinesi. Essi hanno sintetizzato i principi attivi dell’Artemisia, che è un rimedio tradizionale conosciuto in Cina da oltre duemila anni ed utilizzato non solo nella lotta contro la malaria, ma anche per il suo effetto antitumorale.

La ricerca a proposito di queste piante ha prodotto e continuerà a produrre risultati della massima importanza nella lotta contro innumerevoli patologie, compreso il cancro e l’AIDS.

Il biologo Claudio Viacava considera la parassitosi come una ben precisa diatesi del paziente, ossia una predisposizione ad ammalarsi in quel determinato modo. Egli ha molto approfondito gli studi del Prof. Günther Enderlein (1872-1968) sul Pleomorfismo. Secondo Enderlein l’ambiente condiziona la forma e le funzioni dei microrganismi, determinando il loro passaggio da forme non patogene a patogene, da non virulente a virulente. Ciascun organismo ospita negli eritrociti una particella proteica primordiale - che denominò ENDOBIONTE – che a seconda degli influssi esogeni può evolvere ad altre forme quali ad esempio virus, batteri, funghi.

In qualsiasi momento l’endobionte è in grado di passare da una forma non virulenta ad una virulenta o patogena dando così origine ad una situazione patologica.

In un individuo sano l’endobionte e l’ospite si trovano in una situazione di simbiosi mutualistica, equilibrio che può essere alterato da influssi nocivi dell’ambiente.

Parassiti ed inquinamento elettromagnetico

Il dr. Viacava ha indagato per anni gli effetti dei campi elettromagnetici sull’organismo umano, ed è convinto che l’inquinamento elettromagnetico naturale ed artificiale dell’ambiente provochi una rapida moltiplicazione parassitaria.

I campi magnetici naturali, i campi elettromagnetici, e soprattutto, le loro interferenze in corrispondenza delle camere da letto, vengono considerati particolarmente dannosi ed amplificano i loro effetti negativi se, sulla perpendicolare, è presente un corso d’acqua naturale o un’anomalia geologica (gas naturale, faglie, etc.). Fortunatamente non tutte le zone perturbate inducono effetti patologici: ciò dipende dal tipo e dall’intensità della radiazione, nonché dalla durata dell’esposizione; gli effetti variano da individuo a individuo.

Con il termine geopatologia si intendono gli effetti in rapporto alla salute umana nella sua globalità psicofisica con riferimento all’influenza esercitata dalle radiazioni elettromagnetiche.

L’interesse medico-sanitario relativo all’inquinamento elettromagnetico riguarda l’eventuale esposizione della popolazione a campi elettromagnetici a radiofrequenza emessi da impianti per teleradiocomunicazioni e l’esposizione a campi a 50Hz prodotti da linee ad alta tensione della rete elettrica nazionale. Le interazioni dei campi elettromagnetici con i sistemi biologici assumono diversa configurazione a seconda della frequenza, intensità e tempo di esposizione e, conseguentemente, ogni tipo di radiazione può dar luogo ad effetti diversificati.

Gli effetti termici per i campi a radiofrequenza e microonde originati principalmente dai sistemi di radiotelecomunicazione, sembrano produrre effetti cancerogeni (melanoma), come nel caso della radiazione ultravioletta derivata da lunghe esposizioni solari e dall’uso improprio di lampade abbronzanti. Ancora poco conosciuti sono gli effetti sulla salute derivanti dai campi a bassa frequenza (ELF) generati dalle linee ad alta tensione, unitamente agli strumenti elettrici presenti in ambiente lavorativo e domestico. Secondo numerose indagini epidemiologiche l’esposizione cronica a campi elettromagnetici (come ad esempio avviene per chi vive in prossimità di elettrodotti) è stata messa in relazione con un incremento di incidenza di leucemie infantili anche con campi magnetici molto deboli, inferiori cioè a 0,2m T (microTesla). La disregolazione del sistema immunitario nella maggioranza dei soggetti esaminati sembra evidenziare la stretta correlazione tra i campi elettromagnetici e la ghiandola pineale. Le misurazioni effettuate confermano, infatti, il coinvolgimento del sistema immunitario e della sfera sessuale. L’ipotesi che il campo magnetico possa ridurre la produzione e secrezione dell’ormone melatonina da parte della ghiandola pineale ha ricevuto conferme sperimentali. La pineale o epifisi è una ghiandola endocrina nascosta all’interno del cervello. E’ un piccolo organo, la cui forma ricorda un pinolo, considerato dapprima dalla fisiologia un organo quasi inutile, si sta prendendo oggi la rivincita. Gran parte degli endocrinologi la considerano la vera ghiandola maestro di tutto il sistema endocrino. Essa produce un ormone, la melatonina, che è un vero orologio biologico e che regola il livello delle operazioni che si svolgono nel cervello. Nei bambini, la pineale è sensibile alla luce, un vero terzo occhio. Quando il bambino cresce, questa sensibilità sparisce, ma ne resta ancora qualcosa, anche se mediata dagli occhi e dall’ipotalamo. La melatonina controlla l’attività del sistema immunitario ed impedisce – come captatore di radicali – le alterazioni cellulari. Anche per questo motivo protegge dal cancro nonché dai danni degenerativi al cuore ed al cervello (Parkinson o Alzheimer). La produzione sbagliata o alterata di melatonina altera l’ordinamento dei ricettori estrogeni del seno femminile favorendo l’insorgenza del cancro al seno. Lo studio, inoltre, conferma l’antico sospetto che i campi elettromagnetici favorirebbero l’insorgere della leucemia nei bambini. Anche nelle persone adulte, esposte per motivi professionali a campi forti, aumenterebbe il rischio di ammalarsi di leucemia e tumori al cervello.

Studi recenti indicano che la produzione della melatonina da parte della pineale cambia insieme ai mutamenti del campo magnetico terrestre. La pineale sembra dunque sensibile al magnetismo. Altri studi fanno ritenere che la pineale sia sensibile anche ai campi elettromagnetici, che sembrano essere in grado di inibire la sua capacità di produrre melatonina. Se la pineale è in grado di captare campi magnetici ed elettromagnetici, si può ritenere che sia lei la vera "antenna" delle energie sottili.

Il Prof. Ju. V. Gotovskij del Centro sistemi medici avanzati "IMEDIS", Mosca, Russia, ha riscontrato nel 90% dei casi di cancro, la presenza di grave parassitosi, nonché l’influenza di campi elettromagnetici perturbanti nel luogo dove dorme e soggiorna il paziente.

Helmut Schimmel in La medicina funzionale, scrive:

Noi potemmo osservare molto spesso che i pazienti, influenzati geopaticamente per decenni, non potevano più abbandonare la posizione del loro letto colpita da radiazioni. Si comportavano come drogati e rifiutavano qualsiasi cambiamento.

Questo particolare è spiegato da Cyril Smith in Uomo elettromagnetico, perché vi sarebbe, in seguito alla stimolazione elettrica, la produzione di oppiati endogeni. A tal proposito è suggestiva la testimonianza di un contadino di Innsworth in un processo contro la compagnia elettrica, in cui egli descriveva come le sue mucche preferissero ammassarsi attorno ai piloni nel suo campo piuttosto che pascolare. Cyril Smith con humor le definiva "mucche tossicodipendenti".

Ruolo delle emozioni

Claudio Viacava ci fa notare come è complessa e misconosciuta l’eziologia delle infestazioni, inoltre come è fondamentale la diatesi di nascita che dirige il temperamento, con il vissuto e le paure, i traumi e i conflitti tenuti segreti.

Per quanto riguarda l’organismo umano l’ambiente non è costituito esclusivamente dalla componente ‘fisica’, ma anche da quella ‘psichica’ dell’individuo.

La psiche-mente diventa così una culla che riproduce simbolicamente nell’analogo ventre (in-testino) tutti questi conflitti, tormenti e stress, provocando un vuoto, cioè un nido che sarà velocemente riempito da parassiti di varie forme e specie.

Il medico tedesco Ryke Geerd Hamer ha raccolto una vasta casistica consistente in diverse migliaia di casi, dalla quale emerge un dato sconvolgente:

tutti i tumori sono preceduti da eventi negativi vissuti nella disperazione e nell’isolamento, senza cioè la possibilità o la volontà di sfogarsi con altri. In seguito, tale sovraccarico emozionale produce un’alterazione di un’area cerebrale specifica, in relazione con il particolare tipo di emozione vissuta (depressione, rabbia, paura, complesso di colpa, frustrazione, sensazione di inadeguatezza, etc.); in altre parole, la rabbia produce un rigonfiamento cerebrale in un’area diversa dalla paura, in quanto ogni area cerebrale è addetta all’elaborazione di un particolare tipo di emozione. Infine dall’area cerebrale colpita, partono dei segnali nervosi, che alterano l’organo o gli organi connessi con quella determinata zona del cervello, producendo in esso o in essi l’insorgenza del tumore vero e proprio.

Per guarire, non è necessario evitare i conflitti, ma bisogna fare in modo di sfogare le emozioni scatenate dai problemi della vita, di non trattenere dentro di sé sentimenti negativi.

È il persistere di elementi mentali nocivi la causa delle malattie più gravi, un’intensa emozione negativa può infatti provocare un temporaneo squilibrio fisico, che l’organismo è in grado di recuperare; ma il recupero diviene difficile o impossibile quando tale fattore nocivo persiste per lungo tempo. Il primo mezzo preventivo consiste nello sfogarsi emozionalmente, nel non trattenere alcun pensiero pesante, ma di esprimerlo, di chiarire apertamente la propria posizione in situazioni ambigue, dove sentimenti negativi possono a lungo aleggiare intorno alle cose non dette. Ove l’individuo sentisse di non riuscire da solo a liberarsi completamente dalle preoccupazioni, occorre rivolgersi a un terapeuta, che sappia esercitare l’arte della maieutica verso i sentimenti negativi, aiutando chi soffre a partorirli e a riconoscerli. Inoltre il maieuta deve rendere consapevole il paziente delle dinamiche psicologiche che hanno condotto all’errore, onde evitare in futuro il medesimo tipo di conflitto, in quanto ciò potrebbe risultare esiziale.

I conflitti e le conseguenti emozioni negative sono il pane quotidiano, che dobbiamo masticare con pazienza. La domanda è: i conflitti della vita sono pura sofferenza, o nascondono un significato positivo? Sì, ogni conflitto pone l’individuo di fronte a un esame, che può aiutare la sua evoluzione personale; sta dunque alla persona affrontare le difficoltà con il giusto spirito positivo, cercando di vedere in esse nuovi insegnamenti e nuovi stimoli a far meglio.

Su un altro piano, la nutrizione stessa ci pone ogni giorno di fronte al problema di procurarci il cibo, di prepararlo, di masticarlo, di digerirlo, di assimilarlo e di utilizzarne l’energia; è un complesso lavoro, che tuttavia è indispensabile per la vita.

Analogamente le emozioni, anche quelle negative, più difficili da digerire, possono divenire nutrimento per la mente: ma affinché ciò si realizzi compiutamente, è indispensabile un complesso lavoro, che deve essere compiuto con pazienza e metodicità, senza scoraggiamento. Ogni più piccolo cedimento conduce all’accumulo di emozioni negative non metabolizzate, le quali sono, come si è visto, il fattore scatenante di ogni malattia.

Nel corpo i fatti tumorali sono più comuni del raffreddore, poiché conflitti piccoli e grandi accadono tutti i giorni, tuttavia solo una infima parte di tali microscopici tumori evolve in tumori microscopicamente visibili, poiché le difese psichiche e fisiche fanno buona guardia.

Sul piano mentale, il principale meccanismo per la depurazione dalle emozioni negative è il sonno, dove finiscono di essere metabolizzate le emozioni persistenti alla fine della giornata; sul piano fisico i meccanismi di depurazione sono rappresentati dall’eliminazione di tossine attraverso le feci, le urine ed il sudore, e l’attività chimica del fegato.

Tutto ciò che favorisce il sonno e questi meccanismi di depurazione fisici, favorisce anche la salute. Ciò è noto alla medicina tradizionale indiana (Ayurveda) da almeno diecimila anni.

I cinque livelli della guarigione

Il dott. Klinghardt, tedesco, a capo di una importante ed emergente scuola di neuralterapia, allievo di Issels, di Daunderer, della tradizione dei sutra di Patanjali (che si ritiene risalire a più di 10 000 anni fa), dice che la guarigione vera richiede un lavoro simultaneo su cinque livelli. Per farsi capire Klinghardt ci dà un esempio:

Il primo livello, il corpo fisico, è la casa delle medicine ortomolecolari e convenzionali. Prendiamo il caso di una giovane paziente a cui era stata diagnosticata una "anoressia nervosa". Sappiamo che circa l’85% di questi pazienti hanno una carenza clinica di zinco. Perciò la vera diagnosi al primo livello sarebbe "carenza di zinco". Le leggi che governano questo livello sono le leggi della biochimica e meccanica. Fino a quando si assicura alla paziente un supplemento di zinco, i suoi problemi saranno probabilmente sotto controllo.

Però, guardando la paziente dal secondo livello, quello superiore, dell’organismo elettromagnetico, possiamo riscontrare che essa ha una sindrome nascosta di malassorbimento, causata dall’attività eccessiva del plesso celiaco simpatico (che porta nell’intestino a vasocostrizione del linfatico e dei vasi sanguigni addetti all’assimilazione). Questa situazione può rispondere bene a periodici trattamenti con agopuntura o neuralterapia. La paziente inizierebbe dunque a riassorbire zinco dal cibo e migliorerebbe senza supplementi di zinco. Il secondo livello ha dunque un effetto di organizzazione sul primo. Le leggi che operano a questo livello sono le leggi naturali della neuro-fisiologia.

Ora passiamo al terzo livello, la mente. Questa ragazza potrebbe avere un conflitto irrisolto con il padre, che è stato molto oppressivo quando era bambina, con critiche, punizioni, inflessibilità e, a volte, violenza eccessiva. La memoria irrisolta, mantenuta nel suo sistema limbico, è responsabile per la stimolazione dell’ipotalamo e per l’invio di messaggi di stress sul ganglio celiaco simpatico, che è ora in uno stato patologico di allarme cronico. Il trovare e risolvere questo conflitto (con un approccio mirato e specifico, per esempio Applied Psycho-Neurobiology), elimina l’area focale nel sistema limbico. Il ganglio celiaco ritorna per sempre alla normalità e la paziente inizia ad assorbire zinco di nuovo, e guarisce! Il terzo livello ha un effetto di organizzazione sul secondo e anche sul primo livello. L’energia, comunque, per fare il necessario lavoro di guarigione, viene dai livelli inferiori! Perciò la cosa migliore per la paziente è trattare tutti i livelli simultaneamente, dunque assumere zinco e sottoporsi ad un po’ di terapia neurale all’inizio del trattamento.

Ma arriviamo al quarto livello, una memoria non più personale, ma allargata, definito "il primo corpo transpersonale". Il tipico quadro familiare di una ragazza con anoressia potrebbe essere questo, invisibile a chiunque dall’esterno, inclusi i bambini nella famiglia: il padre della paziente è stato profondamente respinto dall’altro genitore. La paziente a sua volta è inconsciamente fedele al padre e mantiene la "convinzione magica" che se lei sparisse il padre potrebbe rimanere. "Mi sacrifico io, me ne vado io, così tu puoi rimanere" è la frase operativa e un segno di un profondo e forte amore e fedeltà per il padre. L’anoressia è un modo per la paziente di sparire. Il comportamento oppressivo del padre (il comportamento è qualcosa relativo al terzo livello) era il suo modo di rispondere al rifiuto della moglie (che a sua volta innescava e stimolava i suoi nodi dell’infanzia irrisolti).

Il terapeuta può facilitare la guarigione in questa situazione, arrivando all’atto consapevole della ragazza che durante la seduta terapeutica dice al padre (non è necessario che sia presente): "Caro papà! Quello che è avvenuto tra te e mamma non è qualcosa in cui io posso intervenire. Io sono solo la tua bambina. Tu sei l’adulto e io sono solo la tua bambina. Confido che tu stesso possa affrontare la cosa con mamma! Guardami con affetto se decido di rimanere". E alla madre: "Cara mamma! Sono solo la tua bambina. Per piacere guardami con affetto mentre sto accanto a mio padre. E’ il solo padre per me e quello giusto". La guarigione a questo livello porta spesso alla scomparsa istantanea dei relativi conflitti irrisolti al terzo livello e, in questo caso, alla scomparsa della disfunzione del ganglio celiaco e dunque alla normalizzazione dell’assorbimento di zinco. Di nuovo, l’energia richiesta per questo lavoro di guarigione a tale livello deve arrivare dai livelli sottostanti, che è dunque opportuno sostenere correttamente.

Le leggi che governano il quarto livello sono le regole e le leggi della Terapia Sistemica Familiare "scoperte" da Murray Bowen e Bert Hellinger: in una famiglia ogni membro ha eguale diritto di esserne un componente. Se qualcuno nega questo diritto a uno dei componenti, altri componenti cercheranno di equilibrare la famiglia autoescludendosi. I dieci comandamenti della Bibbia appaiono come un tentativo di formulare le leggi operanti a questo livello. Il sistema familiare che si deve tenere presente include le persone geneticamente legate delle ultime tre generazioni e i loro rispettivi partner.

Che cosa diciamo allora del quinto livello, il "corpo spirituale"? Ecco alcuni spunti: sarebbe un buon inizio se, dopo la soluzione del problema a livello fisico, sia il terapeuta che il paziente si rivolgessero al mondo interiore e divino con un’attitudine di gratitudine. Così la nuova vitalità ed energia guadagnata con la guarigione è impiegata nel lavoro al quinto livello. Se il lavoro al quinto livello non viene completato ci potrebbe essere una graduale ricaduta del disturbo. Le leggi che valgono a questo livello ci vengono gradualmente rivelate man mano che maturiamo nella conoscenza.

Conclusioni: il sistema verticale di guarigione qui descritto può essere una valida base per la vera comprensione di cos’è la medicina olistica e dà al terapeuta una mappa geografica che rende più facile navigare il paesaggio a volte caotico delle tecniche di guarigione. I vari livelli sono correlati in maniera chiara ed ogni livello ha delle leggi che devono essere comprese. I tre livelli inferiori appartengono al livello personale, il quarto e il quinto al regno transpersonale. Ogni livello superiore ha un’influenza di organizzazione sui livelli più bassi. I livelli più bassi forniscono energia ai livelli più alti e creano i confini entro cui esiste l’individuo.

Epilogo: una testimonianza di un viaggio spirituale verso la guarigione

Nel luglio del 1995, in apparente benessere scoprii di avere un cancro al seno destro. Sono medico e lavoro all’Università di Napoli come Ricercatore dal 1975 e dopo un primo momento di sbandamento, decisi di operarmi.

Iniziai tre mesi dopo una cura alternativa a base di erbe. Praticavo Yoga dal 1988 ed il mio insegnante Guru Dev Singh aveva portato dall’America un libro scritto da una biologa, la fisiologa canadese Hulda R. Clark Cancro, prevenzione e cura, in cui si diceva che qualsiasi malattia, dal diabete al cancro all’AIDS, si può curare con un’unica erba l’Artemisia absinthium e con la tintura di mallo di noce nera. La Clark parla nel suo libro anche della tossicità di dentifrici, shampoo e detersivi che conterrebbero tutti una sostanza cancerogena: l’alcool isopropilico. Molto tossiche sono anche le vecchie otturazioni dentali in amalgama di mercurio e la Clark invita a rimuoverle. Feci tutto quello che ella prescriveva, e nel settembre del 1996 andai in California con un’amica a conoscere la Clark. La mia amica, docente alla facoltà di filosofia, abitava nel mio stesso palazzo ed aveva anche lei un cancro al seno; benché facesse le massime dosi di chemioterapia non riusciva a stare bene e voleva provare la cura della Clark senza lasciare le terapie ufficiali. Al ritorno dall’America mi trovai "per caso" ad ascoltare una conferenza alla facoltà di Architettura in cui si parlava dei danni alla salute correlati con la casa in cui si vive e più specificamente al posto in cui si dorme.

Nel 1986 eravamo andati ad abitare nella casa paterna di mio marito ed io dormivo nel posto occupato da mio suocero che era morto di cancro al polmone destro. Parlai di questi dubbi con la cara amica del palazzo, ma lei fu incredula ed è purtroppo deceduta due anni fa.

Da quel momento non ho avuto più pace anche perché mia figlia di sedici anni si stava ammalando anche lei di cancro (il luogo dove dormiva era addirittura peggiore del mio). Dopo anni di ricerche, di seminari, di conferenze ho conosciuto Carlo Cortella, responsabile in Italia della SOJANA-OJAS, ditta svizzera che ha trovato alcune soluzioni per il riequilibrio dell’ambiente; vorrei ora promuovere uno studio epidemiologico sul territorio con l’Università di Napoli per dimostrare come l’inquinamento elettromagnetico potenzia le problematiche connesse alla salute e legate alle geopatie (espressioni dello squilibrio cosmo tellurico in cui si altera il campo magnetico terrestre).

Lo Yoga mi aveva dato l’indispensabile distacco per potermi dedicare a queste ricerche in modo imparziale. La visione della vita terrena come di una parentesi nella storia dell’anima che è eterna e immortale mi aveva portato a valutare la malattia come un’occasione per prendere coscienza di qualcosa di più profondo che premeva nel mio subconscio. Ho così iniziato un’analisi bioenergetica con due terapeuti napoletani, Raffaele Ponticelli e Gabriella Cipriani, che hanno fondato l’Istituto Jules Grossman per lo sviluppo del potenziale umano. Ho così scoperto di aver soppresso molte emozioni tutte racchiuse nel mio corpo e registrate nel mio cervello. Ho quindi fatto con un’amica esperta delle terapie di Hamer, Sonia Aquilina, una regressione per trovare la causa del trauma emozionale che aveva abbassato le difese del mio organismo. Sonia utilizza un dispositivo, il DOS, dispositivo ottimizzatore di sistemi che permette di prendere conoscenza della propria unità spirituale, emozionale e fisica. Era però rimasta la memoria nelle mie cellule, e nonostante le cure omeopatiche che avevo intrapreso da tempo non ero riuscita completamente a liberarmi da questo stress emozionale. Conobbi a Roma il dr. Claudio De Santis, anch’egli conoscitore del DOS, che utilizza con maestria dei grossi magneti con cui rimuove gli squilibri energetici (legati alle geopatie) e cancella la memoria delle cellule.

Volli poi approfondire la mia modalità di approccio alla realtà e mi iscrissi ad un corso sull’"Enneagramma" tenuto da Antonio Barbato, brillante espositore di questa teoria che ci viene dalla tradizione Sufi. Scoprii di avere una gran collera repressa, che era una modalità molto frequente nella mia famiglia, e capii che l’essermi avvicinata alla spiritualità mi aveva guarito definitivamente.

Avevo imparato infatti a non identificarmi più con la mia personalità egoica, ma a riconoscere la "perla", la bellezza dell’anima che rifulge in ognuno di noi quando siamo pronti a "mollare" tutta la sofferenza, a riconoscere l’unità del creato, ad amarci, a rispettarci e a metterci al servizio dell’umanità riconoscendo lo scopo per cui ci siamo incarnati.

La malattia mi ha fatto innanzitutto prendere coscienza della morte. Mi sono resa conto, con sgomento, che potevo morire da un momento all’altro e che ….non ero pronta!

Non ho mai avuto paura della morte, anzi da ragazza la desideravo, ma ora, di fronte alla malattia, la morte diveniva una possibilità non tanto remota… ed io non ero pronta.

Un giorno o l’altro ognuno dovrà fare la sua uscita, e quel giorno non dovrà essere un momento di angoscia, ma bisognerà partire con grazia, con un sorriso e un inchino. A questo scopo occorre una grande preparazione. [ Sai Baba, Diario Spirituale]

Ho iniziato in questi anni a " preparami " alla morte leggendo libri e discorsi di Sai Baba e mi sono accorta che poco alla volta stavo operando il distacco da tutto ciò che ci lega e ci toglie la consapevolezza della pace suprema a cui si va incontro quando si lascia il corpo. Ora che sono pronta a morire in qualsiasi istante, ho scoperto che quello che è morto definitivamente dentro di me è l’ego.

Come due uccelli dorati intimi amici, sono appollaiati sullo stesso albero, così l’ego e il Sé dimorano nello stesso corpo. Il primo si nutre dei frutti dolci e dei frutti amari dell’albero della vita, il secondo sorveglia, distaccato. [Mandukya Upanisad]

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