HANS RUESCH

CIVIS – DICHIARAZIONE DI PRINCIPI  (1975-2000)

 

1. La vivisezione (sperimentazione animale) va condannata tanto dal punto di vista etico quanto da quello medico-scientifico.

 

2. La vivisezione distrugge il rispetto per la vita e rende gli sperimentatori e i loro sostenitori insensibili alle altrui sofferenze, anche quelle umane. Dalla crudeltà verso gli animali si passa impercettibilmente ma inevitabilmente alla crudeltà verso gli esseri umani.

 

3. La vivisezione non è il metodo adatto per la diagnosi, lo studio o la cura delle malattie umane. Le differenze anatomiche, organiche, biologiche, metaboliche, istologiche, genetiche e psichiche tra uomo e animali sono tali che risultati ottenuti su questi ultimi sono pericolosi se applicati all'uomo, tanto più a un malato (catastrofi farmacologiche, errori terapeutici ecc.).

 

4. La vivisezione non va a vantaggio dell'umanità ma unicamente a vantaggio degli sperimentatori stessi e dei loro finanziatori. La vivisezione ha solo una funzione di alibi, poiché fino a oggi manca qualsiasi prova statistico-scientifica della sua validità per il progresso della scienza medica per l'uomo. Per contro, le prove della sua dannosità sono innumerevoli e scientificamente irrefutabili.

 

5. Le prove sugli animali creano nel pubblico e in prima linea nei medici e nei malati l'illusione di un falso senso di sicurezza, per cui si trascura di prevenire le malattie e di comprenderne le cause.

 

6. La maggior parte delle malattie di oggi non ha origini organiche bensì psichiche, alimentari, sociali, ecologiche o iatrogene (causate dalle terapie prescritte dai medici). Tutti questi fattori non sono riproducibili nel loro complesso in un animale. Per questo la medicina ufficiale è incapace di effettuare vere guarigioni; non si sa guarire nemmeno il comune raffreddore, i reumi, le artriti, il cancro, né alcuna delle altre malattie tradizionali, che invece è riuscita solo a moltiplicare, aggiungendovi un'infinità di sempre nuovi malanni (AIDS, leucemie, sclerosi multipla, ebola, diversi herpes, SMON ecc.). Accontentandosi di combattere i sintomi, contribuisce a nascondere le cause delle malattie e quindi il modo di prevenirle e curarle.

 

7. Una delle tante vittime della vivisezione è l'assistenza sanitaria. Lo spreco di miliardi per l'inutile ricerca va a danno dei fondi necessari per un'adeguata assistenza ospedaliera. Gli Stati Uniti, che spendono per la vivisezione più di qualsiasi altro paese al mondo, dovrebbero essere la nazione più sana di tutte, invece è una delle più malate e la speranza di vita dei suoi abitanti è al diciassettesimo posto nelle statistiche, dietro a numerosi paesi sottosviluppati che ignorano la sperimentazione animale. Analogo è il caso della Svizzera, che vanta il più alto consumo di animali da laboratorio al mondo in rapporto alla popolazione, ma il cui stato di salute fisica e mentale è tra i più deplorevoli in Europa; l'altissimo consumo di medicinali ne è la prova oggettiva.

 

8. Risultati validi per la salute umana non sono in nessun caso ottenibili attraverso prove su animali. la salute umana dipende anzitutto dalla prevenzione e dallo stile di vita individuale; le guarigioni sono ottenibili soltanto mediante l'adozione, lo sviluppo e l'integrazione di una o più delle varie discipline che il potere medico e petrolchimico osteggiano o trascurano da sempre perché scarsamente redditizie: l'osservazione clinica, la dietetica, l'etiologia, l'igienismo, la psicoterapia, l'omeopatia, il vegetarismo, il veganismo, la macrobiotica, l'agopuntura, la pranoterapia, l'urinoterapia, l'epidemiologia, le varie scuole di alimentazione naturale (Bircher-Benner e altri), la fitoterapia, la chiropratica, l'oligoterapia, l'aromaterapia, l'idroterapia, l'elioterapia, l'elettroterapia, la diatermia, e altre comprovatamente efficaci e per di più economiche.

 

9. La medicina non deve occuparsi tanto di sintomatologia locale quanto di tutta la persona del malato nel suo complesso psico-fisico, basandosi per questo sull'osservazione per scoprire le cause della malattia, anziché estrapolare all'essere umano esperienze veterinarie che nel migliore dei casi rimpiazzano sintomi acuti con malanni cronici.

 

10. La formazione del veterinario deve seguire i medesimi principi umanitari: non più interventi arbitrari e violenti (avvelenamenti, mutilazioni, ecc.) sull'animale sano per dimostrare quanto già si sa e infliggergli malanni che non ha, bensì uno studio accurato e un trattamento riguardoso di malattie insorte spontaneamente o di incidenti casuali. Pertanto l'abolizione della sperimentazione animale per legge è non solo auspicabile ma ottenibile.