Alessandra Chierici, Marco Mamone Capria

 

Rapporto sull’ostruzionismo dell’università italiana

alla  legge sull'obiezione di coscienza

alla vivisezione

 

 

Indice

Introduzione

Un esempio di visita sul campo: Milano, Bicocca

Questioni preliminari

L’indagine governativa  del Comitato Nazionale di Bioetica (CNB)

Commenti sul rapporto del CNB

L’indagine della Fondazione Hans Ruesch        

Una verifica ulteriore

Casi strani di Facoltà che hanno detto “SÌ” al quesito 1

Bilancio

Facoltà per facoltà, la situazione attuale sulla legge 413

 

                                                                                                         

Introduzione

La Fondazione Hans Ruesch «per una medicina senza vivisezione» ha condotto a partire dal 2009 un’indagine sul grado di ottemperanza delle università italiane al dettato della legge 413/1993, “Norme sull’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale” (d’ora in poi: “legge 413”). Si tratta, per quanto ne sappiamo, della prima indagine nel suo genere effettuata, in 18 anni, da un’associazione indipendente. Essa ha dato risultati che confermano anche in questo caso cruciale il già ben fondato sospetto che l’intera attività dei vivisettori si muove in un clima di sostanziale disprezzo delle leggi vigenti.

 

Abbiamo detto che il caso della legge 413 è cruciale, in quanto siamo convinti che se a tale legge – che esiste solo in Italia – fosse stata assicurata quella «massima pubblicità» che la legge stessa impone alle «segreterie di facoltà» (art. 4, c. 3), oggi, dopo 18 anni, la vivisezione sarebbe in Italia un fenomeno residuale. Purtroppo tale invece non è, e il rapporto che qui presentiamo permetterà agli interessati di farsi per la prima volta un’idea delle ambiguità e dei trucchi utilizzati nel mondo universitario italiano per aggirare la normativa in questione al suo livello più basilare: la pubblicità del diritto all’obiezione di coscienza (OC). Se c'è illegalità a questo livello, cioè a un livello a cui ogni cittadino può effettuare verifiche senza dover chiedere il permesso a nessuno, figuriamoci che cosa succede a porte chiuse nei laboratori e negli stabulari, dove l'accesso dei non “addetti ai lavori” (inclusi i giornalisti) è normalmente negato.


Inoltre il fatto che una verifica come quella da noi intrapresa non sia stata compiuta da associazioni animaliste ben altrimenti radicate in Italia conferma i dubbi sulla lealtà di tali associazioni e suggerisce che gli animalisti sinceri non dovrebbero delegare a nessuna associazione i compiti che possono assumersi in proprio.

 

A tale proposito è importante sottolineare che, come si vedrà, il lavoro di verifica e di denuncia qui documentato ha avuto effetti positivi. Alcune Facoltà hanno accolto prontamente le nostre critiche e provveduto a un adeguamento, per quanto tardivo, all'obbligo di massima pubblicità. Altre hanno sciolto le resistenze solo in seguito a esposti da noi presentati alle Procure. In breve: dopo la nostra indagine la legge 413 è oggi più rispettata nel mondo universitario di quanto lo fosse prima. Purtroppo, come documentiamo, tuttora solo una minoranza di Facoltà si conforma a un requisito minimo per il rispetto della legge 413.


Una morale importante che pensiamo si debba trarre da questa inchiesta è che impegnarsi nella vigilanza sulle leggi esistenti è possibile e fruttuoso, e dovrebbe essere il primo passo delle associazioni antivivisezioniste oneste. Perché – diciamolo una volta per tutte – a nulla serve lottare per nuove leggi più restrittive, se poi il movimento antivivisezionista nel suo complesso è incapace di ottenere l'attuazione delle leggi che già ci sono. In generale un sistema giuridico si regge non sulla semplice presenza di certe frasi in un codice civile o penale, ma sull'impegno che l'intera società mette nel far rispettare certi obblighi e certi divieti. Senza di ciò la legge resta lettera morta, come le gride di cui parla Manzoni nel primo capitolo del suo famoso romanzo.

  

Un esempio di visita sul campo: Milano, Bicocca

Nel 2011 all’Università degli Studi Milano Bicocca il reato di occultamento della legge 413,  a carico di Presidi e Rettore,  diventava maggiorenne. Il 28 ottobre 2009,  accompagnati dalla regista Sara Novello Brait,  siamo entrati all’Università Bicocca di Milano per documentare l’effetto sugli studenti dell'obbligo di «massima pubblicità», a 16 anni dall’entrata in vigore della legge 413. Il risultato è contenuto nel video seguente.

 

«Conosci la legge 413/1993, sull’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale?» 

http://youtu.be/fMS0uiiP5v0

 

Come si vede, gli studenti mostrano di non sapere nulla della legge 413: segno che una gran pubblicità non doveva esserci stata. E in effetti abbiamo scoperto che le segreterie di Facoltà, obbligate proprio dalla legge ad assicurare la «massima pubblicità» ai diritti degli obiettori, non conoscevano la normativa e non avevano mai predisposto il modulo prescritto dalla legge (art. 3, c. 5), necessario per rendere effettiva l'OC. Se state leggendo questo articolo, molto probabilmente già sapevate che il testo della legge 413 è breve – sono due paginette scarse, quindi niente meno che la sua riproduzione integrale può contare come «massima pubblicità»!

 

Dai documenti del Consiglio di Amministrazione di Milano Bicocca avevamo appreso della presenza di stabulari negli edifici frequentati dagli studenti, ma è la stessa segretaria della Facoltà di Scienze MM.FF.NN a confermarcelo, quando entriamo negli uffici per chiedere informazioni e modulo. La segretaria, gentile e precisa, cerca personalmente sul sito web della Facoltà qualcosa di attinente alla nostra domanda su come si possa dichiarare l'OC. Avevamo precedentemente sfogliato senza successo la Guida dello studente in  Segreteria Studenti, e sapevamo quindi che in questa università non si era certo fatto il massimo sforzo per far rispettare la legge 413.  Non trovando nulla nemmeno sul sito, la segretaria ci chiede il nostro numero di telefono per poterci avvisare nel caso che trovi qualcosa di rilevante.


Poche ore dopo, la Segreteria ci richiama: dopo aver preso contatto con il Comitato Etico universitario ci informa che, secondo tale comitato, non ci sarebbe necessità di predisporre alcun modulo, perché... all’Università Bicocca per conseguire la laurea non sono previste sperimentazioni sugli animali.


Questa risposta annida alcuni dei tipici equivoci (intenzionali o no) per mezzo dei quali si è potuto far sì per molti anni che, in pratica, la legge 413 non esistesse.

 

Questioni preliminari

In primo luogo, quando si parla di didattica universitaria, si tende a considerare solo gli esami di profitto per il conseguimento della laurea (di primo o secondo livello), ma si omette la preparazione della tesi di laurea, con l’argomento che in tal caso si tratterebbe non di “didattica” ma di “ricerca”. In realtà il lavoro di preparazione della tesi di laurea, anche se di solito consente allo studente una maggiore iniziativa rispetto agli esami, è parte integrante della didattica universitaria. Pertanto, se in una certa Facoltà si effettuano tesi di laurea che prevedono la sperimentazione su animali, è molto importante che gli studenti sappiano che è loro diritto rifiutarsi di effettuare vivisezioni fino alla laurea – inclusa!

 

Può accadere che un docente accetti di fare da relatore di una tesi di laurea solo se il laureando è disposto a sperimentare su animali. In questo caso il consiglio di corso di laurea ha il dovere di istruire il docente, nello spirito del «divieto di discriminazione» (art. 4 della legge 413), che è suo obbligo predisporre «modalità di insegnamento che non prevedano attività o interventi di sperimentazione animale» anche durante il lavoro di tesi. Ma è chiaro che, affinché il problema sorga in concreto, è necessario che gli studenti conoscano l’esistenza della legge 413: altrimenti è fin troppo facile intimidirli o indurli a ritenere “inevitabile” un tipo di sperimentazione che, se dipendesse da loro (anzi: se sapessero che dipende da loro!), eviterebbero ben volentieri.


Inoltre esiste, dopo la laurea di secondo livello, il dottorato di ricerca (a numero chiuso), e anche chi vuole continuare gli studi a questo terzo livello è giusto che sappia che rimane un suo diritto quello di non fare esperimenti su animali. La legge 413 elenca infatti gli interessati al diritto all’obiezione come «[i] medici, i ricercatori e il personale sanitario dei ruoli dei professionisti laureati, tecnici ed infermieristici, nonché gli studenti universitari», non stabilendo un livello massimo oltre il quale tale diritto venga meno, e tanto meno limitandolo agli studenti nel senso più restrittivo del termine.


Ecco quindi un'ottima ragione per cui anche se nelle esercitazioni di laboratorio prima della laurea non è prevista la vivisezione, è nondimeno importante che agli studenti sia fatto sapere che è loro diritto fare OC alla vivisezione senza che per questa loro scelta debbano patire alcuna discriminazione.

 

C’è poi un secondo punto. La legge 413 non riguarda solo l’università, ma «tutte le strutture pubbliche e private legittimate a svolgere sperimentazione animale» (art. 3, c. 5). È quindi estremamente importante che gli studenti sappiano che potranno impostare la loro intera carriera professionale senza dover fare violenza alla propria coscienza, se ad essa la vivisezione ripugna. Anche in questa prospettiva, la completa omissione di informazioni sulla legge 413 contraddice colpevolmente l’obbligo di «massima pubblicità» previsto dal c. 3 dell'art. 4.

 

In terzo luogo, ammettiamo pure che in una Facoltà di Veterinaria (per esempio) non si effettuino esperimenti invasivi su animali vivi. Ne segue forse che questa Facoltà sia esonerata dall’obbligo di informare chi opera al suo interno del diritto all’OC previsto dalla legge 413? No. Leggiamo infatti l’art. 3, c. 5 (corsivo aggiunto):

 

Tutte le strutture pubbliche e private legittimate a svolgere sperimentazione animale hanno l'obbligo di rendere noto a tutti i lavoratori e gli studenti il loro diritto ad esercitare l'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale. Le strutture stesse hanno inoltre l'obbligo di predisporre un modulo per la dichiarazione di obiezione di coscienza alla sperimentazione animale a norma della presente legge.

 

Attenzione: la legge non parla delle sole strutture (pubbliche e private) che di fatto svolgono sperimentazione animale, ma di tutte quelle che sono «legittimate a svolgere sperimentazione animale»: ne segue che una qualsiasi Facoltà di Veterinaria, o di Scienze MM.FF.NN. (cioè matematiche, fisiche e naturali), o di Farmacia, o di Medicina, o di Agraria, in quanto legittimata a svolgere sperimentazione animale, ha l’obbligo di dare la «massima pubblicità» alla legge 413. Per stabilire l’obbligo non c’è quindi alcun bisogno di provare che quella Facoltà ha in corso o in programma esperimenti su animali.


Ultimo ma importantissimo punto. Vedremo che alcune Facoltà ritengono di rispettare la legge 413 per il fatto che gli studenti obiettori sono esonerati dal partecipare ad esercitazioni vivisezioniste. Questo è un errore basilare. L’art. 4, c. 3 della 413, intitolato «Divieto di discriminazione» (è lo stesso che contiene l'obbligo di «massima pubblicità»), prescrive quanto segue (corsivo aggiunto):


3. Nelle università gli organi competenti devono rendere facoltativa la frequenza alle esercitazioni di laboratorio in cui è prevista la sperimentazione animale. All'interno dei corsi sono attivate, entro l'inizio dell'anno accademico successivo alla data di entrata in vigore della presente legge, modalità di insegnamento che non prevedano attività o interventi di sperimentazione animale per il superamento dell'esame. Le segreterie di facoltà assicurano la massima pubblicità del diritto all'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale.


Ora non ci può essere il minimo dubbio che l’esonero non è una «modalità di insegnamento». È naturale chiedersi come mai docenti universitari, i quali sono selezionati appunto per l'abilità nel trattare questioni sottili, manchino apparentemente di cogliere questa distinzione macroscopica. Ahimè, la spiegazione è semplice: se si accettasse che, senza discriminazione, la didattica vivisezionista può essere sostituita con le suddette «modalità di insegnamento» non vivisezioniste, allora verrebbe meno per tutti la possibilità di chiedere l’autorizzazione per le esercitazioni sugli animali! Infatti il Decreto Legislativo (DLgs.) 116/92, che definisce la normativa attualmente vigente in materia di sperimentazione animale, dice all'art. 8, c. 3 che (corsivo aggiunto):


3. In deroga all’art. 3, comma 1, il Ministro della sanità autorizza gli esperimenti a semplice scopo didattico soltanto in caso di inderogabile necessità e non sia possibile ricorrere ad altri sistemi dimostrativi.

E come si potrà mai classificare come inderogabilmente necessario l’impiego di animali in attività didattiche che ammettono, in base alla legge 413, alternative che non discriminano gli studenti? Ecco perché chi insiste nell’uso di animali nella didattica si avvolge inestricabilmente in contraddizioni e illegalità, il primo passo essendo l’occultamento della legge 413 -- cosa che, si badi bene, si configura come reato: quello di omissione di atti d’ufficio.  


L’indagine governativa  del Comitato Nazionale di Bioetica (CNB)

In data 18 dicembre 2009 è stata pubblicata un'inchiesta promossa dal più autorevole comitato etico nazionale: il  Comitato Nazionale di Bioetica (CNB) sull’applicazione della legge 413. Il suo rapporto è intitolato METODOLOGIE ALTERNATIVE, COMITATI ETICI E L’OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE. In essa l’inadempienza dell’Università Bicocca (tra le altre!) risulta addirittura sottoscritta dagli stessi responsabili di tale ateneo.


Da questa inchiesta risulta un fatto importante, che l'opinione pubblica ignora (non ne ha infatti parlato, per quanto a noi noto, nessuno dei principali media): a partire dal dicembre 2009 le autorità di governo sono sufficientemente informate delle inadempienze perpetrate continuativamente nelle università italiane da Presidi e Rettori  contro i diritti degli obiettori di coscienza.

 

L'inchiesta suddetta è infatti consistita in questo: il CNB, su incarico della presidenza del Consiglio dei Ministri, ha inviato un questionario, comprendente 3 quesiti, a 128 Facoltà italiane (Farmacia, Medicina e Chirurgia [d'ora in poi: “Medicina”], Scienze MM.FF.NN. [d'ora in poi: “Medicina”], Medicina veterinaria [d'ora in poi: “Veterinaria”], Scienze biotecnologiche), che ha quindi potuto classificare in termini del grado di (in)adempienza degli art. 3, c. 5, e art. 4, c. 3, sopra citati, della legge 413.


Notiamo un’anomalia: nessuna delle Facoltà di Agraria, che pure rientrano tra quelle «legittimate a svolgere sperimentazione animale», è stata inclusa dal CNB nel monitoraggio. Ancor più stranamente, il CNB ha ignorato la Facoltà di Scienze di Milano Bicocca.

 

Il quesito 1 del CNB è stato:

 

Nell’ambito della Sua Facoltà, è stata resa nota la possibilità per lo studente di avvalersi del diritto ad esercitare l’obiezione di coscienza, così come previsto all’art.3 punto 5 della legge 413/93?

 

Esito: «87 hanno risposto che sono state attuate comunicative per rendere nota la possibilità di obiezione di coscienza, 13 non ne hanno dato visibilità, 28 che, non svolgendosi alcuna attività di sperimentazione su animali, non hanno previsto la diffusione della normativa». Abbiamo spiegato nella sezione precedente perché, se la seconda risposta è, sic et simpliciter, la confessione di un reato (il reato di omissione di atti d’ufficio), nemmeno la terza risposta si può considerare accettabile.

 

Il quesito 2 del CNB è stato:

 

Ci sono stati casi di studenti o lavoratori che hanno fatto tale richiesta?

 

Esito: «29 hanno risposto specificamente che non essendo previste attività di sperimentazione, non hanno avuto nessun obiettore, in 10 Facoltà si sono avuti [sic] delle persone che si sono avvalse dell’obiezione di coscienza, nelle restanti 89 Facoltà non c’è stato alcun caso di obiezione».

 

Il quesito 3 del CNB, infine, è stato:

 

Sono state attivate “modalità di insegnamento che non prevedano attività o interventi di sperimentazione animale per il superamento dell’esame” come da art.4 punto 3 della legge 413/93?

 

Esito: «86 sono le Facoltà che – non avendo sperimentazioni su animali negli insegnamenti o per le tesi – non si avvalgono di Metodologie Alternative, in 26 Facoltà sono state invece attivate M.A., a Pisa si è costituita l’Associazione Nazionale Interateneo dei Comitati Etici per la Sperimentazione Animale (ANICESA), in 16 Facoltà si procede alla sperimentazione animale secondo le tradizionali modalità».

 

Commenti sul rapporto del CNB

In primo luogo è stravagante che il CNB abbia accettato come risposta al quesito 3 quello che è poco più di un gioco di parole: 86 Facoltà hanno infatti dichiarato che non si avvalgono di «Metodologie Alternative» (con tanto di maiuscole – si noti che questa locuzione non è utilizzata nel testo del quesito) per la peculiare ragione che tutta la loro didattica ricade nella definizione di «modalità di insegnamento che non prevedano attività o interventi di sperimentazione animale per il superamento dell’esame». E allora perché non hanno risposto, semplicemente, “Sì”? Se qualcuno chiedesse a un genitore: “Hai attivato con i tuoi figli modalità educative che non prevedano punizioni corporali?” e lui rispondesse “No”, intendendo che lui non picchia mai i suoi figli, non riterremmo questa risposta un tantino sibillina? Il sospetto è che quel “No” nasconda talvolta l’utilizzo, illecito come abbiamo visto, dell’esonero per gli studenti obiettori. Vedremo che il sospetto è fondato.

 

Inoltre le risposte al quesito 2 e quelle al quesito 3 presentano un’interessante incongruenza: le prime fanno stimare a 29 le Facoltà in cui non sono «previste attività di sperimentazione», mentre le seconde danno uguale a 86 il numero delle Facoltà che non hanno «sperimentazioni su animali negli insegnamenti o per le tesi». Ne segue che sono 57 le Facoltà in cui i) si pratica sperimentazione su animali, ma ii) non «negli insegnamenti o per le tesi». Ma, se così stanno le cose, allora com’è possibile che non ci sia stato, in questa sessantina di Facoltà, nessun obiettore? Pensiamoci un momento: mai nessun obiettore, in 15 anni di vigore della legge 413? È ovvio che a questo singolare risultato deve aver contribuito pesantemente proprio la continuativa omissione di pubblicità sulla legge 413.


Infine una riflessione è d’obbligo: tra le 28 Facoltà che non hanno avuto necessità di approntare «Metodologie Alternative» in quanto nessuno dei loro insegnamenti prevede alcuna sperimentazione animale, sono rappresentati tutti i corsi di laurea: Farmacia, Medicina, Scienze, Scienze biotecnologiche, e Veterinaria. Dunque abbiamo la dimostrazione formale, ufficialmente acquisita dal CNB, che in Italia tutti i corsi di laurea (compresa Agraria, naturalmente) possono garantire insegnamenti senza alcuna attività di sperimentazione animale.


È indicativo come solo la Facoltà di Scienze di Padova, tra le Facoltà segnalate come fornite di «Metodologie Alternative»,  non avesse sentito l’urgenza di diffondere la normativa, non prevedendo obiettori. Tuttavia questa Facoltà ha accolto l’invito della Fondazione a pubblicizzare la legge 413. La comunicazione attuata da Padova-Scienze (www.scienze.unipd.it ) nel giugno 2012 potrebbe servire da modello per le Facoltà che ancora non hanno predisposto pubblicità idonea. La presidenza di Facoltà, raggiunta telefonicamente, ha però confermato di poter garantire l’assenza di sperimentazione animale solo per i propri corsi di laurea: la stessa garanzia non si applica ai corsi integrati dei Dipartimenti. Come vedremo, anche altre Facoltà si sono dichiarate dotate di «Metodologie Alternative» e di obiettori, ma, a quanto è risultato dalla nostra indagine, negano l’informativa sulla legge 413 sul sito di Facoltà, contrariamente a quanto dichiarato al CNB.


L’indagine della Fondazione Hans Ruesch        

Ci saremmo aspettati, a un anno dall’interessamento del CNB alla legge 413, una presa di coscienza delle Facoltà fino ad allora dichiaratamente inadempienti e un loro seppur tardivo adeguamento.  Sembra invece che il rito della confessione al CNB delle omissioni dolose di atti di ufficio abbia funzionato come autoassoluzione: ancora dopo un anno,  Presidi e Rettori mantenevano lo status quo, forti più che mai del mancato intervento  dell'autorità centrale. E non si creda che il Governo abbia remore ad attivare l'Avvocatura dello Stato in difesa delle proprie leggi: nel 2004 questa scese in campo per difendere il DLgs 116/92, in particolare gli articoli a tutela della libertà del vivisettore, contro la Regione Emilia Romagna che aveva avanzato una proposta di restrizione.

 

Riguardo al quesito 1 del CNB, che prevedeva risposta obbligata SÌ/NO,41 (=13+28) Facoltà, per qualsivoglia motivo, risultavano inadempienti. Il CNB, pur sapendo (a meno di non presupporre nel CNB l’ignoranza della legge 413!) che tutti gli istituti legittimati alla vivisezione sono tenuti ad informare dei diritti anche in assenza di attività di sperimentazione animale, ha accettato da ben 28 Facoltà, in realtà inadempienti, una risposta diversa da “NO” (e precisamente “NP”, cioè “non prevista”).


L’indagine della nostra Fondazione è cominciata proprio dove si era fermata quella del CNB.

   

Il 23 dicembre 2009 , la Fondazione ha quindi compiuto il passo di chiedere formalmente, con raccomandata con ricevuta di ritorno, a tutte le Facoltà non contrassegnate con “SÌ” al quesito 1, di


realizzare completamente la legge 413 del 12 ottobre 1993 dando massima pubblicità alla legge anche sui siti web di facoltà e predisponendo il modulo entro 30 giorni, salvo incorrere nell’art. 328 del codice penale (c.p.).


Ripetiamo il concetto: tutte le Facoltà devono fare comunque la massima pubblicità alla legge 413 e predisporre il modulo per dichiarare obiezione. Se poi gli studenti in un certo corso di laurea non sono nella necessità di decidere se avvalersi di tale diritto, tanto meglio per loro...

 

Ecco le 41 Facoltà raggiunte dalla nostra raccomandata. Nella lista precede la località dove ha sede la corrispondente università:

     

  1. Chieti – Farmacia;

  2. L’Aquila – Scienze;

  3. Basilicata (PT) – Scienze;

  4. Caserta – Scienze;

  5. Fisciano (SA) – Farmacia;

  6. Baronissi (SA) – Scienze;

  7. Bologna – Chimica Industriale;

  8. Bologna – Scienze;

  9. Modena – Scienze;

  10. Udine – Medicina;

  11. Udine – Scienze;

  12. Roma Campus Biomedico – Medicina;

  13. Brescia Università del Sacro Cuore – Scienze;

  14. Varese – Medicina;

  15. Como – Scienze;

  16. Milano Bicocca – Medicina;

  17. Milano S. Raffaele – Medicina;

  18. Camerino – Farmacia;

  19. Isernia – Scienze;

  20. Novara – Farmacia;

  21. Bari – Scienze Biotecnologiche;

  22. Sassari – Medicina; 

  23. Sassari – Scienze;

  24. Palermo – Scienze;

  25. Firenze – Medicina; 

  26. Firenze – Scienze;

  27. Pisa – Veterinaria; 

  28. Pisa – Medicina;

  29. Siena – Medicina;

  30. Trento – Scienze;

  31. Padova – Farmacia; 

  32. Padova – Scienze;

  33. Legnaro (PD) – Veterinaria;

  34. Verona – Medicina; 

  35. Verona – Scienze;

  36. Catania – Scienze;

  37. Napoli II università – Medicina;

  38. Napoli – Veterinaria;

  39. Napoli – Scienze Biotecnologiche;

  40. Parma – Medicina;

  41. Messina – Veterinaria.

 

Successivamente all’invio delle raccomandate, rispondevano positivamente, cioè esaudivano la nostra richiesta, le 14 Facoltà degli atenei di: Padova, Messina, Catania, Pisa, Varese, Como, Chieti,  Parma, Firenze, Milano Bicocca e Milano San Raffaele.

 

Ben 27 Facoltà hanno invece ignorato la formale richiesta  e tuttora rifiutano la massima pubblicità  alla legge 413:


  1. L’Aquila – Scienze,

  2. Basilicata – Scienze,

  3. Caserta – Scienze,

  4. Fisciano – Farmacia,

  5. Baronissi – Scienze,

  6. Bologna – Chimica Industriale,

  7. Bologna – Scienze,

  8. Modena – Scienze,

  9. Udine – Medicina,

  10. Udine – Scienze,

  11. Roma Campus Biomedico – Medicina,

  12. Brescia Università Cattolica – Scienze,

  13. Camerino – Farmacia,

  14. Isernia – Scienze,

  15. Novara – Farmacia,

  16. Bari – Scienze Biotecnologiche,

  17. Sassari – Medicina,

  18. Sassari – Scienze,

  19. Palermo – Scienze,

  20. Siena – Medicina,

  21. Trento – Scienze,

  22. Verona – Medicina,

  23. Verona – Scienze,

  24. Napoli II Università – Medicina, 

  25. Napoli – Veterinaria,

  26. Napoli – Scienze Biotecnologiche,

  27. Milano Bicocca – Medicina.

 

Di queste Facoltà, che tuttora non rendono noto il diritto all'OC attraverso il mezzo di comunicazione  più accessibile – il sito web – si distinguono:  Napoli–Medicina e Napoli–Veterinaria, in quanto hanno risposto negativamente anche al quesito 3 del CNB. Cioè in quelle sedi «si procede alla sperimentazione animale secondo le tradizionali modalità» (CNB, p. 21).  

Alle pp. 22-4 del rapporto CNB sono elencate le 16 Facoltà che hanno risposto “NO”  al quesito 3: hanno cioè ammesso di effettuare vivisezione didattica, quando per esse non può valere la condizione di «inderogabile necessità» prescritta dal DLgs 116/92, in quanto ci sono (come abbiamo detto) ben 26 Facoltà che non prevedono nei loro corsi, in nessun caso, la sperimentazione sugli animali. Ecco la lista di queste 16 Facoltà:


  1. Arcavacata di Rende (CS) – Scienze,

  2. Napoli – Medicina,

  3. Napoli – Farmacia,

  4. Napoli – Veterinaria,

  5. Napoli – Scienze,

  6. Bologna – Farmacia,

  7. Parma – Medicina,

  8. Udine – Veterinaria,

  9. Valenzano (BA) – Veterinaria,

  10. Monserrato (CA) – Scienze,

  11. Sassari – Veterinaria,

  12. Catania – Medicina,

  13. Catania – Scienze,

  14. Messina – Veterinaria,

  15. Pisa – Farmacia,

  16. Perugia – Medicina.

 

La Fondazione ha presentato esposto alle Procure della Repubblica territorialmente competenti per queste 16 Facoltà che dichiaravano, al 18 dicembre 2009, di non aver ancora predisposto metodologie sostitutive, per l'ipotesi di maltrattamento continuato e non necessario di animali.

 

Una verifica ulteriore

Il numero elevatissimo di Presidenze che ignorava le raccomandazioni del CNB (giunte oltretutto 15 anni dopo l’emanazione della legge!) ha reso necessaria una verifica “indipendente” per tutte le risposte affermative fornite al quesito 1 del CNB.


Come condizione minima per ritenere soddisfatta l'esigenza di «massima pubblicità» abbiamo posto la presenza della legge 413 sul sito di Facoltà, presenza che abbiamo verificato e valutato attraverso una indagine con parametri uniformi sui siti di Facoltà.

 

Le parole chiave utilizzate per la ricerca sono state “obiezione di coscienza, sperimentazione animale” (per gli studenti privi di riferimenti precisi) e “legge 12 ottobre 1993, n. 413” (per coloro già in parte informati), da trovarsi:


a) a partire dalla pagina principale (“Home page”) del sito di  Facoltà, nell’apposito spazio “cerca” o con un bottone specifico; 


b) con link alla versione integrale del testo di legge.

 

La ricerca è stata eseguita da almeno due persone separatamente.


I risultati dell'indagine della Fondazione e quelli della precedente indagine governativa del 2009 sono risultati congruenti, per 10 Facoltà:


  1. Napoli – Scienze,

  2. Bologna – Farmacia,

  3. Ferrara – Medicina,

  4. Ferrara – Farmacia,

  5. Ferrara – Scienze,

  6. Padova – Medicina,

  7. Cagliari – Medicina,

  8. Perugia – Farmacia,

  9. Perugia – Scienze,

  10. Perugia – Veterinaria. 


In 3 Facoltà la presenza dell’informativa relativa al diritto di OC sul sito non era sufficientemente accessibile: Perugia–Medicina (Facoltà che ha risposto “NO” al quesito 3), Pisa–Farmacia, Pisa–Scienze. Successivamente alla richiesta, inoltrata per e-mail e raccomandata con ricevuta di ritorno, di adeguata visibilità alla legge 413/93 sul web, queste Facoltà si conformavano all'obbligo di legge.


Quindi su 87 Facoltà che hanno risposto “SÌ” al quesito 1, solo 13 sono risultate ottemperare alla condizione minima per il requisito di legge di «massima pubblicità».


Casi strani di Facoltà che hanno detto “SÌ” al quesito 1

Diamo di seguito una carrellata di casi di Facoltà le cui dichiarazioni sulla pubblicità fatta alla legge 413 non corrispondono all'obbligo di legge.


L’Aquila – Medicina. Sui siti di Facoltà e di Ateneo la legge non è riprodotta  e la ricerca attraverso le parole chiave apre un solo documento  intitolato “regolamento dati sensibili e giudiziari”.

http://www.univaq.it/cerca.php?q=obiezione


Teramo – Veterinaria. La ricerca mediante parole chiave non permette di raggiungere la normativa. Nemmeno aprendo, per associazione intuitiva, il riferimento “Comitato Etica Interateneo Sperimentazione Animale” (CEISA, sotto la voce “Strutture” in  homepage), si trovano bottoni per la legge 413. Infatti legge e moduli sono ben custoditi nella homepage del CEISA: solo dopo aver aperto la pagina compare il bottone di interesse.

http://www.unite.it/UniTE/Engine/RAServePG.php/P/95061UTE0310

http://www.unich.it/unichieti/appmanager/federati/CEISA


Bologna--Medicina. Il diritto all’OC e il testo integrale della legge 413 sono sì inseriti nel dominio della Facoltà di Medicina, ma per iniziativa di un professore estraneo alla Facoltà. Gli studenti che hanno avuto in questi anni  la possibilità di conoscere il diritto all’obiezione devono ringraziare il prof. Fabio  Grandi del DEIS (Dipartimento di informatica elettronica e sistemistica) che ha inserito all’interno della  propria pagina personale il testo della legge 413. In fondo alla pagina c’è ancora la foto del professore che rimanda alla propria pagina di origine.

http://www.medicina.unibo.it/Medicina+e+Chirurgia/Studenti/norme_sperimentazione_animale.htm

http://www-db.deis.unibo.it/~fgrandi/L413.html#testo


Bologna – Veterinaria. Digitando “legge 12 ottobre 1993, n. 413” non compare nulla,  utilizzando  “obiezione” compaiono i riferimenti all’informativa  attuata dalla Facoltà di Farmacia per i propri studenti e la pagina del prof. Grandi (vedi sopra).


Parma – Farmacia. Un bottone “obiezione di coscienza” apre una “presentazione”: cioè un lungo e articolato documento pdf favorevole alla sperimentazione animale, dove è riportato integralmente... solo l’ art. 4 c. 3 della legge 413.

http://farmacia.unipr.it/cgi-bin/campusnet/home.pl/View?doc=obiezioneCoscienza.html


Trieste – Farmacia/Medicina. Non si trova nessuna traccia di informativa all’OC sul sito di Facoltà. Il caso di Trieste si inserisce in un contenzioso particolarmente acceso, in relazione al progetto di ristrutturazione dello stabulario. Vedere per maggiori dettagli l'articolo:

http://www.lettera43.it/economia/macro/trieste-no-alla-vivisezione_4367553607.htm


Viterbo – Scienze.  La legge 413 non compariva digitando le parole chiave nel sito di Facoltà. Successivamente alla nostra richiesta, inoltrata con e-mail, la Presidenza ha inserito un annuncio sul sito di Facoltà dal bizzarro titolo “Ottemperanza alla legge 413/93”. Il testo così intitolato è, integralmente (e a parte la segnalazione del modulo scaricabile):


In riferimento alla Legge n.413 del 12/10/1993 si dichiara che la Facoltà di SS.MM.FF.NN. dell’Università degli Studi della Tuscia ottempera alla normativa (rif. Colonna 2 pagg. 22-25).

Segue il modulo informativo scaricabile in formato pdf.


Per ogni altra informazione si prega di rivolgersi ai Docenti dei singoli Corsi con pertinenza alla Normativa in oggetto.


Naturalmente per provare l'ottemperanza a una legge non basta l'autocertificazione (cfr. “Io non ho rubato”), e non riprodurre il testo integrale della legge 413 significa di per sé non ottemperarle. Un esempio di quell'umorismo involontario che solo i burocrati sanno partorire...

http://www.scienze.unitus.it/


Roma La Sapienza – Farmacia/Medicina. Riporta la legge 413 in forma mutilata: «Le attività biologico-sperimentali nei Dipartimenti della Facoltà sono, quando possibile, condotte utilizzando colture cellulari. In ogni caso gli studenti possono avvalersi del diritto previsto dall'art. 3 comma 5 della Legge 413/93 "Norme sull'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale”».


La Fondazione ha scritto ai Presidi:


Evidentemente, se si possono superare tutti gli esami senza fare esperimenti su animali (legge 413/93), allora la didattica su animali nel corrispondente corso di laurea non è una necessità inderogabile, e quindi è automaticamente proibito (DLgs. 116/92). In altre parole, la vivisezione a scopo didattico è permessa solo se è indispensabile. E la 413/93 dice che essa non lo è mai. Tuttavia, a quanto pare il Ministero ha concesso alla Sua Facoltà deroga per gli esperimenti didattici. Appellandomi alla Sua onestà intellettuale e, in seconda istanza alla legge 241/90, la prego di permettere alla Fondazione, che ne fa formale richiesta, di ricevere copia dei permessi in deroga di cui la Sua Facoltà ha goduto nello scorso anno accademico e nell’anno in corso; o, alternativamente, una dichiarazione che la Facoltà di Medicina la Sapienza di Roma, in ottemperanza delle leggi dello Stato Italiano e della Comunità Europea, ha di fatto eliminato la vivisezione come metodo didattico.

 

Ma non ci è pervenuta alcuna risposta.


Roma Tor Vergata – Scienze. Il 13 aprile 2011 l’ufficio di Presidenza ci comunicava che già dal 1994 nel Dipartimento di Biologia e nella stazione animale (stabulario) era stato esposto l'avviso relativo alla possibilità di fare obiezione alla sperimentazione animale.  Ci comunicava anche  che, a seguito della nostra richiesta, dai primi di marzo 2011 l'avviso relativo era stato inserito nel sito della Facoltà di Scienze. A marzo 2011, in effetti, si leggeva nel sito di Scienze (tra gli 86 “NP” al quesito 3):


Si rende noto che in base alla legge 12 ottobre 1993 n. 413 è possibile richiedere di essere esonerati dalla sperimentazione animale. L’apposito modulo è disponibile presso la Segreteria del Dipartimento di Biologia e presso il Centro di Servizi interdipartimentale Stazione per la Tecnologia animale.


Proprio non ci siamo! Abbiamo già chiarito perché è pretestuoso e scorretto trattare il diritto all’OC come diritto all’esonero. Comunque anche questa notizia è, al momento attuale, scomparsa o almeno irreperibile.


Roma Agostino Gemelli – Medicina. A seguito di lettera raccomandata, in cui si chiedeva conto dell'assenza di informazioni sulla legge 413 sul sito di Facoltà, le informazioni sull’OC sono state per la prima volta pubblicate nella pagina del Centro Ricerche Sperimentali (CenRiS) . Il bottone “Presentazione” che si visualizza cliccando sul bottone “LEGGE 413/93” dalla pagina principale del CenRiS , riporta in evidenza una affermazione che contraddice quanto presupposto dalla legge stessa, e cioè la sostituibilità degli animali con altre metodiche:


[…] i discenti lavorano in vivo solo dopo aver partecipato a lezioni teoriche frontali [...] Essi infatti accedono alla sperimentazione animale solo nei casi in cui i suddetti modelli non riproducano in maniera completa ed esaustiva la realtà che si viene a verificare nella pratica chirurgica del paziente.


Un caso imbarazzante di disinformazione, perché questo passo implica il falso, e cioè che la sperimentazione animale riproduca «in maniera completa ed esaustiva la realtà che si viene a verificare nella pratica chirurgica del paziente». Veramente voi vi offrireste volontario per farvi operare da un chirurgo che si sia “fatto la mano” sui maiali?

http://roma.unicatt.it/3436.html?rdeLocaleAttr=it

http://roma.unicatt.it/3434.html


Milano – Farmacia.  Il Preside ha accolto le obiezioni della Fondazione che aveva riscontrato l'assenza di informazioni sulla legge 413 sul sito di Facoltà e finalmente vi pubblicava la normativa. La Presidenza di Facoltà riconosce alla sperimentazione in vivo carattere facoltativo: «attività [...] eventualmente [...] svolta con il consenso degli studenti»:  dunque un'attività che il DLgs. 116/92 definisce illegale (perché, evidentemente, non caratterizzata da «inderogabile necessità»). Nel comunicato agli studenti è presente il fuorviante riferimento all’esonero:


In osservanza alla legge 413 del 12 ottobre 1993 “Norme sull’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale”, gli studenti iscritti ai Corsi di Laurea della Facoltà di Farmacia possono esercitare il diritto all’obiezione di coscienza  al fine di essere esonerati da tutte quelle attività di laboratorio che richiedono la sperimentazione animale.

http://www.farmacia.unimi.it/Facolta/2727_ITA_HTML.html

 

Milano – Medicina. La legge non è riportata integralmente. Con un e-mail alla Fondazione,  la Presidenza confermava la risposta affermativa al quesito 1.


Anche questa Facoltà confonde il diritto all'OC come diritto... all'esonero, garantendo agli obiettori


di essere esonerati da attività didattiche che prevedano la frequenza alle esercitazioni di laboratorio in cui è prevista la sperimentazione animale su esemplari vivi o morti. Il raggiungimento delle conoscenze scientifiche e pratiche per il superamento degli esami verrà garantito, nel rispetto degli obiettivi formativi degli specifici corsi di laurea, attraverso metodi di studio parzialmente sostitutivi.


Non è riportato il passaggio della normativa in cui si specifica che la dichiarazione di  obiezione va presentata prima dell’inizio del corso: in quel caso, abbiamo già spiegato perché, la presenza di anche un solo obiettore obbligherebbe tutto il corso a rinunciare alla sperimentazione animale.

http://www.medicina.unimi.it/Ricerca/5435_ITA_HTML.html

 

Milano – Scienze. La presidenza, contattata via e-mail, ci assicurava che in ciascuno dei manifesti dei loro Corsi di Studio (Laurea Triennali in Scienze Biologiche e varie Lauree Magistrali) è riportato il seguente paragrafo:

 

In osservanza alla legge n. 413 del 12 Ottobre 1993 “Norme sull'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale” il CCD in Scienze Biologiche riconosce l'incontestato diritto all'obiezione di coscienza da parte degli studenti, garantendo agli stessi di essere esonerati da attività didattiche che prevedano l'utilizzo di animali, vivi o morti, estendendo in particolare l'esonero a quest'ultima categoria oltre il dettato della legge stessa. Il raggiungimento delle conoscenze scientifiche e pratiche per il superamento degli esami verrà garantito, nel rispetto degli obiettivi formativi del corso di laurea stesso, attraverso l'opportuno suggerimento da parte dei docenti di metodi di studio parzialmente sostitutivi. 


Anche qui il diritto all'OC confuso con il diritto all'esonero... Il testo integrale della legge non è riportato. La Facoltà concede che il diritto all’OC sia rappresentato nei manifesti di studio, ma non riconosce come necessaria la conoscenza completa e specifica dell’esercizio di obiezione.

http://www.ccdbiol.unimi.it/it/corsiDiStudio/2011/F62/manifesto.html

 

Milano–Veterinaria. La legge è riportata integralmente e anche il modulo, ma segue una precisazione  che “gioca” sul filo tra sperimentazione didattica e la  richiesta di eventuali tesi sperimentali:


Ciò premesso, si informa che la Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università degli Studi di Milano non prevede l’impiego della sperimentazione animale nell'ambito degli insegnamenti dei diversi corsi di laurea. Per questo motivo, per quanto riguarda la didattica nei diversi corsi di laurea, non sussistono i presupposti per l’applicazione della  legge [corsivo aggiunto) n. 413 del 12 ottobre 1993 "Norme sull'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale".

 

Come abbiamo detto, troppo spesso la tesi di laurea è concepita in modo del tutto arbitrario come al di là della didattica in senso ordinario, con l'effetto che lo studente, che non sapesse del suo diritto all'OC, rischia di arrivare impreparato davanti alla proposta da parte di un potenziale relatore  di un progetto di tesi di laurea che preveda la sperimentazione su animali.

http://www.veterinaria.unimi.it/Facolta/2655_ITA_HTML.html

 

Matelica – Veterinaria.  La legge integrale non è riprodotta sul sito, anche se nella pagina principale i potenziali obiettori trovano  un comunicato che ne riassume  il senso,  senza specificare i tempi di consegna del modulo:


Chi intenda esercitare tale diritto ha l’obbligo di compilare un modulo, appositamente predisposto e reperibile presso la Segreteria della Scuola/Facoltà, per rendere nota la sua posizione e permettere alla struttura di porre in atto le misure necessarie a favorire lo stato di obiezione di coscienza (modalità di insegnamento che  non prevedano attività o interventi di sperimentazione animale). Tale modulo dovrà essere riconsegnato alla Segreteria della Scuola/Facoltà che provvederà ad informare il docente del corso interessato.

http://www.unicam.it/veterinaria/dettaglio.asp?id=387

 

Torino – Veterinaria.  Sul sito di Veterinaria la legge non è esposta integralmente. Anche nella Guida dello studente 2011-2012, p. 15, la legge è riportata in forma mutilata.


http://veterinaria.campusnet.unito.it/do/home.pl/View?doc=obiezione_coscienza/obiezione_coscienza.html

http://veterinaria.campusnet.unito.it/html/guida_studente/guidastudente2011_12.pdf


Cagliari – Farmacia. Sul sito la legge non è riportata. La concessione dell'esonero per gli studenti obiettori si trova all’interno del manifesto degli studi 2010-11, ripetuta nella guida 2011-2012.   http://people.unica.it/facoltadifarmacia/files/2010/07/Guida-CTF_2009-2010.pdf


Genova – Medicina. Non siamo riusciti a trovare alcun percorso dalla pagina principale del sito della Facoltà (http://www.medicina.unige.it/) alla legge 413. Tuttavia esiste un collegamento



Sassari – Farmacia/Veterinaria.  La legge 413 non è stata rintracciata sul sito nemmeno per mezzo di Google, che  individua invece una pagina del Comitato Indipendente di Bioetica di Ateneo per la Sperimentazione Animale (CIBASA), perché contiene la frase «verificare che siano realizzate le condizioni per l'attuazione della Legge 413/93 sull'obiezione di coscienza» http://www.uniss.it/documenti/sppis/Regolamento_CIBASA_2010.pdf

ed il Vademecum operativo per l’utilizzo degli animali da laboratorio, dove la legge è nominata: http://www.uniss.it/documenti/Vademecum_operativo_stabulari.pdf

I medesimi link compaiono ricercando con Google sul sito di Sassari – Medicina, che ha risposto però negativamente al quesito 1.


Lecce – Scienze. Ha risposto con “NP” al quesito 3, cioè non sarebbero previste «sperimentazioni su animali negli insegnamenti o nelle tesi». Dichiara al CNB un numero imprecisato di obiettori: si tratta solo di lavoratori?


Messina – Farmacia.  Il 22 dicembre  2011 il Consiglio di Facoltà delibera unanime di accogliere la formale richiesta della Fondazione H.R. alla massima pubblicità all’OC sul sito di Facoltà. Al momento il testo della legge 413 è ancora invisibile.

 

Firenze – Farmacia. Il “SÌ” al quesito 1 è smentito da una ventina di dipendenti interni all’Ateneo fiorentino, che il giorno 4 febbraio 2011 dovevano ancora fare richiesta al Responsabile per la Didattica che la normativa fosse pubblicizzata sul sito di Facoltà. Attualmente la legge 413 è presente sul sito alla voce “documenti utili”

http://www.farmacia.unifi.it/cmpro-v-p-318.html


Pisa – Farmacia. Ha risposto “NO” al quesito 3. Però dichiara obiettori, di cui oltretutto non viene specificato il numero. Se studenti, quale attività sostitutiva potranno mai fare? La legge è riportata e il modulo è presente. Ha risposto positivamente alle richieste della  Fondazione migliorando l’accesso all’informativa.

http://www.farm.unipi.it/tutela-animali-utilizzati-a-fini-sperimentali/tutela-animali-utilizzati-a-fini-sperimentali/?searchterm=obiezione


Pisa – Scienze. In seguito a raccomandate A/R al Rettore  l’informativa è oggi presente sulla pagina principale.

http://www.smfn.unipi.it/default.aspx


Venezia – Scienze. Non ha ancora introdotto l’OC sul sito di Facoltà. Circostanza grave, dal momento che ha dichiarato obiettori alla sperimentazione animale. Qualora fossero studenti, sarebbe lecito pensare che si sono “scontrati” con proposte di corsi con laboratori in vivo ancora dopo 18 anni dall’emanazione della 413/93.


Perugia – Medicina. Ha risposto negativamente al quesito 3.  Diversamente dalle altre Facoltà rilevanti diello stesso ateneo, non si riusciva a rintracciare l’OC sul sito. Successivamente alla richiesta di chiarimenti, il Preside ci comunicava l’indirizzo seguente:

http://www.med.unipg.it/ccl/L12Ottobre1993n413.pdf

e anche di aver richiesto che la medesima informazione fosse inserita nel sito riservato agli studenti

(http://www.unipg.it/studenti/).

Con delibera del 22 settembre 2011 le norme sull’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale comparivano con massima pubblicità sul sito di Facoltà.


Siena – Scienze/Farmacia. Sul sito di Facoltà la legge non compare (non diversamente dalla Facoltà di Medicina,  che ha però risposto negativamente al quesito 1 del CNB).


Bilancio

Delle 87 Facoltà già interrogate dal CNB che rispondevano affermativamente nel 2009 al quesito 1 del CNB, si elencano le 62 che risultano tuttora carenti sotto il profilo della «massima pubblicità»:


  1. L’Aquila – Medicina,

  2. Teramo – Veterinaria,

  3. Roccelletta di Borgia (CZ) – Farmacia,

  4. Catanzaro – Medicina,

  5. Arcavacata di Rende (CS) – Farmacia,

  6. Arcavacata di Rende (CS) – Scienze,

  7. Benevento – Scienze,

  8. Napoli – Farmacia,

  9. Napoli – Medicina,

  10. Bologna – Medicina,

  11. Bologna – Veterinaria,

  12. Modena – Farmacia,

  13. Modena – Chirurgia,

  14. Parma – Farmacia,

  15. Trieste – Farmacia,

  16. Trieste – Medicina,

  17. Udine – Veterinaria,

  18. Viterbo – Scienze,

  19. Roma – Farmacia,

  20. Roma – Medicina,

  21. Roma 2 – Medicina,

  22. Roma – Scienze,

  23. Roma Tor Vergata – Medicina,

  24. Roma Tor Vergata – Scienze,

  25. Genova – Farmacia,

  26. Roma 3 – Scienze,

  27. Milano – Scienze,

  28. Milano – Medicina,

  29. Pavia – Farmacia,

  30. Pavia – Medicina,

  31. Pavia – Scienze,

  32. Torrette (AN) – Medicina,

  33. Ancona – Scienze,

  34. Matelica – Veterinaria,

  35. Camerino – Farmacia,

  36. Camerino – Scienze e Tecnologie,

  37. Urbino – Farmacia,

  38. Urbino – Scienze,

  39. Novara – Medicina,

  40. Torino – Farmacia,

  41. Torino – Medicina,

  42. Torino – Veterinaria,

  43. Torino – Scienze,

  44. Bari – Farmacia,

  45. Bari – Medicina,

  46. Foggia – Medicina,

  47. Lecce – Scienze,

  48. Cagliari – Farmacia,

  49. Cagliari – Scienze,

  50. Cagliari – Veterinaria,

  51. Sassari – Farmacia,

  52. Sassari – Veterinaria,

  53. Catania – Farmacia,

  54. Messina – Farmacia,

  55. Messina – Medicina,

  56. Palermo – Farmacia,

  57. Palermo – Medicina,

  58. Pisa – Scienze,

  59. Pisa Sant’Anna,

  60. Siena – Scienze,

  61. Siena – Farmacia, 

  62. Venezia – Scienze

  

Di queste, le 4 Facoltà che, per giunta, hanno risposto negativamente al quesito 3 del CNB,  in cui cioè «si procede alla sperimentazione animale secondo le tradizionali modalità», sono:


  1. Arcavacata di  Rende (CS) – Scienze,

  2. Napoli – Farmacia,

  3. Udine – Veterinaria,

  4. Cagliari – Scienze.

 

14 Facoltà, delle 87, hanno accolto la richiesta, formale o via e-mail,  di  pubblicare la legge 413 sul sito con massima pubblicità:


  1. Messina – Scienze, 

  2. Bari – Scienze,

  3. Bari – Veterinaria,

  4. Brescia – Medicina,

  5. Roma Agostino Gemelli – Medicina,

  6. Genova – Scienze,

  7. Genova – Medicina,

  8. Pisa – Scienze,

  9. Firenze – Farmacia,

  10. Milano – Farmacia,

  11. Parma – Veterinaria,

  12. Parma – Scienze,

  13. Pisa – Farmacia

  14. Perugia – Medicina.


Possiamo concludere che, prima dell'indagine della Fondazione, le Facoltà inadempienti erano


74 + 41 = 115 su 128 (cioè il 90%)


mentre dopo l'indagine (e l'invio di e-mail e raccomandate A/R, nonché un totale di 19 esposti alle procure competenti, alcuni ancora in corso) il numero delle Facoltà inadempienti si è ridotto, al momento in cui pubblichiamo questo rapporto, a:


(74 – 14) + (41 – 14) = 87 su 128 (cioè il 68%).


Questa riduzione mostra che c'è ancora molto su cui impegnarsi, ma anche che l'impegno in tal senso riesce ad ottenere risultati.


Invitiamo pertanto tutti gli interessati ad attivarsi e a comunicarci eventuali correzioni o aggiornamenti ai dati da noi riportati e riassunti nella tabella seguente.



Facoltà per facoltà, la situazione attuale sulla legge 413







Inserito: 15 giugno 2012

Fondazione Hans Ruesch per una Medicina senza Vivisezione

www.hansruesch.net