Adrien Evangelista
HLS:
la verità
dietro il cosiddetto “campo di concentramento”
degli
animali in Gran Bretagna
Beagle di sei settimane presi a pugni e calci. Il motivo?
Hanno le vene troppo piccole, è difficile lavorarci. I vivisettori sono esasperati,
il “materiale” fornitogli lascia a desiderare. Musica a tutto volume in sala
operatoria, qualcuno balla.
Una scimmietta viene stesa sul tavolo operatorio e aperta
col bisturi. Un tratto verticale, dal petto in giù. Nessuna anestesia, niente.
Lei non potrebbe essere più impaurita di così; guarda con espressione
angosciata chi le sta intorno. Con ogni probabilità avverte che non sta per
accaderle nulla di buono, tutt’altro. Qualcuno la mantiene saldamente al
tavolo, nel caso fosse tentata di liberarsi e scappare.
Ma scappare dove?
Huntingdon Life Sciences, nel Cambridgeshire (Regno
Unito), è la più grande struttura di laboratori di vivisezione in Europa. Il
centro in questione è da anni fulcro di numerose (e giustificate) polemiche, al
punto che un’associazione animalista si occupa quasi esclusivamente di condurre
una campagna anti-HLS, e ciò a livello internazionale. SHAC (Stop Huntingdon
Animal Cruelty) manifesta pesantemente contro i soci in affari del laboratorio
(banche e gruppi farmaceutici) in modo che questi abbandonino ogni rapporto
finanziario con il centro di “ricerche”.
L’esasperazione dei soci (ma bisognerebbe dire:
l’efficacia degli attivisti) ha fatto sì che la stragrande maggior parte di
loro prendesse le proprie distanze da HLS, di cui sarebbe quindi lecito sperare
una prossima chiusura.
Chi
volesse verificare l’attendibilità di quanto brevemente esposto finora, può
aprire i seguenti links: http://www.youtube.com/watch?v=YEJ0ZgFrtXE
e http://www.youtube.com/watch?v=0kSjd3P-pmU,
oppure visitare il sito www.shac.net
Naturalmente quello di HLS è un esempio fra tanti: i laboratori di vivisezione sono gli stessi
ovunque, e vi vengono instancabilmente effettuati gli stessi
esperimenti. Anche la prassi è sempre la stessa, il tipo di gabbie pure, e ciò
in ogni parte del mondo. Sarebbe pertanto illusorio credere che l’Italia adotti
metodi di “ricerca” più simpatici di quelli inglesi.
È anche stata avanzata l’interessante ipotesi che, tramite
un accordo stabilito con altri grossi laboratori europei, HLS abbia
acconsentito a subire l’enorme pressione delle associazioni di protezione animale,
in modo da distogliere (almeno temporaneamente) la loro attenzione da altri
centri di “ricerca” medico-scientifica. Bastava per questo porsi
volontariamente all’attenzione del pubblico divulgando notizie, semplici ma
raccapriccianti, sulla politica interna dello stabilimento: ad esempio, al
personale HLS non è consentito accarezzare gli animali detenuti in laboratorio,
dato che questo potrebbe provocare un reciproco senso di affetto che
rischierebbe poi di compromettere l’efficienza dei vivisettori durante gli
esperimenti…
È allora illogico e rivoltante il vedere in un altro,
brevissimo filmato
http://www.youtube.com/watch?v=NT4lLIDsjGA, una vivisettrice (lei stessa
vittima del cancro) che ci spiega con un discorso pseudo-strappalacrime che la
“ricerca” ha bisogno degli animali per poter progredire. La dottoressa ha tra
le mani un topo, e a fine video ci gioca anche un po’, ci fa la simpatica, come
a volerci convincere che i vivisettori amano gli animali (un classico).
Ovviamente, non c’è traccia della fase immediatamente successiva a questa
toccante testimonianza, cioè quella in cui il topo viene massacrato in nome
della “scienza”…
Quanto segue ora è la testimonianza dell’attivista Michelle
Rokke, la quale dopo essere coraggiosamente riuscita ad infiltrarsi nel
personale dei laboratori HLS, ha pubblicato un diario in cui descrive le
ignobili assurdità a cui ha assistito in prima persona. Il Diario di Michelle Rokke è stato tradotto anche in italiano ed
è, su richiesta dell’autrice, libero da copyright. Il lettore potrà quindi
diffonderlo come meglio crede, dopo averlo scaricato gratuitamente e nella sua
versione integrale qui: http://www.bairo.info/MikelleRokkediariocompleto.pdf
Dal Diario
di Michelle Rokke
Sofferenza e atrocità
Ho
guardato Yao durante un'esercitazione di chirurgia su una topolina
anestetizzata. Ha applicato dei cateteri femorali su entrambi i lati e alla
fine ha detto che doveva praticarle l'eutanasia e che si potevano seguire
diversi metodi: usare il CO2, lussare una vertebra, oppure recidere un'arteria.
Ha guardato l'orologio e ha detto che la lussazione delle vertebre era il modo
più veloce, quindi ha tolto al topo la maschera dell'anestesia e le ha tirato
la testa. Ha visto che respirava ancora e così ha ripetuto l'operazione. Ha
fatto un terzo tentativo ma il topo ha continuato a respirare profondamente.
Allora ha annunciato che avrebbe seguito un'altro metodo, e che quello
sicuramente avrebbe funzionato. Ha preso un paio di grosse forbici. Ha
squarciato il ventre della topolina e le ha reciso la colonna vertebrale. Poi
ha infilato le forbici nella cavità toracica e ha cominciato a tagliare di qua
e di là per recidere l'aorta. Ha messo giù le forbici insanguinate e ha detto
che ora era morta.
Il cane
che chiamo Joey è un tesoro. Ha delle unghie molto lunghe e una di quelle
anteriori si è spezzata. Joey ha ancora l'abitudine di prepararsi al peggio
quando metto le mani nella sua gabbia per prenderlo, ma adesso si fida di me e
una volta in braccio si accoccola e preme la testa contro di me. Quando cerco
di metterlo giù, si stringe forte contro di me, e quando alla fine lo rimetto
nella gabbia se ne resta fermo lì, come se non sapesse che fare.
Ho
tenuto fermi i maiali per i prelievi fino alle 16.30 e poi sono tornata alle 21
per l'ultima seduta: durante i prelievi i maiali urlano e tirano calci,
soprattutto oggi perché il collo gli bruciava ed era pieno di lividi per le
continue trafitture. Quando glielo si preme per fermare l'emorragia le loro
urla sono così forti da essere intollerabili. I tecnici nella stanza fanno
gesti di impazienza e gli urlano “Chiudi il becco”. Non riesco neppure a
immaginare il dolore che devono provare dopo essere stati fatti cadere sulla
schiena e aver subito così tanti prelievi.
Ho
assistito mentre somministravano le dosi a uno dei cani via sonda orale. Il
cane non sopportava la presenza del tubo di gomma che gli veniva spinto nello
stomaco attraverso la gola. Si contorceva e si divincolava e quando Irene gli
ha iniettato con forza il materiale da testare nello stomaco si è alzato sulle
zampe posteriori e ha cercato di liberarsi dalla stretta di Kathy,
divincolandosi. Sebbene Kathy gli tenesse la bocca ben chiusa, dai lati gli
usciva del liquido chiaro. Ho sentito Irene che diceva: “Questo non va. Devo
ancora dargli il secondo liquido”.
Incompetenza e incuria
Stephanie,
Rachel, Lynn e Lisa a pranzo hanno fatto battute sul fatto che tutte le scimmie
della colonia extra stanno morendo. Stephanie ha chiesto: “Terry non si spiega
il perché ma non sa che le gabbie non vengono cambiate da quasi un anno a
questa parte. Avete mai sentito parlare dei batteri?!”.
Se i
committenti non si preoccupassero di poter perdere dei dati a causa della
decomposizione dei tessuti dopo la morte, a molti animali non verrebbe fatta
l'eutanasia. Nelle attuali condizioni molti animali soffrono finché la ditta
non riapre la mattina.
Questo
primate ha dovuto subire quattro diverse amputazioni perché la ferita non stava
guarendo e i punti continuavano a sfilarsi. Durante la riunione dei tecnici
oggi Kathy ha annunciato che ieri ha visto che ogni singola scimmia della
stanza
Io ero
preoccupata delle condizioni dei cani quando ho visto che venivano messi
direttamente sulla grata fredda di metallo subito dopo essere stati liberati
dai tubi, ancora intontiti dall'anestesia. Ho letto e mi è stato riferito da
diversi veterinari che è importantissimo tenere gli animali al caldo fino a
quando non si sono ripresi completamente dall'anestesia.
Ho chiesto
se al topo dello studio 3621 è caduto l'occhio. Irene ha detto “non ancora”.
Yao ha detto subito “Il ratto numero 4001”, tutti sanno di che ratto si tratta
e nessuno fa niente per lui. Ho chiesto se era stata compilata una richiesta di
intervento veterinario. Irene ha detto di no, e che non aveva neanche
registrato il fatto tra le osservazioni, e ha alzato le spalle. Ha detto che le
lesioni agli occhi causate dai prelievi non vengono neppure registrate perché
accadono di continuo e i ratti restano in vita. Il giorno che me ne sono
accorta ho chiesto a Irene se al ratto andava praticata l'eutanasia e l'ho
chiesto di nuovo a Brian domenica. Tutti e due mi hanno risposto di no come se
avessi fatto una domanda strana.
Inutilità scientifica
Come può
essere valido questo studio se i cani non vengono monitorati ventiquattr'ore al
giorno? Questa è la seconda volta che ho visto un cane sotto esperimento avere
un attacco epilettico, e non ho mai sentito dire a nessun altro di averne visto
uno. L'unica maniera in cui i laboratori di ricerca potrebbero anche solo fare
finta di ricercare seriamente gli effetti negativi delle sostanze sarebbe
assumere veterinari professionisti per osservare gli animali di ogni stanza
ventiquattr'ore al giorno.
È molto
comune trovare capsule e pillole sul fondo delle gabbie. I tecnici non ci
stanno attenti, e i cani imparano presto a rigurgitare le pillole. Il metodo
della “dose in capsule” è una metodologia intrinsecamente fallace che produce
per forza dati inattendibili.
È stata
una pura coincidenza che io mi trovassi nella stanza in quel momento e notassi
che questo cane stava avendo un attacco; in media, nella stanza c'è qualcuno
solo per circa un'ora al giorno. Che io abbia guardato la gabbia proprio quando
l'attacco ha avuto inizio è stato un puro caso; mi chiedo quanti altri attacchi
ha avuto questo cane – e gli altri – nel corso dell'ultimo anno che nessuno ha
visto.
Gene mi
ha detto che siccome l'anestetico che usano è inadeguato e non ha alcun effetto
analgesico, la frequenza cardiaca e respiratoria dei cani è del tutto abnorme e
mostra picchi e cadute che ci mettono moltissimo a stabilizzarsi. Gli ho chiesto
com'era possibile verificare l'effetto del materiale sperimentale sulla
fisiologia degli animali se le loro frequenze erano anormali fin dall'inizio.
Quando gliel'ho chiesto ha alzato le spalle e ha esclamato: “È proprio quello
il punto! Non è possibile. Non c'è modo di distinguere gli effetti del trauma
indotto dalle procedure sperimentali da quelli causati dal materiale
sperimentale. Quel che i tecnici rispondono è ‘Grazie alla mia vasta esperienza
in questo campo so che il tale effetto risulta da questo e quest'altro...’”.
Ho
detto: “Ma è per la sicurezza degli esseri umani, no?”, e lei ha risposto: “Sì,
ma un cane non è esattamente un essere umano, sai? E se una sostanza causa
problemi a un cane non è detto che causi lo stesso problema a un essere umano;
e a un essere umano che prende quella medicina potrebbe capitare qualcosa che
non è stato osservato nell'animale”. Ha detto: “I dati che raccogliamo non
possono necessariamente essere trasposti in qualcosa che sia utilizzabile per
gli esseri umani”; le ho detto di nuovo che allora non capivo per quale motivo
dovessimo fare gli esperimenti; ha risposto “È la prassi: è il modo in cui le
ditte riescono a far approvare i loro prodotti”.
Ha detto
che nell'ultimo gruppo di scimmie a cui erano state impiantate delle spugne
avevano avuto grandi difficoltà a ritrovarle; Irene ha detto: “Sì, se ne vanno
in giro, non è vero?” . Se le spugne si spostano sotto la pelle come fa
l'esperimento a funzionare? Gene mi ha detto che le spugne dovrebbero
rappresentare un tumore e che il materiale sperimentale dovrebbe ridurre la
crescita dei capillari che alimentano i tumori, e che questo è uno studio “in
cieco”, nel senso che nessuno sa quale dose venga somministrata ai vari gruppi
o qual è il gruppo di controllo. Brian mi ha detto che invece lui lo sa, Gene
lo sa, il committente lo sa, lo sanno tutti. Irene mi ha detto che l'ultima
volta che è stato effettuato questo esperimento è stato “molto difficile
somministrare le dosi perché l'iniezione va praticata nella spugna e le spugne
si spostano tantissimo sotto la pelle”. Se le spugne si spostano così tanto,
come fa l'esperimento a imitare la situazione di un tumore e della sua
vascolarizzazione?
La storia di James
In
questa stanza ho fotografato James; è difficile fotografare le altre scimmie
perché hanno così tanta paura che si rifugiano con un salto sul fondo della
gabbia e si voltano verso il muro; James invece è sempre sul davanti della
gabbia e fissa con desiderio la porta. Ha l'aria così triste. Gli interessano tutte
le cose che gli mostro, l'idrante per la pulizia, il mio distintivo di
identificazione, ma sembra che le guardi solo perché non c'è nulla di meglio da
fare.
[Qualche
giorno dopo]
James
era stressato; ha fissato a lungo la porta di ingresso della stanza e ha scosso
la porta della gabbia per la frustrazione; poi mi ha guardata negli occhi e ha
cominciato ad accarezzarmi.
[Ancora
qualche giorno dopo]
Sono
andata a vedere James dopo la somministrazione delle dosi; era seduto
esattamente nella stessa posizione di ieri; mi ha accolta con la stessa
espressione di sottomissione impaurita, e quando mi sono inginocchiata vicino
alla gabbia ha chinato la testa sul petto e si è rannicchiato in posizione
fetale. Gli ho accarezzato la schiena attraverso il buco della mangiatoia, ma
non sono riuscita a fargli rivolgere lo sguardo verso di me. Aveva le mani
contratte e si teneva saldamente le caviglie. Mi spezza il cuore vederlo in
questo stato: è così spaventato.
[Dopo
qualche settimana]
Oggi,
quando sono andata a vedere James, lui mi ha guardata fissa negli occhi e poi
ha guardato a terra mentre gli dicevo addio. La maggior parte delle scimmie
dello studio 3314, compreso James, saranno uccise giovedì e venerdì di questa
settimana. Gli ho detto che forse non riuscirò a incontrarlo di nuovo. Lui si è
avvicinato e ha premuto tutto il viso contro la gabbia fissandomi. Gli ho
accarezzato la guancia sussurrandogli il mio addio, e mentre mi alzavo e lui si
rimetteva nella sua solita posizione fetale ho capito, troppo tardi, che mi
aveva porto il viso affinché lo baciassi.
Inserito: 22 maggio 2009
Fondazione Hans
Ruesch per una Medicina Senza Vivisezione